La verità sulla morte dei miei parenti l’appresi solamente quando avevo quattordici anni, nelle vecchie famiglie della mia città si usava così. Quell’età segnava la tua entrata nelle questioni di famiglia, entravi nella stagione adulta ed eri messo a parte delle cose di casa.
Ricordo benissimo che mio nonno, a cui davo del voi, mi disse “tuo fratello non è morto di malattia, è stato fucilato”. Mio fratello era morto all’età di quattro anni, nel 1944.
Da quel giorno ho cominciato ad interessarmi di storia contemporanea, prima ero innamorato dell’Egitto, della sua cultura millenaria, delle sue piramidi, del grande fascino che emanava la sua religione. Entrare in accadimenti cosi vicini a noi mi spaventava ma volevo sapere perché un bambino di quattro anni era stato fucilato come un adulto, quale odio aveva spinto un altro essere umano a stroncare una vita al suo germogliare.
Libri, giornali, tutte le pubblicazioni che sono riuscito a leggere nella biblioteca della mia città mi sono serviti per conoscere il secolo passato. No, non voglio peccare di “onniscienza” non conosco tutto, non ho letto tutto. Ho letto molto su tutte le idee e tutti movimenti che si sono formati negli ultimi cento anni, ciò che è accaduto nel 900 è la somma di almeno 400 anni della storia del mondo. Rivoluzioni, guerre mondiali, stermini d’intere etnie, dittature assolute, negazione delle libertà più elementari, ma anche eroismi, altruismo, genialità, buona fede; non tutto è negativo e non tutto è positivo nel XX secolo.
In tutto questo mio cercare e ricercare ho letto di colossi dai piedi d’argilla, di fulgidi eroi che si sono immolati per un’idea, di vigliacchi che hanno tradito il loro paese e la loro gente, di stermini ingiustificati davanti ai quali la strage degli innocenti pare una favoletta per bambini ma quasi tutti questi accadimenti hanno prima o poi avuto una rilettura, a volte per accentuare gli errori commessi, a volte per ridimensionarli.
Tutta la nostra storia passata è stata rivista con le nuove tecniche e le nuove conoscenze e molti falsi miti del passato sono stati ridimensionati.
Uno degli errori principali che noi commettiamo quando si parla di storia è il leggerla con gli occhi di oggi. Esempi ne potrei portare a migliaia, dallo schiavismo all’inquisizione, dalla conquista delle Americhe all’impero inglese. Questi fatti visti con gli occhi di oggi paiono barbare imposizioni della legge del più forte, dimentichiamo che i nostri progenitori vivevano in società completamente diverse dalla nostra attuale e ciò che a noi appare come vile sopraffazione allora era pratica quotidiana.
Ho voluto fare questa premessa per parlare di un personaggio della nostra storia recente, anzi recentissima, solamente di pochi decenni fa: Mussolini Benito da Predappio.
La mia non vuole essere e non sarà un’analisi politica, storica o sociale. Non voglio disquisire se ha fatto bene o ha fatto male, se aveva ragione o torto, voglio cercare di capire perché un personaggio tanto vicino a noi sia tramandato con un’aura di malvagità e circondato di menzogne e misteri.
Oggi molti di quelli che lo hanno conosciuto sono ancora vivi e vegeti, alcuni suoi diretti collaboratori siedono addirittura nel nostro Parlamento, malgrado ciò di Lui vi è un’immagine distorta. Dittatore, assassino, antisemita, guerrafondaio; queste solamente alcune delle accuse rivoltegli. Dall’altra parte lodi sperticate e osanna per un Duce illuminato e lungimirante. La via di mezzo non esiste, o santo o diavolo. Salvatore della Patria o bieco tiranno, nessuno che lo veda o lo giudichi come figlio del suo tempo, come capo di uno Stato, come uomo.
Nel nostro grande Paese la via di mezzo non esiste. Abbiamo fatto l’unità d’Italia con la frode e la menzogna ma nelle scuole, sino a pochi anni fa, ci raccontavano di sollevazioni popolari.
Abbiamo vinto una prima guerra mondiale ma siamo stati trattati da sconfitti,
abbiamo perso una seconda guerra mondiale ma ci vogliono far credere che l’abbiamo vinta. Cinquant’anni e più di governo hanno volutamente nascosto, sotto il segreto di
Stato, verità che erano sotto gli occhi di tutti; ora queste verità vengono ufficialmente alla luce ma le cose non cambiano, alcuni gruppi continuano a negare l’evidenza.
Abbiamo avuto ministri della giustizia che hanno proposto e fatto approvare leggi per proteggere ladri ed assassini con la scusante della pace nazionale. Bande armate hanno combattuto, e combattono, contro l’ordine costituito, uccidono i servitori dello Stato, commettono omicidi di massa contro inermi civili e la politica di palazzo continua a trovare scusanti e scappatoie con il complice silenzio di un opinione pubblica sottomessa e volutamente ignorante.
La nostra storia recente ha bisogno di verità, ha bisogno non di essere riscritta ma scritta, ciò che sino ad oggi non è mai stato fatto. Dire come stavano veramente le cose durante la guerra civile non è faziosità è verità. Aprire i cassetti su Ustica, sulla strage di Bologna, sull’assassinio di Moro non è riscrivere e scrivere.
Mussolini Benito è l’esempio della menzogna divenuta verità. La sua morte non è mai stata chiara, ne il perché ne il come. I documenti di una Repubblica sono spariti, il tesoro di una Repubblica è sparito. L’orribile macelleria di piazzale Loreto non può essere ricordata perché considerata apologia. I morti civili dell’attentato di via Rasella non hanno neppure una lapide. Le centinaia di civili gettati nelle foibe sono ancora in attesa di una degna sepoltura e di un nome su di una lapide.
Ora chi mi ha letto sino a qui dirà “ecco un altro fascista che parla solo della sua parte”. Falso ed in malafede, parlo dei dimenticati, degli sconfitti, dei morti di serie B, di tutti coloro di cui non si deve parlare perché ricordano cose che è meglio dimenticare.
I morti sono tutti uguali, cosi dovrebbe essere, cosi si costruisce una democrazia, non con l’odio di parte e le discriminazioni.
“Mussolini Benito non fu il più grande statista del XX secolo” cosi dicono coloro che su questo uomo hanno fatto la loro fortuna politica, è vero. Mussolini Benito non fu il più grande statista del secolo passato, fu uno statista, un dittatore salito al potere senza sparare un colpo, senza rivoluzioni proletarie. Fu lo statista delle leggi razziali, del confino, dei tribunali speciali. Fu uno statista senza conti correnti in compiacenti banche Svizzere Fu lo statista appeso per i piedi in una piazza di Milano, sputato dalla folla aizzata dai sapienti “vincitori”.
Sicuramente Mussolini Benito fu tutto questo, non certo il più grande statista del XX secolo ma quanti possono dire lo stesso dei loro dittatori?
Pierluigi de Piccoli Figallo.
Mediolanum XXVII IX MMIII
4 commenti:
Voltaren ho 61 anni, quindi non ho vissuto quel periodo ma basta leggere la storia per capire che la guerra l'Italia la perse e malamente, con un tradimento (8 settembre.
L'Italia è l'unica Nazione al mondo che festeggia una sconfitta, una sanguinosa guerra civile e un numero di partigiani irreale.
Questa macabra festa è il 25 aprile.
Quanto alla tua Sra. Madre falle un saluto da parte mia, vado a Rimini da quando avevo 3 anni e i miei bisnonni paterni erano di Rimini.
A presto, Pierluigi
Caro Heribert sarà un piacere e magari ci andremo assieme in maggio quando comincio a fare i fine settimana a Rimini.
Fatti dare da Ambra la mia mail così ci accordiamo
Pierluigi
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