C'è di che meditare
La situazione attuale in Italia è già stata descritta dal Poeta, sette secoli fa. Dopo aver riferito dell’incontro fra Sordello da Goito e Virgilio in Purgatorio, nei quali i due poeti s’abbracciano calorosamente perché provengono dalla medesima terra, Dante commenta:
Ahi serva Italia, di dolore ostello,
nave sanza nocchiere in gran tempesta,
non donna di province, ma bordello!
Quell’ anima gentil fu così presta,
sol per lo dolce suon de la sua terra,
di fare al cittadin suo quivi festa;
e ora in te non stanno sanza guerra
li vivi tuoi, e l’un l’altro si rode
di quei ch’un muro e una fossa serra.
Cerca, misera, intorno da le prode
le tue marine, e poi ti guarda in seno,
s’alcuna parte in te di pace gode.
Sono passati sette lunghi secoli, il panorama economico, sociale, culturale è cambiato in misura enorme, ma l’Italia è ancora oggi divisa in fazioni in feroce lotta intestina. Eppure, quando scriveva il Padre Dante, non esistevano né Berlusconi, né Prodi, mentre i vari Napoleone, Pio IX, Garibaldi, Mussolini non erano ancora nati.
Siamo un paese che ha avuto un noto pensatore politico, anzi uno statista d’un certo rilievo, il quale ha posto il “particulare” al centro dei fini dell’azione politica stessa. Però, il Guicciardini è vissuto cinque secoli fa. Ciò che gli italiani, noi italiani, fatichiamo in genere a comprendere, è che mentre l’individualismo può appagare, in una certa misura, il singolo, esteso alla dimensione comunitaria fa marciare un popolo od uno stato verso la rovina. Un individuo che non rispetta le regole della circolazione stradale, o non paga le tasse, a per strada, può, in tal modo, trarre dei benefici, ma un simile comportamento esteso ad una comunità è collettivamente disastroso. Politicamente, rischiamo d’essere scaltri ma non intelligenti. Tutto ciò è una pianta con origini antiche e radici profonde e vigorose, pertanto è difficile da estirpare.
venerdì 14 dicembre 2007
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1 commento:
sostengo da anni che la furbizia è una caratteristica delle persone "alternativa" all'intelligenza.
Dà vantaggi, innegabilmente, al singolo, almeno sul momento (nemmeno sempre), ma è deleteria per la comunità nel suo insieme, ed è comunque una caratteristica parassitaria dell'organismo Società, che finisce per danneggiarla gravemente.
Vivendo a Napoli ne parlo spesso con altre persone, e noto come sia assai diffusa l'idea, a Napoli, che la furbizia sia una qualità positiva.
Io invece li faccio spesso arrabbiare perché penso e sostengo che la furbizia sia un grave male, e se Napoli ne prendesse atto ( e ne prendesse distanza) salirebbe di molto di stile, qualità e considerazione.
Secondo me.
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