"I PARTITI E IL REGIME"
Aldo Torchiaro è un bravo giornalista di ispirazione socialista, collaboratore anche dell'Opinione delle Libertà.
Di Aldo non condivido proprio tutte le idee e scelte e spesso mi permetto simpatici commenti "bacchettanti" sul suo blog www.aldotorchiaro.ilcannocchiale.it. Purtuttavia è impossibile non affermare che egli, di volta in volta, sappia fotografare l'attuale situazione politica del nostro povero Beplaese.
Aldo recentemente scrive:
"I partiti stanno cambiando, eccome. Nati per rappresentare gli interessi economici di classi sociali contrapposte (fino alle armi), oggi sono tutt'altro: organizzazioni che fanno lobbying quasi senza più alcun riferimento ideologico, purtroppo o per fortuna.
Qualcuno, in casa radicale, definisce la "partitocrazia" un "crimine di regime". Chi come me ama Bobbio, ricorda con nostalgia una sua definizione: partiti come colonne della democrazia. Talvolta di plastica, troppo spesso senza democrazia interna, artificiosi, fusi a freddo, nati dalle provette di laboratori statistici e di marketing elettorale. Nati per veicolare interessi. Proteggere caste. Modificare leggi pro domo propria. Tutto vero, sì.
Ma insostituibilmente.
Personalmente vorrei credere nei partiti.
E personalmente credo solo ed esclusivamente ai partiti storici.
Non ho mai accettato l'iscrizione a partiti di plastica, specie se "di massa" (e quindi di classe, direbbe Pannella dal quale pur mi sento distante da alcuni anni. Di sub-classe, di sub-cultura, direi io).
La parola partitocrazia non mi piace, non mi è mai piaciuta.
Mi fa orrore pensare che i partiti possano diventare strumenti sopra alle nostre umili testoline.
Mi fa adontare, invece, pensare che dietro a taluni o a molti di codesti partiti, vi siano omuncoli che "muovano i fili". Fili che reggono gli omuncoli stessi e dietro ai quali ci sono le vere lobby. Meglio se economico-finanziarie. Megio se sindacatocratiche. Meglio se giustizialiste a senso unico, perché no ?
Dopo il '92 l'Italia è morta. Parliamoci chiaramente.
Parliamo tanto, ma non ci accorgiamo di essere fantasmi: i fantasmi di noi stessi. Fantasmi che hanno creduto o credono ancora al liberalismo, al repubblicanesimo, al socialismo....
Ma chi ce lo fa fare, oggi ?
Spazziamo via QUESTA classe dirigente. Andreotti era un Divo veramente, rispetto a questi qui.
Destra, sinistra. Che grandi idiozie.
Oggi quelli come me sono costretti a votare per il Berlusca, ma solo perché dall'altra parte è molto peggio. E' una frase che ho da poco letto sul blog dell'amico Mauro Suttora e la condivido in toto.
E ciò purtuttavia mi deprime ancora. E mi lascia con l'amaro in bocca, anziché con il sapore di Stock 84 di quella Milano che, sarà stata da bere, ma contava ancora qualche cosa. Così come l'Italia intera.
Luca Bagatin
www.lucabagatin.ilcannocchiale.it
sabato 5 luglio 2008
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
13 commenti:
La nostra "classe dirigente" è giustamente considerata di scarso valore perché l'Italia è in condizioni semi-coloniali. La politica estera e quella militare sono di fatto eterodirette (NATO ed USA), quella finanziaria e monetaria è decisa da BEC e FMI (banchieri), una gran quantità di leggi e regolamenti sono di spettanze della UE, specie dopo la sciaguratissima approvazione italiana del trattato di Lisbona. In simili condizioni, il potere stesso dei nostri politici è quanto mai ridotto, trovandosi in condizioni di dipendenza più da poteri forti extra-nazionali che non dai loro stessi elettori.
Caro De Turris, se non fossimo alleati degli USA probabilmente ci troveremo nella stessa situazione del Nord Africa.
Se, peraltro, non fossimo e non fossimo stati "sotto l'ombrello della Nato" oggi ci troveremo nella stessa situazione dei Paesi dell'Est.
Se l'italia è un Paese un po' meno medievale lo dobbiamo proprio a questi due fondamentali elementi.
Possiamo essere perplessi sulla mancata unità politica dell'Europa, ma non certo sulle aue basi occidentali ed atlantiche.
Altrimenti inviterei chiunque ad emigrare in Ungheria, Polonia, Estonia, nella Russia di Putin & dintorni.
Caro Luca Bagatin,
rispondo in breve.
1) l'Italia ha una storia millenaria, che fa di quella italiana una civiltà non inferiore a nessun'altra.
2)L'Italia prima della conquista americana non era certo una nazione debole, da nessun punto di vista
3) in un rapporto di vassallaggio, quale quello a cui siamo sottoposto, ciò che si dà è maggiore di quello che si riceve
POSSIAMO E DOBBIAMO DIVENIRE INDIPENDENTI, O SARA' LA NOSTRA FINE
L'Italia ha una storia millenaria ?
Beh, se parliamo della civiltà Romana sì.
Se passiamo al medioevo, sino all'800 vediamo come l'italia sia un Paese senza una storia propria, avezzo anzi al vassallaggio.
Senza le lotte Risorgimentali, il nostro paese, sarebbe ancora sotto il giogo austriaco, del papa e dei borboni. Un giogo che non è certo quello della democraticissima repubblica americana che,anzi, ha saputo liberarsi alla fine del '700.
Gli USA non hanno conquistato nessuno. Semplicemente, dal dopoguerra ad oggi, sono fortunatamente nostri amici. Amici senza i quali non saremo andati né andremo da nessuna parte.
Non abbiamo risorse, non abbiamo dané, ma soprattutto siamo un popolo bove per la maggior parte.
Il massimo che possiamo fare è diventare antitaliani.
Ovvero più cansapevoli della nostra individualità, maggiormente indipendenti gli uni dagli altri, essere meno caciarosi, meno furbetti del quartierino....
Mi sorprende che Tu salti a piè pari tutto il Medioevo e l'era moderna, in cui l'Italia, che possedeva una civiltà sua propria, ha dato dei contributi immensi all'umanità, dalla nascita della scienza, al diritto, alla filosofia, all'architettura, pittura, scultura, musica, canto. Certamente, è rimasta sino all'800 inoltrato una nazione divisa e discorde, quindi politicamente debole. Ma debolezza politica non significa affatto di per sè debolezza culturale e più in generale di "Kultur".
Ribadisco che la civiltà italiana non è inferiore a nessun'altra al mondo.
Ancora un'ultima considerazione. Tu ricordi la liberazione dell'Italia dagli stranieri operata durante il Risorgimento. Concordo appieno, ma anche ora siamo sotto un dominio straniero: la politica estera, militare, finanziaria, sono decise da altri. Se non era un bene nei secoli trascorsi, non lo è certo ora.
Per il resto, condivido quando dici di smetterla d'essere privi di senso civico, aggiungendo da parte mia anche quello patriottico: le due cose vanno assieme.
Studi sulla civiltà italiana hanno riempito infinite biblioteche, e non posso certo pretendere di ricordarne qui anche solo i suoi maggiori contributi.
Voglio comunque ancora aggiungere che nell'intellettualità tedesca, da Leibniz a Goethe, da Burckhard a Nietsche, da Thomas Mann, essa è sempre stata un modello. Inoltre, essa è conosciuta ed altamente apprezzata dalla cultura inglese.
En passant, dico ancora che abbiamo due grandi letterature nazionali, quella latina e quella italiana, fra cui il Poeta per eccellenza, Dante Alighieri.
Mi fermo, perché non basterebbe tutta la Rete.
Grandezza culturale, certo. Ma a pannaggiuo di certuni e non dei molti.
E la politica, con la cultura c'entra sempre.
O un artista era foraggiato da un mecenate oppure....era ricco !
Ribadisco che la civiltà italiana non esiste. Esiste la civiltà romana o graco romana, alla quale l'Italia si rifà per moltissimi versi.
Dante, certo. Ma Dante si rifà all'Ermetismo, all'Orfismo ecc...
Ribadisco anche che, senza una politica atlantica o filo-occidentale l'Italia non è mai andata da nessuna parte.
A meno che non vogliamo diventare come la vecchia Jugolsavia di Tito.
Do you remember ? Non mi pare fosse la panacea, nemmeno artistica.
Con tutto rispetto, dire che non esista la civiltà italiana mi pare un'enormità, in contraddizione con un'immensa mole di studi e di pensatori.
Altrettanto, non è affatto vero che l'Italia non abbia produtto nulla prima del Patto Atlantico. Sinceramente, senza polemica, mi domando come si possa pensare ciò.
In quanto al rapporto fra cultura e politica, non capisco perché debba necessariamenete deprezzare la prima. Comunque, questo legame non è affatto necessario, e si ritrova anche oggi (vedi USA)
Comunque, è la perdita d'indipendenza dell'Italia ad aver segnato un suo declino, anche cultuale, quel che è innegabile. Si vuole confrontare la grandissima cultura italiana dei secoli passati con quello d'oggi, largamente americanizzata? Nessun paragone è possibile, anche solo lontanamente
P.S. Dante non ha rapporti alcuni con la filosofia ermetica, né con l'orfismo, all'epoca del tutto sconosciuto.
Anzi, quella che non esiste come cultura è proprio quella americana, tipica d'un popolo interamente meticcio, con una breve storia ed il cui unico prodotto culturale di rilievo (si fa per dire) è Hollywood, a cui magari si può aggiungere la musica leggera (appunto ...)
Al contrario, la cultura latina ed italiana ha conosciuto una grandissima continuità nei secoli, mantenendo vivo il retaggio romano, come giustamente hai osservato, ma rinnovandolo. Tale continuità è stata spezzata dalla barbarie dell'americanizzazione, veicolata da pellicole stupide ed oscene, canzonette ridicole, mode ed atteggiamenti ecc. ecc.
Niente da paragonarsi a Dante, a Leonardo, a Palestrina, a Galileo Galilei, Cicerone, Virgilio, Brunelleschi, Michelangelo, Giordano Bruno, Tommaso d'Aquino, Verdi, Vivaldi, Pergolesi ed infiniti altri, infiniti ...
L'italia è un paese politicamente da sempre fragile e a scarsa vocazione democratica.
E' un Paese di masochisti che ama soccombere. E la religione non ne è affatto estranea.
Senza il Patto Atlantico e senza l'entrata in Europa, non avrei visto né vedrei alternative.
Quanto alla cultura, non riesco a vedere ove si sia americanizzata la cultura italiana se non nel mio piatto ogni volta che mi metto a mangiare: io adoro mettere ketkup e salsina rosa nella mia pasta.
Questione di gusti che, forse, saranno anche causa del mio mal (così come certe canzonette e pellicole amerikane col kappa che mi sorbisco con grande gaudio pur non dimenticandomi di approfondire anche qualcosa d'altro).
La cultura è fatta per circolare ed essere libera da colori politici, etnici, ideologici ecc...
Internet è il maremagnum della cultura libera.
E non a caso è scarsamente ancora utilizzato in Italia.
Caro Luca Bagatin,
anche Tu vorrai convenire che l'argomento, complesso, forse non è il più adatto ad essere qui ed ora.
Comunque, per quanto riguarda l'americanizzazione della cultura basti questo breve elenco:
-la lingua
-la musica
-l'architettura
-televisione e cinema (che sono veicoli culturali di grande impatto per l'uso massivo che la maggior parte degli italiani ne fanno)
-i modelli di vita
-determinati valori e principi
L'Italia, prima del 1945, non era affatto un paese debole, neppure come volontà: lo è diventato in conseguenza della sconfitta e della sua subalternità.
Cordiali saluti
Marco
La compenetrazione delle culture non pesno sia un problema, anzi, è una ricchezza.
Il fatto che oggi per dire "va bene" magari diciamo "okay" non mi appare un'aberrazione. Bensì un'evoluzione, anche del costuime se vogliamo.
Prima del '45 ?
Beh, non mi pare che l'Italia Liberale e Monarchica fosse questo popò di potenza solida...al punto che bastò un maestrino scalcagnato e scalmanato come Benito Mussolini per metterla a soqquadro.
Oggi, almeno siamo tutto sommato in democrazia, abbiamo la repubblica e possiamo dissertare tutto sommato liberamente.
Prima del '45....io certamente sarei finito in galera !
Posta un commento