martedì 1 luglio 2008

Dialogo tra articoli.

Leggerete adesso, tra alcuni articoli odierni sul tema CSM, alcuni commenti "secchi" che partono dal PONZIO PILATO che è al termine del post.

Perchè, vedrete ( eheheh ) che gli articoli sono a "rovescio" come da pagina mail alla quale abbiamo risposto e allora, non continuate a leggere subito dopo queste parole, andate a scorrere al contrario e così potrete, in questa giornata da 1° luglio 2008 abbastanza accaldata, avere una ulteriore sofferenza per questo mio "scherzetto senza dolcetto".

Buona serata.
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La lettera di Napolitano al Csm
Questo il testo integrale della lettera che il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha indirizzato al vice presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, Nicola Mancino.
«Nel momento in cui giunge all'esame conclusivo in seduta plenaria il parere sul decreto-legge n. 92 del 23 maggio 2008, desidero innanzitutto esprimerle la mia piena comprensione per il disagio da lei manifestato dinanzi alla violazione, in fase istruttoria, di quella regola di riservatezza che andrebbe rigorosamente osservata da parte di tutti i componenti del Csm e delle sue Commissioni nel corso della preparazione e discussione di atti impegnativi e di particolare delicatezza. Il suo severo richiamo al rispetto di tale regola è da me fortemente condiviso. Non può invece suscitare sorpresa o scandalo il fatto che il Csm formuli un parere - diretto al ministro della Giustizia - su un progetto di legge di assai notevole incidenza su materie di diretto interesse del Csm stesso. Si tratta infatti di una facoltà attribuitagli espressamente dalla legge n. 194 del 1958, il cui esercizio si è consolidato in una costante prassi istituzionale. I disegni di legge su cui il Csm è chiamato a dare pareri sono quelli "concernenti l'ordinamento giudiziario, l'amministrazione della giustizia e ogni altro oggetto comunque attinente alle predette materie". I pareri sono dunque destinati a rilevare e segnalare le ricadute che le normative proposte all'esame del Parlamento si presume possano concretamente avere sullo svolgimento della funzione giurisdizionale. Così correttamente intesa, l'espressione di un parere del Csm non interferisce - altra mia preoccupazione già espressa nel passato - con le funzioni proprie ed esclusive del Parlamento: anche quando, come nel caso dei decreti-legge, per evidenti vincoli temporali, tale parere non abbia modo di esprimersi prima che il Parlamento abbia iniziato a discutere e deliberare. In questo quadro, non può esservi dubbio o equivoco sul fatto che al Csm non spetti in alcun modo quel vaglio di costituzionalità cui, com'è noto, nel nostro ordinamento sono legittimate altre istituzioni. Confido che nell'odierno dibattito e nelle deliberazioni che lo concluderanno, non si dia adito a confusioni e quindi a facili polemiche in proposito. La distinzione dei ruoli e il rispetto reciproco, il senso del limite e un costante sforzo di leale cooperazione, sono condizioni essenziali ai fini della tutela e della valorizzazione di ciascuna istituzione, delle sue prerogative e facoltà».
'Blocca-processi'/ Napolitano: il Csm non dà vagli di costituzionalità
Martedí 01.07.2008 16:24


"Non ci sono dubbi che possa dare pareri. Ma appunto si tratta di un parere e quindi non ha alcun effetto né vincolante né impegnativo. Poi è chiaro la decisione è del Parlamento. Però un parere il Csm lo può dare. Un parere che può essere tranquillamente ignorato dal Parlamento". Così Antonio Baldassarre, presidente emerito della Corte Costituzionale, intervistato da Affaritaliani.it sulla possibilità da parte del Csm di esprimere un giudizio sul provvedimento 'blocca processi'.
"L'espressione di un parere del Csm non interferisce con le funzioni proprie ed esclusive del Parlamento". Lo sottolinea il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in una lettera inviata al vicepresidente del Csm Nicola Mancino. La lettera è stata letta dallo stesso Mancino in apertura del plenum a Palazzo dei Marescialli che dovrà esaminare il parere sul decreto sicurezza, che comprende anche la norma cosiddetta 'blocca-processi'. "Non può suscitare sorpresa o scandalo il fatto che il Csm formuli un parere, diretto al ministro della Giustizia, su un progetto di legge di assai notevole incidenza su materie di diretto interesse del Csm stesso - prosegue il Capo dello Stato -. Si tratta di una facoltà attribuitagli dalla legge, il cui esercizio è consolidato in una costante prassi istituzionale". I "pareri" del Csm "sono dunque destinati a rilevare e segnalare le ricadute che le normative proposte all'esame del Parlamento si presume possano concretamente avere sullo svolgimento della funzione giurisdizionale".

Napolitano esordisce esprimendo piena condivisione per il "disagio" manifestato da Mancino quando da Palazzo dei Marescialli è stata violata la "regola di riservatezza che andrebbe rigorosamente osservata da parte di tutti i componenti del Csm e delle sue commissioni nel corso della preparazione e discussione di atti impegnativi e di particolare delicatezza. Il suo severo richiamo al rispetto di tale regola è da me fortemente condiviso", aggiunge Napolitano. E conclude: "Confido che nell'odierno dibattito e nelle deliberazioni che lo concluderanno, non si dia adito a confusioni e quindi a facili polemiche in proposito. La distinzione dei ruoli e il rispetto reciproco, il senso del limite e un costante sforzo di leale cooperazione sono condizioni essenziali ai fini della tutela e della valorizzazione di ciascuna istituzione, delle sue prerogative e facoltà".

GIUSTIZIA/ SCHIFANI-FINI: BENE NAPOLITANO, CHIARISCE LIMITI CSM

I Presidenti di Senato e Camera, Renato Schifani e Gianfranco Fini, esprimono "il loro vivo apprezzamento" per la lettera inviata dal Capo dello Stato al Vice Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, Nicola Mancino. "Con l`equilibrio che unanimemente gli è riconosciuto - precisano i Presidenti Schifani e Fini - il Presidente della Repubblica è riuscito a fare chiarezza sui limiti entro i quali, nel rispetto della Costituzione, il CSM può esprimere pareri circa i provvedimenti all`esame delle Assemblee legislative". Lo rende noto un comunicato congiunto diramato dagli Uffici Stampa di Camera e Senato.


Però l'ha bloccato, in qualche modo.
Ora vediamo che fanno.
Ciao.
Solo in qualche modo.

"Csm non è giudice costituzionale"
Napolitano: "Esprima solo pareri"

Il Consiglio superiore della magistratura può esprimere pareri sui
provvedimenti legislativi. Non gli spetta, invece, la valutazione
sulla costituzionalità degli stessi. Lo scrive il presidente Giorgio
Napolitano in una lettera inviata al vicepresidente del Csm Nicola
Mancino. L'organo di controllo dei magistrati è riunito per l'esame
del disegno di legge sulla sicurezza e, in particolare,
sull'emendamento "blocca processi"

PILATO PILATO PILATO !!!!!!!

3 commenti:

ambra ha detto...

Hai fatto bene a pubblicare tutto, così sarà possibile vedere la fine col procedere degli accadimenti e giudicheremo più facilmente l'iter.
Vedi di tenere aggiornata la faccenda.

Luchy ha detto...

Le ultime sono queste.


Napolitano autorizza il lodo Alfano Intercettazioni, avanti con il decreto


Roma - Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha oggi autorizzato la presentazione alle Camere del disegno di legge in materia di processi penali nei confronti delle alte cariche dello Stato.

La firma del Capo dello Stato A quanto si apprende, punto di riferimento per la decisione del Capo dello Stato è stata la sentenza n. 24 del 2004 con cui la Corte costituzionale dichiarò l’illegittimità costituzionale dell’art. 1 della legge n. 140 del 20 giugno 2003 che prevedeva la sospensione dei processi che investissero le alte cariche dello Stato.

A un primo esame - quale compete al Capo dello Stato in questa fase - il disegno di legge approvato il 27 giugno dal Consiglio dei ministri è risultato corrispondere ai rilievi formulati in quella sentenza. La Corte, infatti, non sancì che la norma di sospensione di quei processi dovesse essere adottata con legge costituzionale. Giudicò inoltre "un interesse apprezzabile" la tutela del bene costituito dalla "assicurazione del sereno svolgimento delle rilevanti funzioni che ineriscono a quelle cariche", rilevando che tale interesse "può essere tutelato in armonia con i principi fondamentali dello Stato di diritto, rispetto al cui migliore assetto la protezione è strumentale", e stabilendo a tal fine alcune essenziali condizioni.
L'iter parlamentare Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera la scorsa settimana al contestato provvedimento scritto dal ministro della Giustizia Angelino Alfano a quattro mani con il deputato Pdl e avvocato del premier, Nicolò Ghedini.

Secondo l’opposizione, il provvedimento costituisce - insieme alla norma sulla sospensione per un anno dei processi per reati punibili con meno di 10 anni di reclusione, inserita nel decreto sicurezza - la massiccia offensiva lanciata dal governo Berlusconi sul fronte della giustizia, tesa a salvaguardare il premier attualmente sotto processo a Milano con l’accusa di corruzione giudiziaria.

La prassi costituzionale prevede che il capo dello Stato debba autorizzare i disegni di legge del governo affinché questi possano essere esaminati in parlamento. La Camera prenderà in esame il Lodo a partire dal 28 luglio. Intanto oggi a Montecitorio il presidente della Camera Gianfranco Fini ha ricevuto a pranzo il premier. Tra gli argomenti di discussione anche il tema della giustizia, dopo che lunedì Fini, con il presidente del Senato Renato Schifani, è stato ricevuto da Napolitano al Colle.

Il contenuto del ddl Il lodo - costituito da un breve ddl, un articolo in 8 commi - prevede che dalla sua entrata in vigore si sospendano tutti i processi penali in corso, in ogni fase o grado, per capo dello Stato, presidenti di Camera e Senato e presidente del Consiglio. La sospensione non si applica nel caso di reati "funzionali", ossia commessi dalle quattro cariche nel corso dell’esercizio delle loro funzioni. Lo scudo vale per l’intera durata del mandato ed è reiterabile solo in caso di nuova nomina nel corso della legislatura e nella medesima funzione. La sospensione riguarda anche la prescrizione e non preclude al giudice l’acquisizione di prove non rinviabili. L’imputato, se vorrà, potrà rinunciare alla tutela, mentre le altre parti coinvolte nel processo sospeso potranno proseguire la loro azione in sede civile, "con termini ridotti alla metà", ha aggiunto.

A differenza del Lodo Schifani - varato nel 2004 durante il precedente governo del Cavaliere e bocciato dalla Consulta perché incostituzionale - il nuovo lodo stabilisce una durata limitata dello scudo e consente alle parti civili di esser risarcite.

Crystal ha detto...

Giustizia, Mancino a Stampa: "Csm autonomo dà fastidio"
mercoledì, 2 luglio 2008 8.18
ROMA (Reuters) - Il vicepresidente del Csm Nicola Mancino ha detto oggi che un Consiglio "autonomo dà fastidio ad alcuni dichiaratori abituali, costituzionalisti improvvisati".
In una intervista alla Stampa, Mancino spiega come la questione del parere negativo che il Csm ha espresso sulla norma blocca-processi voluta dal governo Berlusconi sia stata "ingigantita", perché i pareri del Csm vanno "al Guardasigilli, non al Parlamento".
Ieri il plenum di Palazzo dei Marescialli ha espresso parere negativo sulla normativa -- inserita dal governo nel decreto sicurezza e che blocca per un anno i processi per reati commessi prima del 30 giugno 2002 e punibili con meno di 10 anni di carcere -- definendola "irrazionale".
Una bozza di parere stilata nel corso delle settimane dai giudici del Consiglio e filtrata alla stampa aveva inizialmente bollato il provvedimento come "incostituzionale", scatenando un vespaio di polemiche e da ultimo l'intervento critico del capo dello Stato che in un lettera ieri aveva ricordato che non spetta all'organo di autogoverno della magistratura l'esame di costituzionalità delle leggi bensì solo l'espressione di pareri.
Nell'intervista di oggi Mancino plaude all'iniziativa di Napolitano, che "ha ribadito la legittimità dei pareri del Csm".
Di rilievi critici, ricorda il vicepresidente, ce ne sono stati anche nei confronti del precedente governo, "votati all'unanimità, senza tutte queste polemiche".
Per questo, si chiede Mancino, se non ci sia "una ragione ideologica per la quale oggi sembra che non si possa mandare un parere al ministro".
"Non tutti i magistrati sono di sinistra, e non tutti sono attentatori delle maggioranze politiche al governo", si difende, ammettendo però che quando il Csm prepara un parere su una materia oggetto di dibattito parlamentare, "c'è bisogno di discrezione da parte dei componenti del Consiglio".
"Il parere va al ministro, non alle agenzie di stampa", esclama.
In ultimo, Mancino si dice contrario all'ipotesi di un decreto per le intercettazioni, ribadendo che la materia riguarda comunque "il governo e il presidente della Repubblica".
"Un decreto indurirebbe lo scontro e ci farebbe tornare all'afasia nel dialogo", spiega.
L'esecutivo ha presentato per ora un provvedimento sulle intercettazioni in forma di ddl, ma la pubblicazione di nuove intercettazioni riguardanti il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha indotto il premier a paventare l'ipotesi di un decreto.