domenica 20 gennaio 2008

LE PAROLE DI UN MUSULMANO - MAGDI ALLAM

Cari amici,
quando questa mattina verso la fine del suo discorso all’Angelus domenicale il Papa si è rivolto ai 200 mila fedeli che gremivano Piazza San Pietro e via della Conciliazione a Roma con la medesima espressione che mi è abituale da lunghi anni, “cari amici”, mi si è aperto il cuore e si è consolidato in me il convincimento della profonda sintonia spirituale con l’uomo che io oggi considero l’unico vero faro e l’autentico paladino dei valori assoluti, universali e trascendenti che sostanziano l’essenza della nostra umanità, così come sono convinto che rappresenti l’estremo baluardo di difesa della civiltà occidentale dal cancro del relativismo cognitivo, etico, culturale e religioso, nonché di resistenza dall’aggressione del nichilismo dell’estremismo islamico globalizzato che ha messo solide radici all’interno stesso dell’Occidente.
Ugualmente ho sentito che Benedetto XVI mi era sempre più vicino quando ha usato, sempre nel finale dell’Angelus, un’altra espressione che mi è abituale, “andiamo avanti”, e quando ha indicato nella “verità e libertà” il percorso da intraprendere. Ebbene il quel “cari amici”, “andiamo avanti” e “verità e libertà”, c’è la sintesi di un uomo che a fronte dell’acutezza intellettuale e profondità scientifica che contraddistinguono il suo eccezionale profilo teologico e accademico, è capace di una rara semplicità e disponibilità nel rapporto con l’altro, è animato da una solida volontà di affrontare con fermezza e vincere con determinazione le sfide imposte da un’umanità lacerata al suo interno e in conflitto con se stessa, è sorretto da una incrollabile fede nella verità che è tale sul piano terreno e trascendentale, nella sacralità della vita e nella libertà che s’identifica con la piena dignità della persona.
Che lezione di vita e di fede ci ha dato quando, sfiorando appena nella seconda metà dell’Angelus l’incresciosa vicenda che l’ha indotto, con una decisione fondata e saggia, a rinunciare “mio malgrado” alla visita all’Università La Sapienza, l’accademico di lunga data Joseph Ratzinger si è limitato ad esortare gli studenti: “Da professore vi dico, rispettate le opinioni altrui”. Che un Papa invochi il rispetto, con il sottinteso è che è venuto meno il rispetto nei suoi confronti, significa che in Italia è in crisi il fondamento della civiltà occidentale e il pilastro dei diritti dell’uomo: la libertà d’espressione. E giustamente il Santo Padre ci sollecita a focalizzare l’attenzione proprio sulla violazione del pilastro della civile convivenza, senza cui si precipita inevitabilmente nelle barbarie.
Il discorso del Papa ci chiarisce che chi lo teme, chi vorrebbe tacitarlo e chi gli ha impedito di parlare alla Sapienza, ha in realtà paura non delle supposte posizioni dogmatiche o peggio ancora oscurantiste di Benedetto XVI, bensì del confronto razionale. Questo Papa è immensamente grande perché è in grado di sfidare e di vincere il confronto con i laicisti e i relativisti sul piano prettamente razionale. Ciò che i suoi nemici temono non è la sua solida fede che loro rigettano aprioristicamente, ma la forza della sua argomentazione razionale a cui non dovrebbero sottrarsi. Se lo fanno, e lo fanno, vuol dire che non sono solo poveri di spirito ma sono innanzitutto degli impostori che hanno sostituito l’ideologia al posto della scienza e della ragione.
Il Santo Padre ha vinto alla grande la battaglia impostagli dalla minoranza di docenti accecati dal fanatismo relativista e positivista e di un pugno di studenti inebriati dalla violenza ideologica vetero-comunista, ma la guerra è ancora lunga. La sfida che abbiamo di fronte sarà definitivamente vinta solo quando riusciremo a riscattare la certezza della verità dalla piaga del relativismo; a radicare in noi il sistema dei valori che corrisponde al bene comune affrancandoci dalla deriva etica; a compiere la buona azione che realizza il legittimo interesse della collettività bonificando il Tempio della politica dagli spregiudicati mercanti che l’hanno profanato per perseguire i propri egoistici interessi danneggiando l’insieme della collettività.

3 commenti:

albert ha detto...

Un solo commento: quanti grandi cristiani italiani sanno scrivere come Allam e rendere la vera dimensione dell'immanenza del pensiero di Benedetto XVI, che con la sua semplicità sta riportando la Chiesa all'origine del Cristianesimo, al concetto del divino e della fratellanza umana.

ambra ha detto...

E' solo questione di saper camminare appena sopra la melma che ricopre la quotidianità.

Maria ha detto...

Ormai l'ateismo sta dilagando e iol mondo precipitando verso l'abisso