lunedì 17 dicembre 2007

GLI ITALIANI NON SONO CODARDI

Nell’immaginario collettivo d’alcuni popoli stranieri gli italiani sarebbero per natura imbelli, vili, e traditori. Già l’Inghilterra del ‘500 aveva un’idea simile dell’italiano: un individuo raffinato, colto, ma sleale, codardo ed ipocrita, che tiene lo stiletto nascosto fra gli sbuffi della sfarzosa camicia di seta.
In realtà, già soltanto a considerare i comandanti militari d’Italia nei secoli XVI-XVIII risulta con chiarezza come la nostra patria abbia dato all’Europa tanti geni della guerra quanti nessun’altra.

Comandanti al servizio degli Asburgo
Enea Silvio Caprara (comandante supremo degli imperiali nella guerra contro i turchi del 1693)Il conte di Collalto (comandò a lungo gli imperiali; nel 1630 fu fatto presidente dell'Hofkriegsrat, ministro della Guerra e capo di Stato Maggiore dell'Impero asburgico; tenne la carica per un lungo periodo nella guerra dei trent'anni);Il conte di Colloredo (comandante in capo degli imperiali in numerose guerre; fu anche lui Presidente del Consiglio di Guerra dell'Impero)Torquato de' Conti (appartenente ad una stirpe ancestrale che si ricollegava alle famiglie senatoriali dell'antica Roma, si arruola nelle truppe imperiali; vince tartari, ungheresi, danesi, svedesi e fu certo la figura più significativa di questi condottieri italiani e romani in particolare);
Mattia Galasso (fedele all'Impero ed agli Asburgo, come la gran parte degli italiani, per i quali era l'unica fede di soldati, divenne comandante supremo di tutte le forze imperiali; era anche un valoroso guerriero e per la sua forza fisica un grande trascinatore di uomini);
Ascanio Spinelli (comandante degli imperiali nella battaglia della Montagna Bianca, presso Praga, prima fase della guerra dei Trent'anni.)Antonio Odescalchi (dopo numerose guerre al servizio dell'Impero, fu addirittura designato a divenire re di Norvegia; non accettò la designazione per non abiurare il cattolicesimo);Federico Veterani (raggiunse il grado di Feldmaresciallo dell'Impero).
Gerardo Gambacorta di Limata (vincitore della battaglia di Nordlingen contro gli svedesi ed i protestanti tedeschi. Prese prigioniero lo Horn, generale in capo degli svedesi e ferì il famoso generale tedesco Bernardo di Weimar.)Ottavio Piccolomini (comandante supremo dell'esercito asburgico. Risollevò politicamente l'Impero, servì in tutte le guerre dei trent'anni, dall'Ungheria alla Boemia, alla Pomerania, al Reno. Era generale supremo dell'Impero alla pace di Westfalia)
Antonio Isolani (combattente imperiale nelle guerre turche. Era di famiglia veneziana; fu nella sua epoca uno dei migliori generali dell'Impero)Raimondo Montecuccoli (Inventore della artiglieria ippotrainata, vincitore della grande battaglia del San Gottardo sulla Raab contro i turchi, divenne comandante supremo degli imperiali. Stratega e dominatore della grande guerra nordica);Eugenio di Savoia Accanto a Federico II di Prussia, il più grande militare dell’era moderna anteriore a Napoleone, che vide in lui il suo vero maestro e lo pose accanto ad Alessandro, Annibale e Cesare nel ristretto pantheon dei geni di guerra della storia. Massimo generale degli Asburgo, autentico fondatore dell’impero asburgico, inflisse colpi decisivi ai turchi, da cui Istanbul mai più si riprese, contribuendo in modo determinante al declino degli Ottomani.

Comandanti al servizio della Spagna
Fabrizio Colonna (diverse volte a capo d’eserciti spagnoli, autentico vincitore della battaglia di Cerignola, che segnava l’inizio d’una nuova tattica di guerra)
Emanuele Filiberto di Savoia (vincitore della battaglia di S. Quentino contro i francesi);Alessandro Farnese (comandante degli spagnoli nelle Fiandre,vincitore di Enrico IV di Borbone-Navarra)
Ambrogio Spinola (altro condottiero della Spagna. celebre per la conquista di Breda. Vincitore di Maurizio d’Orange)
Comandanti al servizio della Francia, od alleati
I marchesi di Saluzzo (diverse volte al comando degli eserciti francesi nel '500);Alfonso D'Este (il maggiore tecnico e studioso dell'artiglieria di tutto il '500, decisivo nel determinare la vittoria francese nella grande battaglia di Ravenna);Giangiacomo Trivulzio (gran maresciallo di Francia, autentico vincitore della battaglia d’Agnadello)
Bartolomedo d’Alviano (a lungo comandante degli eserciti veneziani, fra i maggiori generali del primo Cinquecento, decise la durissima battaglia di Melegnano tra francesi e svizzeri, rovesciando le sorti dello scontro che ormai vedevano il prevalere degli elvetici)

Ammiragli
Andrea Doria (grande ammiraglio, uno dei condottieri più valorosi del '500, profondamente legato alla Spagna);Agostino Barbarigo (il comandante dei veneziani a Lepanto, morto in combattimento);
Sebastiano Venier (il grande stratega della battaglia di Lepanto);
Si può dire con piena certezza che nessuna altra nazione europea nei secoli dell’era moderna abbia prodotto tanti grandi comandanti quanto l’Italia. A ciò si può aggiungere che i migliori generali della Spagna (fra Cinquecento e metà Seicento massima potenza europea, ed una delle principali al mondo) e d’Asburgo sono stati quasi tutti italiani. Non pochi inoltre furono gli italiani a capo d’eserciti francesi. Le forze navali che vinsero a Lepanto i Turchi, nella più grande battaglia navale anteriore alla seconda guerra mondiale, erano quasi interamente italiane, sia come naviglio, sia come equipaggi ed ufficiali. Su tutti, poi, spicca il genio assoluto d’Eugenio di Savoia.
Il breve ed incompleto elenco suddetto fa però risaltare anche un particolare significativo e doloroso. Le capacità degli italiani sono state spese al servizio di potenze straniere.

1 commento:

ambra ha detto...

La sua conclusione Marco Giulio esprime chiaramente ciò che sta avvenebdo da anni per la ricerca.
Nemo profeta in patria.