mercoledì 19 dicembre 2007

UNA MORATORIA CONTRO L'ABORTO

Dal momento che si è firmata una moratoria sulla pena di morte comminata a persone riconosciute colpevoli di crimini in seguito a regolare processo, perché non procedere ora, coerentemente, ad una moratoria della pena di morte chiamata aborto? Questo è quanto oggi (19 dicembre 2007) si domanda, giustamente, Giuliano Ferrara su Il Foglio, ma la diversità d'atteggiamento in proposito è stata osservata già in passato da molti, ed appare comunque del tutto incontestabile.
Ad esempio, l’associazione Amnesty International è da sempre contraria alla pena capitale, ma non ha mia speso una parola contro l’aborto. Eppure, le esecuzioni capitali in un anno sono decine di migliaia, mentre gli abortiti sono milioni. Si calcola che le vite soppresse per via abortiva superino il miliardo. Soltanto in Italia, sono state più che il doppio dei caduti delle due guerre mondiali messi assieme.
L’atteggiamento di moltissimi, a cominciare dai cosiddetti “radicali”, è schizofrenico, se non ipocrita. tentare di difendere la vita del reo, del criminale, ignorando completamente i diritti dell'essere più indifeso e innocente che è il concepito. E’ innegabile constatatare che l'aborto non è affatto «una scelta privata della persona», perché coinvolge tragicamente la vita di un soggetto di diritto del tutto indifeso. L'aborto è la soppressione cruenta ed omicida, l'uccisione ovvero l’assassinio, di un individuo umano che non è ingiusto aggressore, non è in condizioni di nuocere, non porta su di sé nessuna responsabilità giuridica o morale. Tale uccisione è oltretutto perpetrata senza che alla vittima sia consentito di difendersi.
Se suscita un moto spontaneo di commozione la visione delle immagini delle ultime ore di un condannato alla sedia elettrica, almeno uguale dovrebbe essere l'indignazione di Amnesty International di fronte alle immagini del «Grido silenzioso», il documentario che mostra gli ultimi istanti di vita di un feto che viene dilaniato dagli strumenti del medico abortista. La distinzione tra «uomini già nati e non ancora nati» è un clamoroso esempio di discriminazione tra persone, che sorprende ascoltare sulla bocca di chi sostiene di battersi contro ogni razzismo. Esiste poi un'altra sconcertante contraddizione nel variegato movimento contrario alla pena capitale. Al suo interno, molti ritengono che l'aborto legale sia lecito perché voluto dalla maggioranza della popolazione. Ma se questi sono i parametri per definire una legge giusta, allora si dovrebbe riconoscere che negli USA, ed in molti altri paesi del pianeta, la maggioranza della popolazione è favorevole alla pena capitale.Si può portare un’ultima considerazione. Qui in Italia il declino economico è legato anche a quello demografico. Un paese sempre più vecchio non può pensare di competere con altri di gran lunga più giovani, attivi e dinamici, né l’immigrazione può realmente compensare i vuoti demografici. A ciò, si può ancora aggiungere come, se non si avrà un rapido e deciso aumento della natalità, il popolo italiano stesso sarà condannato all’estinzione in tempi lunghi, ed in tempi brevi alla conquista da parte di etnie straniere, anzitutto islamiche ed africane. E’ appena il caso di ricordare come la popolazione italiana abbia smesso di crescere dal momento in cui l’aborto è divenuto legale, sopprimendo fisicamente oltre cinque milioni di nascituri. Ciò rappresenta un autentico genocidio.

5 commenti:

Furci-Blog ha detto...

Il consenso, i voti...caro Turris !
L' ipocrisia umana ed in special modo quella di sinstra, non ha limiti.

Ma ormai stiamo arrivado al re-impasto delle civiltá, "civiltá" per modo di dire.

ambra ha detto...

Il commento è nell'immagine

Anonimo ha detto...

Art. 27.
La responsabilità penale è personale.
L'imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva.
Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla
rieducazione del condannato.
Non è ammessa la pena di morte, se non nei casi previsti dalle leggi militari di guerra.

Chi la cambia la Costituzione ?
Il commoso Prodi o il marinaio D'Alema ?

Voltaren ha detto...

Nel 1975 la mia prima moglie abortì. Fu una decisione difficile, molto tormentata. Io avevo 22 anni, mia moglie 20 e avevamo già un figlio. A quei tempi era illegale e si faceva in modo clandestino, ricordo che dal dottore c'era la fila e spesi 150.000 lire. Non ho certo un bel ricordo di quell'esperienza, successivamente mi sono pentito di averlo fatto però in quel momento ero convinto e cinicamente lucido ed ho ritenuto che fosse quella la soluzione migliore per i miei interessi. C'era ovviamente tanta disinformazione e scarsa cultura sull'argomento. Non dissi nulla ai miei genitori, decidemmo noi due soli, fui aiutato da un amico più vecchio di me di 14 anni che era già passato attraverso quella esperienza. Neanche ora ho una gran voglia di parlarne.

ambra ha detto...

Mio caro amico, quanti sono che si sono comportati come te anche per motivi più futili.
Non posso dirti alcunché, né parole di comprensione, né rimprovero, aasoluta sospensione di giudizio. Queste sono cose che saranno giudicate solo da Dio e che ciascuno dovrà discutere con la propria coscienza. Nessun giudice terzo esiste.