
domenica 27 dicembre 2009
sabato 23 maggio 2009
LA LETTERA DI MELANIA RIZZOLI DEPUTATO PdL - LA PRESSE
Dia ai suoi figli un vero esempio di vita, esca da quella casa dorata e si faccia vedere tra le donne italiane
Cara Veronica, Melania Rizzoli (LaPresse)
le scrivo una lettera pubblica a nome mio e di molte mie colleghe parlamentari. Tutte noi abbiamo letto le parole da lei espresse nei confronti di suo marito e tutte noi ne siamo rimaste molto colpite. Non è nostra intenzione commentare le sue iniziative mediatiche che evidentemente esprimono un disagio profondo, ma desideriamo farle conoscere il nostro, di disagio, sicuramente diverso dal suo, ma forse meno personale, poiché comprende l’universo femminile italiano.
Noi deputate del Pdl riteniamo che la sua esternazione pubblica abbia fatto tornare indietro di colpo di cinquant’anni le donne, a quando erano comandate dal maschio dominante ed erano bersaglio del maschilismo becero, a quando venivano considerate solo corpi da guardare e sesso da godere, mentre le proprie mogli erano solo madri e necessariamente casalinghe. Il nostro disagio si è concretizzato alla lettura dei giornali di queste settimane, in cui si sono sprecati i ritratti di donne aspiranti a qualunque cosa, con foto di ragazze seminude (comprese le sue), con puntuali citazioni di amanti e di peccati, abbiamo letto il velato disprezzo per le donne che comunque sfiorano il mondo 'porno' dello spettacolo, i titoli umilianti scelti (velina ingrata), ed il ritratto della donna italiana è tornato, in tre settimane, ad essere quello desolante che a fatica ci eravamo illuse di aver cancellato. L’eco delle sue parole è arrivato sulla stampa estera, dove le italiane sono state dipinte come cortigiane, tutte seno e labbra rifatte, e l’Italia, il cui Capo del Governo ha il cognome che porta lei ed i suoi figli, ritratta come un Paese di veline, tutte col book fotografico sotto il braccio, che mostra il 'lato B', nostro orgoglio nazionale!
Cara Veronica, la potenza del suo amaro messaggio, scelto sicuramente con dolore e con determinazione, ha provocato l’esplosione di una mentalità sopita e mai soppressa. Noi deputate avvistiamo in Transatlantico ammiccanti sorrisi maschili ed ascoltiamo commenti compiaciuti rivolti alla sessualità, grazie a lei invidiata, del nostro Premier. Cara Signora Berlusconi, lei ha sposato un uomo fuori dal comune, che ha sempre avuto quel carattere che lo contraddistingue e che è parte del suo fascino, come lei stessa ha riconosciuto più volte, e suo marito avrà per lei dei difetti anch’essi fuori dal comune, ma deve riconoscere che ha anche una personalità talmente travolgente da averle fatto dichiarare che difficilmente ne avrebbe fatto a meno.
Cara Veronica, ci stupisca ancora, visto che la sua voce ha una eco così vasta, faccia qualcosa di concreto a favore delle donne. Dia ai suoi figli un vero esempio di vita, esca da quella casa dorata e si faccia vedere tra le donne italiane, quelle che tutte le mattine vanno al lavoro per portare a casa lo stipendio. Faccia tornare sui giornali le notizie del terremoto d’Abruzzo e della crisi economica mondiale. Usi la sua forza mediatica non per distruggere ma per costruire, come ha sempre fatto nella sua vita. Abbandoni la sua solitudine e lasci perdere i famelici avvocati e gli eventuali interessati consiglieri, e segua le ragioni del suo cuore perché, per dirla come Pascal: «Il cuore ha delle ragioni che la ragione non conosce».
Cara Veronica, torni a parlare con suo marito, privatamente però, e con la vostra famiglia che cresce, perché da soli, dopo tanto amore e dopo tanta vita, è come un lutto, si soffre, si piange e si sta male, specie se i sentimenti non sono morti, ma restano ancora vivissimi.
Con affetto e stima
Melania Rizzoli
deputato Pdl
23 maggio 2009
domenica 12 aprile 2009
SCRIVO PER VOI RAGAZZI....
domenica 8 marzo 2009
8 MARZO , LE MIMOSE NON BASTANO (click)
domenica 10 agosto 2008
I DIRITTI UMANI IN ITALIA SONO RISPETTATI ? NO !! (click)
venerdì 11 luglio 2008
QUESTO ACCADE OGGI IN ITALIA
Da questo articolo si può farci un'opinione chiara sul degrado di certa Italia.
Che Dio ci protegga.
LA GUZZANTI? ODIA E NON SA AMARE
Giovedí 10.07.2008 11:50
Di Alberto Giannino - Associazione culturale docenti cattolici (ADC)
Questa volta, la signora Sabina Guzzanti, 45 anni, romana, diplomata all'Accademia Nazionale D'Amico, comica, attrice, e imitatrice, ha superato il limite. Non le bastava insultare ogni due e per tre il capo del Governo, ma ora ha alzato il tiro. Ha partecipato alla manifestazione "No Cav" a Roma a Piazza Navona, insieme a giornalisti (Marco Travaglio, Paolo Flores d'Arcais), intellettuali (Andrea Camilleri, Pancho Pardi), esponenti politici (Antonio Di Pietro, Furio Colombo, Rita Borsellino), del mondo dello spettacolo (Beppe Grillo, Moni Ovadia, Ascanio Celestini) e dei girotondi; polemizzando, in prima persona, sul ruolo della Chiesa cattolica in Italia e insultando Benedetto XVI. Scriviamole le parole che la soubrette, cineasta, autrice, politica e quant'altro ha detto sul Papa che odia e disprezza dimostrandolo con tutto il suo livore nei fatti e nelle parole. "Tra vent'anni Benedetto XVI - ha detto - sarà all'inferno con 2 diavoli frocissimi".
Che la Guzzanti fosse in crisi da tempo lo sapevamo: in Tv non appare da anni se non per brevi comparse, il suo programma su rai 3 Riot è durato una puntata, e per ricordarci del lei dobbiamo ritornare agli inizi degli anni '90 con la Dandini, Avati e Ricci. Insomma, una comica che si era buttata sul politico imitando soprattutto D'Alema e Berlusconi. Ora è toccato al Papa. Per due motivi. L'opinione pubblica si è dimenticata di lei, e in questa società se non appari purtroppo non conti. E in secondo luogo perché non ama questo Papa che considera conservatore, retrivo e chiuso sui suoi valori (unioni di fatto, aborto, divorzio, eutanasia, libertà di educazione ecc.). Quelli che per antonomasia sono nella Chiesa i valori non negoziabili, non trattabili, ma in atto nella Spagna e nei Paesi nordici.
Ecco allora che questo Papa è vecchio nelle idee, è un conservatore, è un uomo chiuso al nuovo e soprattutto non recede dai principi del Vangelo di Gesù. Per la signora Guzzanti questo Papa propone la solita minestra riscaldata, propone divieti e tabù. E' un uomo chiuso al nuovo. E in più con il capo della CEI Angelo Bagnasco si ingerirebbe nelle vicende italiane. Ma se lo fa un vescovo progressista, per la Guzzanti è del tutto normale, ma a Benedetto XVI non riesce a perdonarglielo e non dorme la notte. Che dire? Questa volta la Guzzanti ha fatto un turbiloquio degna della persona più arrogante del mondo del laicismo e dell'anticlericalismo, ha commesso vilipendio nei confronti sia di un Capo di stato straniero che del più importante esponente della religione cattolica.
I giornalisti scrivono che la Procura di Roma ha già aperto un fascicolo nei suoi confronti. Vedremo come va a finire. Tanto all'impunità siamo abituati, signor Travaglio. Giusto? E, per favore, nessuno mi venga a dire, che la Guzzanti ha esercitato un diritto di critica, ha espresso delle opinioni, ha manifestato il proprio pensiero. Sono tutte balle. La Guzzanti ha approfittato della manifestazione di Grillo e Di Pietro per ritornare alla ribalta della cronaca, per ritornare in Tv. Del resto solo sparando cosi in alto poteva in qualche modo ritornare a RAI 3 in ultima serata. Se no razionalmente non si spiega il suo gesto e il suo turpiloquio. Violeva fama, gloria, successo, popolarità. Le ha avute, ma il bilancio è negativo, e non le gioveranno sicuramente nella sua carriera.
E' evidentemente una donna confusa e irrazionale quando fa satira che non sa ponderare le sue azioni e i suoi comportamenti. A proposito: di tutte le autorità che c'erano alla manifestazione quanti si sono dissociati dalla Guzzanti? Quanti hanno preso le distanze? Lo dicano e non si limitino a generiche parole di circostanza. Guzzanti ha espresso un linguaggio volgare e scurrile tipico delle osterie, porti, navi e caserme. Anzi, peggio. Per avere un po' di pubblicità ha venduto l'anima al diavolo. In questo senso parla di inferno e di diavoli froci dimostrando anche un razzismo verso gli omosessuali e le lesbiche che tanto l'adorano.
Contrariamente a questo Papa che finalmente sta allontanando i preti pedofili, non vuole candidati dichiaratamente omosex al sacerdozio, e riduce allo stato laicale chi si trova in certe situazioni di grave peccato e per chi tocca un bimbo. Ma chi è la Guzzanti veramente? Ce lo dice l'UAAR che, lo scorso anno, istituì un premio per il miglior film che sarebbe stato presentato alla 64ª Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, in programma dal 29 agosto all'8 settembre 2007. Il riconoscimento, che si chiamava "Premio Brian" dal nome del film satirico dei Monty Python Brian di Nazareth, sarebbe dovuto essere conferito per l'UAAR a «un film che evidenziasse ed esaltasse i valori dal laicismo, cioè la razionalità, il rispetto dei diritti umani, la democrazia, il pluralismo, la valorizzazione delle individualità, le libertà di coscienza, di espressione e di ricerca, il principio di pari opportunità nelle istituzioni pubbliche per tutti i cittadini, senza le frequenti distinzioni basate sul sesso, sull'identità di genere, sull'orientamento sessuale, sulle concezioni filosofiche o religiose».
Indovinate chi ha vinto? Ma naturalmente la Guzzanti con il film "Le ragioni dell'aragosta". Dobbiamo dire altro? Il linguaggio rozzo e truculento verso Benedetto XVI la Guzzanti se lo poteva risparmiare. A lei questo Papa non piace perché è popolare, perchè le sue Udienze generali del mercoledì sono stracolme e strapiene di gente che arriva da tutto il mondo per ascoltare il magistero del successore di Pietro nonchè Vicario di Cristo sulla terra. Alla Guzzanti non va giù un Papa che mette insieme un milione di persone di giovani come peraltro l'amatissimo e indimeticabile Giovanni Paolo II morto al servizio della Chiesa consumandosi e spendendosi fino all'ultimo per essa. Solo Mao, Pol Pot, Stalin Breznev, Saddam, Hitler e dittatori dell'America Latina riuscivano a farlo, ma con la dittatura, la forza e la violenza Benedetto XVI usa altre armi: la mitezza, il cuore e la ragione.
E poi questo Papa non se lo aspettavano. Quando l'hanno visto sul balcone di san Pietro gli è venuto un accidenti. Ma se lo Spirito Santo che è Dio, ha deciso cosi (ispitando i Cardinali elettori) evidentemente era il Papa giusto al posto giusto. Non a caso il nostro è il tempo di Zapatero, di Milingo e di Moon, della Chiesa anglicana che ordina vescovi donne e vescovi gay, dei preti pedofili, delle Chiese vuote, della carenza di vocazioni sacerdotali, del relativismo culturale, del nichilismo e dello scientismo e dello scetticismo inoculato anche nelle scuole di stato in maniera disonesta e scorretta. La Guzzanti con il suo bullismo verbale ha dimostrato di essere un personaggio inquietante, che odia e che non sa amare, che è intollerante e non sa dialogare, che non sa cosa sia la mediazione o il confronto.
Papa Benedetto XVI l'avrà già perdonata. Del resto Cristo ci diceva 2000 anni fa: "Ama il prossimo tuo come te stesso" e inoltre "perdona fino a 70 volte 7." Benedetto XVI è un uomo di carità e si comporterà di conseguenza. Non sa neanche chi sia questa signora, ma sa che è ostile al cattolicesimo e a lui che ne è il capo. Sa che è una "Killer" della Chiesa con le sue espressioni volgari e ignobili. In questa triste e penosa vicenda viene a galla tutto lo squallore e il degrado morale di personaggi che Rai 3 ha mantenuto e fatto conoscere al grande pubblico con i soldi pubblici. Per che cosa? Per una forma congenita di ateismo aggressivo e militante che speravamo fosse finito, ma che ogni tanto ritorna, per una ostilità preconcetta contro Benedetto XVI. Ma cosa volete che sia tutto ciò per personaggi che "vivono come se Dio non esistesse" e per loro (senza Dio) tutto diventa lecito. Anche il vilipendio e il turpiloquio? Certo le sue indimidazioni pepotevano fermare il Papa, ma non questo Papa. Che ha un unico obiettivo: quello di "annunciare a tutti la Buona Novella fino agli estremi confini della terra". Ricordi signora Guzzanti Benedetto XVI è un uomo mite , ma forte. E non saranno le sue volgarità a fermarlo.
martedì 8 luglio 2008
ITALIA MIA, BENCHE' 'L PARLAR SIA INDARNO...

Lo scontro finale
Scritto da Mauro Mellini
martedì 08 luglio 2008
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Siamo arrivati al punto che lo scontro è inevitabile.Lo scontro tra chi, avendo ricevuto dal popolo un inequivoco e legittimo mandato, intende governare il Paese e chi ritiene di essere investito del diritto, anzi, del sacro dovere, di stabilire chi ha il diritto di essere investito del mandato popolare e di mantenerlo, il che, in parole povere significa il potere di sostituirsi al mandato popolare e di stabilire quale sia il voto (buono e) valido e quello (cattivo e) annullabile. E’ uno scontro, quello di oggi, che si verifica a distanza di anni da quando i censori del voto popolare, nel 1994, decisero che la vittoria di Berlusconi, appena sceso in campo, “non valeva” e, quasi senza colpo ferire lo “sostituirono”, grazie anche alla fattiva compiacenza di “uno di loro”, del Presidente Scalfaro.
Da allora è passata parecchia acqua sotto i ponti. Quella pretesa di supersovranità non è stata mai dismessa.
Anzi è stata esercitata, seppure in modo intermittente e frammentario, con utilizzazione di “spalle” diverse, dal Quirinale a componenti della stessa maggioranza, dalla stampa della grande finanza ai partiti di una sinistra che, dichiaratamente o meno, ha finito col considerare il giustizialismo come l’ultima sua spiaggia.
Oggi, dopo la vittoria di Berlusconi alle elezioni, netta e chiara, senza l’equivoco della quinta colonna dell’insulsaggine Casiniana e dopo che l’altrimenti puerile e grottesca ripresa degli attacchi a base di vecchie scorie di inchieste degli anni ruggenti dell’antiberlusconismo giudiziario e di vergognose intercettazioni perpetrate nell’ambito di inchieste “esplorative” è riuscita a mettere in crisi non il governo, ma la linea e la leadership dell’opposizione, costringendo Veltroni, o fornendo a lui il necessario alibi (che nel marasma della sinistra è più o meno lo stesso) ad abbandonare il “dialogo” e la presa di distanza dalla Sinistra Arcobaleno, che aveva contraddistinto, non senza equivoci, (tra cui l’ipotetica dipietrista) la campagna elettorale, ed a tornare a teorizzare lo scontro con la maggioranza e col governo di Berlusconi ed a sostenere le pretese pangiurisdizionaliste e di interventismo politico della magistratura che è di nuovo pieno e manifesto.
E, soprattutto, sembra proprio, malgrado qualche tentennamento e qualche piccola retromarcia più o meno televisiva, e malgrado le solite voci di auspicati compromessi, dati per intervenuti, che governo e maggioranza sulla giustizia, cioè nello scontro, appunto con questa fazione eversiva velleitariamente egemonica e supersovrana, non intendono, come certo non debbono, per il rispetto verso se stessi e verso il popolo, assolutamente mollare e retrocedere.
Quali che siano le apparenze, l’esito dello scontro non dipenderà dalla forza e dalla determinazione dei magistrati oltranzisti. I quali, senza la stolta solidarietà dei loro colleghi che ne respingono, magari, stravaganze ed eccessi di manifesta faziosità, ma non negano loro solidarietà in nome di una mal concepita indipendenza e di una sostanziale irresponsabilità, oltre che di interessi corporativi nulla potrebbero e presto (e male, per loro) sarebbero emarginati. E nulla potrebbero senza “spalle” non tanto nel populismo giustizialista becero e cafone di Di Pietro a quello altrettanto becero dell’abatino Travaglio, ma piuttosto quelle del moderatismo di chi invoca “compostezza e buone maniere” nello scontro con autentici terroristi della toga ed anzi auspica che lo scontro stesso sia evitato.
Ma è altro che qui ed ora vogliamo e dobbiamo affermare, considerando proprio le responsabilità che derivano dalla presa d’atto di questa ineluttabilità dello scontro. Responsabilità anche nostre, che non ne abbiamo, e pochissime ne abbiamo avute in passato, di istituzionali. Responsabilità d’ordine intellettuale e morale, quali quelle che ha ogni cittadino che intende rappresentare e caldeggiare presso altri, poco importa se molti o pochi, scelte rilevanti per la cosa pubblica.
E noi la scelta dello scontro l’abbiamo da anni rappresentata come necessaria ed eneludibile, anche quando nessuno pareva volesse darci ragione.
Quel che credo occorra in questo momento ribadire con forza e fermezza è l’appello a quei magistrati che sono degni di tale funzione e dei suoi alti compiti, che non sono affetti da protagonismo esiziale, da pretese di dover esercitare una missione nei confronti del Popolo per salvarlo dalle sue stesse scelte ritenute malefiche etc. etc. e che non sono neppure somari e fannulloni in cerca di coperture e di assicurazioni contro le contestazioni di queste loro tristi qualità, di compiere un gesto di dissociazione, una scelta di una via diversa da quella imboccata da tanti loro Colleghi che per anni sono riusciti ad egemonizzare la categoria e che sembra non si rendano conto che oramai l’epoca in cui per i magistrati spararle sempre più grosse in senso giustizialista e sinistrorso era il modo migliore per assicurarsi successo o, almeno, impunità e vita tranquilla.
Ciò che si deve chiedere a questi magistrati degni di rispetto e di considerazione non è, però un mero gesto formale. Né solo di astenersi personalmente da certi comportamenti oggettivamente (ma, per taluni, non solo oggettivamente) eversivi.
No, questo non basta più. Occorre spezzare una mal concepita solidarietà. Occorre smetterla di invocare l’indipendenza, l’incensurabilità dell’esercizio delle funzioni a tutela di queste manifestazioni anche altrui di faziosità o, magari, di asinità.
Occorre, anche nell’esercizio delle funzioni giudiziarie vere e proprie, metter da parte quel colpevole atteggiamento per il quale le più grosse corbellerie del “Collega” sono quelle che vanno meno evidenziate, a costo di confermarle e di condividerne le responsabilità.
Quanto vi chiediamo signori magistrati per bene, amici (ci sia consentito) magistrati per bene, é certamente nell’interesse di tutti i cittadini. E’ certamente nell’interesse della Comunità. Ma è nell’interesse della stessa magistratura che rischia di essere travolta nel suo complesso, anche con i suoi uomini migliori e con i valori più significativi della sua funzione, da scelte che le hanno dato una effimera gloria, un potere spropositato, ma l’hanno anche immiserita e screditata, ponendola in una situazione che non potrà essere tollerata troppo a lungo dal Paese, quali che debbano essere le sue sorti politiche.
Se c’è una magistratura moderata, tale non solo nelle parole e nelle etichette, è ora che si manifesti per tale. Prima che sia troppo tardi. Senza gli scrupoli di una solidarietà di casta che diventa, sempre più manifestamente, colpevole e deleteria. Sarà il miglior servizio che degnissime persone possano fare al Paese.
Da: www.giustiziagiusta.info
lunedì 19 maggio 2008
giovedì 15 maggio 2008
TROVIAMO I BAMBINI (clik)
http://www.troviamoibambini.it/index.php/denise-pipitone-piera-maggio-zingari-bambini-scomparsi/
La lettera della mamma di Denise Pipitone
Gira questa mail a tutte le persone che conosci.
IL COMITATO
Troviamo i bambini
sabato 2 febbraio 2008
domenica 27 gennaio 2008
mercoledì 23 gennaio 2008
domenica 13 gennaio 2008
LA LIBIA VIVE COME NAZIONE PERCHE' CI FURONO QUEGLI ITALIANI

Il cimitero libico di cui parlo si trova a soli due chilometri da tripoli, sulla strada dell'aereoporto in località hammangi o sukt lata (tutto volutamente minuscolo trattandosi di nomi libici) e sotto l'immonzia giacciono le spoglie di 8000 nostri connazionali, militari e civili, morti tra il 1924 ed 1970.Esiste un progetto per la risistemazione del cimitero che risale al 1984 e prevedeva una spesa di circa 120 milioni di Lire, progetto ingnorato da tutti i governi che si sono succeduti.A titolo di cronaca pochi chilometri più a sud vi è un ciminitero di guerra inglese con circa 500 tombe che sembra un prato per il golf e su cui sventola la bandiera inglese.Il cmintero è sorvegliato da 10 dipendenti dell'ambasciata inglese di tripoli ed anche nei momenti di tensione nessun libico si è mai sognato di andare colà a strappare un solo filo d'erba, da noi buttano la loro putrida merda ed un presidente del consiglio Italiano va a regalre ad un beduino una statua romana.Robe da pazzi!!!!!!!
Pierluigi
13 gennaio 2008 20.48
giovedì 10 gennaio 2008
INTANTO SI AFFOGA NELLA 'MONNEZZA' E SI MUORE A UFO.
Per ogni dove non si sentono che lamentele, alte grida di scontento, critiche feroci all'Italia degli Italiani, al Governo in carica, che incolpa dei mali in cui ci veniamo a trovare il Governo precedente.
Ma, in prima persona Berlusconi. Una sola persona viene coperta di ludibrio a destra e a manca.
La maggioranza di governo non fa o fa male ? Di chi è la colpa ? Dell'opposizione che non rimedia.
Il capo del Governo, Prodi per la precisione, non sa risolvere i mali contingenti e gravi che ci opprimono ? Non è solo lui il colpevole che "tace e non fa", ma è di Berlusconi che "va in vacanza ad Antigua", quasi non fosse andato per affari (suoi s'intende, ma tali da procurare ricchezza per tutti)
La RAi fa schifo ? Colpa di Berlusconi che ha il "monopolio(?) della Tv".
La sinistra fa orrore ? Ma anche la destra......
Sarebbe ora di smetterla di fare a scaricabarile.
Cosa deve fare l'opposizione se la maggioranza usa un esercito di stampelle che gli vengono in soccorso col voto, voto peloso e carissimo, ma voto che conta 1, 2, 3.....punti per la maggioranza ?
La matematica puoi commentarla, ma la devi comunque accettare per quello che dice.
Benissimo ! Non resta che scendere in piazza. Chi se ne deve assumere l'iniziativa e la responsabilità ?
Quanti sono, di quelli che predicano e "preficano", che scenderebbero in piazza a rischiare la bucchia ?
Mio padre diceva sempre "i discorsi non fan farina".