giovedì 3 aprile 2008

QUANTO C'E' DI VERO ?

“Errare humanum est, perseverare diabolicum” PDF Stampa E-mail
Scritto da Luigi De Marchi
giovedì 03 aprile 2008
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Negli ultimi mesi si sono moltiplicati in Afganistan i segnali angoscianti di una nuova, violenta e diffusa offensiva della guerriglia e del terrorismo talebano che minaccia di riportare il paese nel caos, anche sotto il profilo militare. Ma forse anche più angosciante mi è sembrato un recente editoriale del famoso giornale inglese “The Independent” che, sulla base d’un rapporto pubblicato da “Femminilità”, una organizzazione per i diritti della donna, e dedicato alle donne e alle ragazze afgane, descrive il ritorno di queste ultime a condizioni sostanzialmente identiche a quelle, atroci, del regime talebano.

“La povertà sempre più schiacciante e il nuovo divampare della guerriglia contro le forze della NATO – scrive “The Independent” – stanno vanificando i modesti progressi realizzati dopo il crollo della tirannia talebana. Un numero crescente di famiglie è tornato a vendere le proprie figlie, fin dall’infanzia, alla vita di schiavitù e stupro dei matrimoni forzati. Gli stupri sono spesso consumati, talvolta a danno di bambine di 6-7 anni, da vari parenti maschi dello sposo designato. Alle bambine vendute nei matrimoni forzati è spesso vietato di continuare a vedere i propri famigliari e parenti e perfino di ricevere una qualsiasi istruzione. Dato che quasi sempre la società finge d’ignorare tutti questi soprusi e le vittime non sanno o non possono cercare aiuto presso le forze dell’ordine, non di rado le bambine o le adolescenti più disperate tentano la via del suicidio o dell’autolesionismo: così, oggi, l’Afganistan è l’unico paese al mondo ove il tasso di suicidio è più alto tra le femmine che tra i maschi . Insomma, dopo sei anni di cosiddetta democrazia portata dalle truppe internazionali, la condizione della maggioranza delle donne afgane è rimasta immutata mentre , per alcune di loro, è addirittura peggiorata”.

Ed ecco alcuni dei dati agghiaccianti presentati dal rapporto. La violenza domestica contro le donne (una violenza di carattere sessuale in oltre la metà dei casi) è, sostanzialmente, la norma. L’87% delle intervistate ha lamentato di esserne o osserne state vittime. Oltre il 60% dei matrimoni sono forzosi, combinati e decisi dai maschi delle famiglie dello sposo e della sposa mentre, nel 57% dei casi, essi riguardano ragazze d’età inferiore ai 16 anni, nonostante i divieti di legge ufficialmente vigenti.

L’88% delle donne afgane sono analfabete e solo il 5% di loro riesce a frequentare le scuole secondarie. La mortalità per parto (che uccide oltre il 10% delle donne) è la più alta del mondo, mentre la pratica di offrire una figlia a titolo d’indennizzo per un debito o un delitto o una qualsiasi vertenza è ancora diffusissima. E poiché il prezzo di una bambina-sposa oscilla tra i 1.200 e i 3.000 euro (una cifra equivalente a tre anni di lavoro d’un operaio) molti giovanotti sono indotti a pagare questo prezzo offfrendo a loro volta in cambio le loro sorelline o ricorrendo ai prestiti degli strozzini.
Le attiviste del Centro Afgano per il Progresso della Donna sottolineano poi anche i dati statistici da loro raccolti sono erronei per difetto in quanto, in provincia, la tirannia maschilista della tradizione islamica è rimasta intatta e, proprio per questo, raccogliere un qualsiasi dato attendibile è pressoché impossibile.

A mio parere, questi rapporti delle organizzazioni non governative (praticamente identici sia in Afganistan che in Irak) costituiscono la prova sovrana del sostanziale fallimento degli strumenti usati finora dai governi occidentali per combattere il fondamentalismo islamico e portare la democrazia e i diritti umani in quei due paesi. Come ho ricordato in passato, questi strumenti sono stati sostanzialmente tre: 1) la guerra e l’occupazione militare del territorio; 2) l’intelligence per individuare e colpire le forze del terrorismo e della guerriglia; 3) la pressione politica per imporre l’elezione popolare dei governi nazionali e locali. Ma tutti e tre sono miseramente falliti. Nonostante uno sforzo ventennale e un costo altissimo di vite umane tra i civili e i militari occidentali e locali, la guerra dei vari gruppi religiosi tra loro e contro le forze occidentali non è mai stata vinta e, anzi, oggi minaccia di riesplodere ancora più virulenta che in passato: è proprio di ieri la notizia che, solo in Irak, sono 300 i morti prodotti negli ultimi giorni dagli scontri tra le forze governative e le milizie d’uno dei tanti “Signori della Guerra” travestiti da paladini della vera fede.

Quanto all’intelligence essa non sa impedire che i due paesi siano continuamente martoriati da attentati terroristici che mietono migliaia di vittime civili ogni anno. E la cosiddetta democrazia esportata nei due paesi ha solo ottenuto che l’autorità maschilista e conservatrice dei capi-tribù locali e delle rispettive sette religiose venisse legittimata dal voto massiccio e pilotato della maggioranza schiacciante della popolazione (compresa quella femminile).

Nonostante questo triplice fallimento, però, la politica omicida e suicida dei governi occidentali non cambia d’una virgola e nessuno dei geniali strateghi della politica occidentale verso i regimi islamici ha mai voluto tentare l’arma incruenta e vincente che da molti anni la psicologia politica liberale propone: l’arma mediatica. Soltanto quest’arma, infatti, può bonificare l’humus di fanatismo maschilista e religioso che produce e riproduce il terrorismo, l’intolleranza antidemocratica e la sistematica negazione dei diritti delle donne, dei bambini e dei giovani oggi esistente nelle maggior parte dei paesi islamici. Sappiamo bene che i nostro geniali governanti e strateghi considerano “troppo lenti ed incerti” i progressi realizzabili coll’arma mediatica ma, forse accettabile venti o trent’anni fa, quest’obiezione è oggi semplicemente grottesca dopo il ventennale fallimento delle loro meravigliose strategie di carattere militare, spionistico e diplomatico.

Da:http://www.luigidemarchi.it/

1 commento:

Crystal ha detto...

Leggere queste cose fa venire i brividi: è intollerabile pensare che ci siano persone che vivono in condizioni del genere e l'Occidente sia sordo e cieco di fronte a simili iniquità.