venerdì 9 maggio 2008

LINK DE IL LEGNO STORTO


Bisanzio brucia
Scritto da Perla
venerdì 09 maggio 2008

Forse Bisanzio sta bruciando, forse; noi ci contiamo e speriamo di non trovarci di fronte a un’illusione ottica.
I focolai che intravediamo sono ancora troppo tenui e troppo ai margini della decadente capitale del cavillo, distanti dal centro delle tortuosità del pensiero e dell’azione, dal “palazzo” dove vige l’arte del complicare ciò che è semplice, annosamente assurto a sistema oppressivo e vessatorio contro il cittadino senza diritti. Avevamo spesso scritto che votare per semplificare, esigere un governo che si impegnasse a delegiferare e delegificare, usare la legge elettorale attuale senza se e senza ma e affidare, con realismo politico, ragionevolezza e raziocinio (talvolta obnubilati dalla passionale spocchia e da altezzosi snobbismi), a Silvio Berlusconi l’incarico di riformare lo stato europeo più illiberale e paralizzato che si conosca sarebbe stato cosa buona e giusta.
Oggi che tutte queste premesse sembrano potersi concretizzare nel nuovo corso politico imposto dalla maggioranza quasi assoluta degli elettori, con doveroso pragmatismo, tentiamo di capirne la vera portata.
Abbiamo appreso con grande entusiasmo della creazione del primo ministero della delegificazione e semplificazione delle istituzioni che la storia repubblicana abbia mai conosciuto e siamo altresì fiduciosi nell’idoneità a tale mansione del suo titolare.
Nel nostro piccolo siamo stati duramente critici nei confronti del Calderoli ministro che, da rappresentante di tutta la nazione, agì, come tutti sanno, in modo gravemente irresponsabile ; da osservatori dei lavori parlamentari però gli abbiamo riconosciuto di essere stato il miglior vicepresidente del Senato nell’ultima sgarrupata legislatura e abbiamo sempre ritenuto che la legge elettorale di cui è autore fosse da difendere e non da sbeffeggiare e demonizzare.
Noi crediamo che il compito che attende il ministro della delegificazione sia il più centrale, gravoso e dolorosamente ingrato fra tutti quelli affidati ai ministri di questo esecutivo.
E’ indubitabile che la titanica opera di sfoltimento dell’immensa jungla normativa che strangola ogni settore della vita civile del cittadino comporterà imprendiscibilmente lo scontrarsi con interessi economici, rendite di posizione, privilegi di ogni genere e grado.
Conosciamo tutti l’elefantiasi normativa di cui è affetta l’amministrazione dello stato, strettamente collegata a enti inutili , mansioni superate, servizi obsoleti, causa quindi di sprechi di risorse umane e finanziarie, un dedalo di passaggi burocratici onerosi e defatiganti, indegni di uno stato di diritto.
Dopo quarant’anni di governi caratterizzati da disarmonia e precarietà, quello che ieri ha prestato giuramento davanti al Presidente della Repubblica appare, almeno nella forma, un “capolavoro” di coesione e decisionismo.
I detrattori, con totale disprezzo, definiscono “governo del presidente” questo consiglio dei ministri dosato da Berlusconi (in tempi da record ineguagliabile) e da lui voluto a sua immagine e somiglianza; al contrario, senza pretese di originalità, ci uniamo a coloro i quali, con uno sguardo al sistema statunitense, colgono nel metodo berlusconiano un’ulteriore accelerazione verso il presidenzialismo all’americana.
Auguri quindi a nuovo capo del governo, ai suoi collaboratori e, sopra tutti, al ministro Calderoli.
Naturalmente auguri agli Italiani che, a larga maggioranza, hanno dato fiducia a questo esecutivo, al quale, ancora prostrati dal governo Prodi, non potrebbero perdonare un ennesimo tradimento.

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