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lunedì 21 dicembre 2009
giovedì 10 dicembre 2009
W L'ITALIA E GLI ITALIANI (click)
Leggete qui e capirete
http://sarcastycon.wordpress.com/2009/12/07/ayatollah-tettamanzi-2/#comment-3143
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domenica 24 agosto 2008
COME UN CAPPELLANO MILITARE



PROFESSOR ANTONIO DAL MONTE
Ecco qui il medico dei nostri atleti alle Olimpiadi.
Ne ho messo 3 immagini per meglio raccontarlo, ma sarebbe stato necessario ascoltarlo durante i suoi interventi nel racconto di queste ultime Olimpiadi 2008 di Pechino.
Sarebbe stato più facile capire perché lo paragono ad un Cappellano Militare.
Il mondo degli atleti che partecipano alle Olimpiadi è proprio come un Battaglione dell'Esercito, e molti atleti vengono proprio da lì, per cui nella battaglia che combattono ogni quattro anni c'è bisogno di un punto di riferimento solido e sicuro.
Chi meglio del Medico Sportivo può rappresentare questa guida e questo sostegno ?
Il Professor Dal Monte ne è l'emblema ed io desidero rendergli l'omaggio più caldo ed un ringraziamento per come ha, anche lui, rappresentato l'Italia.
lunedì 21 gennaio 2008
PERCHE' NASCONDERE QUESTE PAROLE IN UN COMMENTO ?

ROSSO FERARI
Da Albert per Gio
Amica Giò
Quello che scrivi è ciò che vivevamo nella Modena di allora e all'Autodromo, tutti i giorni, e specialmente quando il Drake era li, ai box, a sovraintendere il lavoro dei suoi uomini.
Ho avuto la fortuna di conoscerlo, di conoscere Mauro Forghieri, di essere considerato nipote, come i suoi nipoti, da parte del vecchio Bazzi, torinese e primo capo motorista in Ferrari, un motorista all'antica, che poggiava la lama del cacciavite su coperchio delle valvole e ti faceva la radiografia precisa di quel motore, d'avere conosciuto tanti piloti di allora, Phil Hill, i fratelli Rodriguez, Scarfiotti, Bandini, Fangio, Lauda, Amon, Shekter e tanti altri, di montare in macchina e girare in pista con Parks, d'avere visto ed essere montato a bordo dell'unica Serenissima di Giovanni Volpi, d'avere sentito i primi vagiti della De Tomaso Bitrave, d'avere provato una Ford Cobra, che allora era la bestia nera dei prototipi Ferrari, d'avere visto, un giorno, entrare dal cancello dei box quel camion che portava una macchina coperta da un telo, e tolto il telo scoprire che sotto c'era una macchina straordinaria e dalle linee futuriste, la prima Miura Lamborghini, e quel mezzogiorno eravamo a tavola con il collaudatore australiano, alto come una pertica e magri come un grissino, ma che mangiava gnocco e tigelle in quantità industriali e beveva Lambrusco che pareva acqua fresca.
Quella era l'epopea dell'automobilismo sportivo ancora da pionieri, con l'amico Luciano Bovina che girava il mondo per conto ai Autosprint, facendo foto a tutti i GP, che mi faceva vedere in anteprima e mi raccontava di vizi e virtù di un mondo che era ancora molto naif, rispetto all'asettico, per la meccanica, mondo della F1 del giorno d'oggi.
Tanto è stato scritto, di quel mondo, ma ancora nessuno ne ha scritto per rendere veramente l'atmosfera di un ambiente che ora pare preistoria, ma li è nata la vera storia dell'automobilismo sportivo in una città, Modena, dove in ogni officina scoprivi dei veri geni dei motori, ed in ogni officina nascevano macchine che poi, la domenica, ti ritrovavi correre sulle piste più improbabili, per il gusto di sentire rombare un motore, e vedere piloti che si sfidavano su qualsiasi cosa che avesse 4 ruote e fosse capace di affrontare una curva "a radec".
Grazie Giò, perchè riporti questo modenese a mangiare un pò di motori e mattane dei bei tempi, mai morti o sopiti
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