
Queste lunghe vacanze Natalizie sono state, per chi come me non scia, un’occasione per visitare alcune città di questo nostro grande museo all’aperto che è l’Italia.Trieste è una città in cui vado sempre volentieri, un poco perché vi sono legato da vincoli familiari, un poco perché Trieste è ancora una città a misura d’uomo, nei suoi caffè si respira quella cultura mitteleuropea che questa disgraziata UE non riuscirà mai a darci, Trieste riesce ad essere internazionale restando se stessa, nelle sue strade, nelle sue piazze riesci a sentirti Italiano ed internazionale allo stesso tempo, cittadino del mondo e Triestino in un sol colpo, ma non è solo di questo che volevo parlare.In autostrada, poco prima di Trieste, vi è l’uscita di REDIPUGLIA, un’uscita che tutti gli italiani dovrebbero prendere quando si trovano da quelle parti. A REDIPUGLIA non vi sono particolari musei archeologici, pinacoteche alla “Brera”, gallerie monumentali; vi è un Sacrario, il nostro Sacrario, quello della nostra Patria, dei nostri sconosciuti eroi che sacrificandosi ci hanno permesso d’essere Italiani.Ambrogio Brambilla, Gennaro Esposito, Carlo Rossi, Giuseppe Bianchi, sono migliaia, alcuni con un nome, 30.000 sconosciuti, sono Italiani che hanno dato la loro vita per noi, per la nostra Patria, vanno onorati, ricordati, sempre..Siamo arrivati ai piedi della grande scalinata a mezzogiorno di un bellissimo due gennaio pieno di sole, non c’era quasi nessuno, un’anziana coppia sostava all’ingresso valutando la possibilità di salire le 22 terrazze sino alle tre Croci che sovrastano la Chiesa.Siamo passati a fianco del sarcofago del Duca d’Aosta ed abbiamo iniziato a salire. Quanti nomi, quante storie di morte, d’eroismo dietro a quelle lapidi tutte uguali, in rigoroso ordine alfabetico. Una lunga salita, faticosa ma più salivamo più ci sentivamo forti, forti di tutti quei nomi che ci ricordavano il sacrificio di tanti eroi, di tanti anonimi fanti morti per l’Italia, la Loro Patria, la nostra Patria. Sulla cima, sotto le tre Croci una Chiesa con sulla porta una scritta “qui si celebrano messe per tutti i caduti di tutte le guerre, perché non vi siano più guerre”.Era bello lassù, si respirava un’aria più pura, più sincera. Due ragazzi, potevano avere 20/23 anni, ci si sono avvicinati e educatamente, quasi sussurrando, ci hanno chiesto “questi sono tutti i morti dell’ultima guerra?”.Abbiamo spiegato loro brevemente cosa significava REDIPUGLIA e gli abbiamo mostrato una lapide, quasi nascosta di fronte all’ingresso della Chiesa che parla di quel Sacrario con date e nomi su chi lo volle e perché, se ne sono andati sconcertati dicendo “a scuola di tutto questo non ce ne ha parlato mai nessuno”.Scendendo abbiamo visto le due are in cui dovrebbe ardere perennemente una fiamma: erano entrambe spente e dalla terra sul fondo si poteva capire che lo erano già da lungo tempo. Con le lacrime agli occhi siamo usciti.
Pierluigi
Redipuglia 2 gennaio 2007
11 gennaio 2008 18.36
10 commenti:
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Articolo molto bello nella sua semplicità e compostezza, troppo perché io possa pretendere di commentarlo. Questo è ciò che si vorrebbe leggere sui giornali o vedere in televisioni, non il profluvio di sciocchezze e volgarità che quotidianamente viene propinato. Renderebbe tutti migliori.
Ho già fatto un commento sopra sui cimiteri di guerra.
Sarebbe importante che nelle gite scolastiche ci siano anche luoghi come una visita a Redipuglia.
Sono sopratutto per i giovani che sono stati costruiti questi luoghi della memoria.
Credo sia importante riferirvi cosa mi rispose, telefonicamente, una segretatria del ministero dei beni culturali di Roma dopo che avevo, sia privatamente che attraverso "onorcaduti" sollecitato per una maggior manutenzione a Redipuglia.
La risposta è allucinante anche perche viene dopo ben tre raccomandate di cui una ufficiale della presidenza militare di "onorcaduti" di cui faccio indegnamente parte.
Eccovi la cronaca :
5 marzo 2007.
- Buongiorno sono il capitano de Piccoli e gradirei parlare con la segreteria del ministro"
- Resti in attesa le passo un incaricata
-Pronto son......
-Sappiamo benissimo chi è lei , abbiamo ricevuto le sue raccomandate ed alcune telefonate di altri ufficiali in pensione....
- In pensione ci sarà lei, il sottoscritto è in congedo.
- Va bene come vuole ma sappia che non possiamo evadere le sue richieste in quanto la manutenzione è gestita dal ministero della difesa
- Lo so benissimo ed in specifico da omorcaduti il cui presidente è il generale.....( ora deceduto) ma sono 22 anni che non riceviamo un soldo per i lavori e quei pochi che sono stati fatti li abbiamo fatti con donazioni di privati.
- Senta c'è un altro motivo per cui non vedrete mai una lira.
- Lo dica
- Guardi io non le ho detto nulla ma qui c'è una circolare che proibisce sovvenzioni per la conservazione e manutenzione dei monumenti militari costruiti durante il fascismo e Redipuglia porta addirittura una lapide con il nome di quello là.
- Scusi la volgarità ma che cazzo c'entra Mussolini con i morti del Piave???
- Non lo so ma lo chieda al presidente della repubblica che fece la circolare
- Chi Leone???
- No, Pertini e adesso buona giornata... a guardi io e lei non ci siamo mai parlati.
Clic..........
Questo è quanto e non mi dite che Berlusconi non lo sapeva.
Pierluigi
Vorrei mettere questo tuo ultimo c ommento in evidenza.
Non lo farò perché tu dovrai scegliene la collocazione.
Bada che non è per vigliaccheria, dato il tuo finale su Berlusconi, piuttosto perché riferisci di una tua telefonata.
Dimmi quello che vuoi farw.
Un abbraccio Ambra
Cara Ambra se ti scrivo è perchè ti stino quindi lascio a te le valutazioni.
In quanto a Berlusconi lo avrei potuto dire di chiunque, solo che la decadenza di Redipuglia è iniziata con Pertini così come tanti altri cimiteri Italiani sono stati lasciati all'abbandono per "suggerimento" del nonno di tutti gli "italioti"
Sorvolo su O.L. Scalfaro che non merita una sola parola ma Ciampi aveva iniziato a rivalorizzare alcune nostre memorie militari.
Tocca al capo del governo decidere gli investimenti e Berlusconi non è mai andato a Redipuglia o in altri cimiteri militari, li ha sempre ignorati, come non fossero un problema suo.
Ora tu saprai che a Tripoli esisteva un cimitero Cattolico dove erano sepolti oltre a numerosi civili anche un nutrito numero di militari caduti nella guerra Italo-libica.
Gheddafi su quel terreno ci ha fatto una discarica e i resti degli italiani sono finiti in mare.
Nel 2004 Berlusconi è andato in Libia tre volte in 5 mesi, ha pranzato con il beduino sotto la tenda, gli ha regalato una Venere romana, ha inaugurato un gasdotto costruito col danaro dei contribuenti Italiani (poi glielo ha pure regalato) ed infine ha promesso miliardi di €urini per la costruzione di un autostrada sulla costa a pagamento dei "danni di guerra".
A parte che i danni di guerra sono già stati pagati alla libia ai tempi re Idris (1952) l'ineffabile uomo di Arcore non ha fatto alcun cenno al trattamento riservato ai nostri connazionali, vivi e morti ed alle loro proprietà sequestrate, come non fosse accaduto nulla.
Permettimi che di questo tipo non ho molta stima su cose italiane e verità storiche.
Nessuno nega che in libia ci siamo stati ma cos'era la libia prima dell'arrivo degli Italiani???
Un vasto territorio, non una nazione, popolato da pastori analfabeti e predoni che si combattevano tra loro per due uova.
Ecco Cara Amica da un uomo che non si rende conto di ciò e chiama un terrorista "mio amico personale" non mi aspetto certo che restauri Redipuglia.
Un caro saluto, Pierluigi.
PS.
Ti ricordo che quella telefonata non è mai stata fatta.
Mio carissimo Pierluigi, vedi ? Sono d'accordo con te su tutto quanto hai scritto, e del beduino e di Berlusconi, ma anche ti tutti gli altri che hanno operato in questa finta democrazia, dove non si ottenuto altro che la rimozione di ogni valore fondante di una società civile.
Abbiamo un bel dire Italia ! Ma dov'è più l'Italia ? E anche il nostro dibatterci per tenere in vita un briciolo d'amor di patria
diventa solo un ridicolo mugolio da nostalgici.
Che tristezza ! Ti giuro che rimpiango la mia gioventù, non per altro se non per quello spirito patriottico che ancora animava giovani e vecchi.
Nessun altro rimpianto mi anima, perché ho avuto una vita molto dura, ma niente è più doloroso che
vivere oggi dove si tocca con mano la fine di un popolo che un tempo era d'esempio per il mondo.
Per fortuna che ho trovato amici come te, con cui dividere ricordi e pensieri senza temere di essere giudicata "nostalgica"o sciocca.
Un abbraccio Ambra
Caro Pierluigi,
insultare l'Italia e calpestare la Sua storia è ormai quasi un merito. Sulla Libia bisogna leggere ciò che ha scritto tale Angelo Del Boca, degno fratello di Lorenzo, come lui pseudo-storico estremamente fazioso dedito a villipendere l'Italia e gli Italiani. Ad esempio, Del Boca (Angelo) riesce a far diventare il ferocissimo Enver Bey, poi supremo responsabile dello sterminio degli Armeni, quale un "uomo dolce, sensibile, che non conosceva l'odio!" Delirante, ma testuale. I libri di questi due individui, e di mille altri loro degni allievi, nonostante il dilettantismo sovente estremo ed all'assoluta faziosità, anzi forse proprio per questo, trovano largo ascolto e ricetto. In tal modo, la storia della nostra Patria, da Roma antica giù giù sino al Rinascimento ed al Risorgimento ed alla Grande Guerra, è insozzata da arpie.
Purtroppo, Lei ed Ambra avete ragione: coloro che si sentono ancora Italiani sono ormai una minoranza. Non sorprende che i sacrari dei Caduti siano abbandonati a sè, quando la Loro Memoria ed il Loro Esempio, che dovrebbere essere i migliori monumenti (monumentum: radici "monere" e "manere") sono diserti per primi.
Cordiali e desolati saluti a tutti
Caro Marco su Lorenzo Del Boca vorrei spezzare una lancia.
Ho letto due suoi libri, "indietro Savoia" e "maledetti Savoia" e devo riconoscere, da modesto ricercatore quale sono, che non ha tutti i torti, purtroppo la nostra unità è nata male; nata male perche nata da un furto, da una guerra non dichiarata.
Io sono Bolognese con ascendente Romagnolo e dalle mie ricerche posso dire apertamente che le Romagne stavano meglio quando stavano peggio, tanto che ora esiste un comitato a Cesena ed a Rimini che rivorrebbe il Papa Re.
Non fraintenda non un movimento "fasullo" come quello della "padania" che è solamente una buffonata propagandistica senza nessuna radice storica e perdipiù formato principalmente da lombardi che il concetto di libertà non sanno neppure dove stia di casa.
E' un movimento che non vuole essere considerato fratello dell'emilia in quanto l'emilia è un invenzione di quel folle di Luigi Carlo Farini (non è un offesa allo statista ma Farini morì in manicomino) e per tanto con noi non ha molto a condividere.
Lo Stato vaticano rispettò per 400 anni le caratteristiche culturali e sociali dei popoli delle Romagne e sicuramente SS Pio IX avrebbe fatto larghe concessioni in caso di una Regno federalista, perchè la vera unità d'Italia doveva essere un accordo tra Stati per rendere indipendente la Penisola biu bella del mondo dalle grinfie dell'Europa, grazie a cavour ciò non avvenne.
Con questi presupposti come possiamo ora parlare d'Italia???
La menzogna è sovrana sin dal 1860, tutto di noi è sempre stato piegato al volere di politicanti disonesti.
Un solo uomo cercò di ridare italianità all'Italia e fu Mussolini ma gli fu impedito da quella palla al piede a nome savoia.
Mussolini basava l'unità vera sulla romanità e proprio per questo fu deriso ma era l'unico modo storico per farci riavere un orgoglio Nazionale.
All'unità d'Italia fatta dai piemontesi non ci credo e non ci crederò mai, credo fermamente che nella prima mondiale il popolo era unito, ecco a mio parere la I è stata veramente la nostra guerra d'indipendenza, di unità e di liberazione dal giogo straniero.
Questa odierna repubblica, a cui ho giurato fedeltà è nata, come l'unità savoiarda, da una menzogna ma gli italiani come il sottoscritto l'hanno giurata egualmente in nome e per la difesa del sacro suolo e dell'onore di tutti gli Italiani.
Mi fermo qui se no faccio retorica e non è piacevole ma desidero ribadire che dai miei 61 anni sono pronto a prendere la sciabola ed a lanciarmi anche da solo in una carica mortale per la Patria e per i miei compatrioti.
Pierluigi
Il cimitero libico di cui parlo si trova a soli due chilometri da tripoi, sulla strada dell'aereoporto in località hammangi o sukt lata (tutto volutamente minuscolo trattandosi di nomi libici) e sotto l'immonzia giacciono le spoglie di 8000 nostri connazionali, militari e civili, morti tra il 1924 ed 1970.
Esiste un progetto per la risistemazione del cimitero che risale al 1984 e prevedeva una spesa di circa 120 milioni di Lire, progetto ingnorato da tutti i governi che si sono succeduti.
A titolo di cronaca pochi chilometri più a sud vi è un ciminitero di guerra inglese con circa 500 tombe che sembra un prato per il golf e su cui sventola la bandiera inglese.
Il cmintero è sorvegliato da 10 dipendenti dell'ambasciata inglese di tripoli ed anche nei momenti di tensione nessun libico si è mai sognato di andare colà a strappare un solo filo d'erba, da noi buttano la loro putrida merda ed un presidente del consiglio Italiano va a regalre ad un beduino una statua romana.
Robe da pazzi!!!!!!!
Pierluigi
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