mercoledì 16 aprile 2008

ECCO PERCHE' NON RIESCO A GIOIRE DELLA VITTORIA ELETTORALE

EST - Libano: per i nostri servizi troppe armi a Hezbollah

thumbnail_11778.jpgRoma, 16 apr (Velino) - Silvio Berlusconi ha confermato questo pomeriggio che le regole di ingaggio dei nostri soldati in Libano saranno riconsiderate. Pronta la puntualizzazione del ministro della Difesa Arturo Parisi che sostiene: "Le regole d'ingaggio dei nostri soldati sono quelle decise dall'Onu visto che la missione Unifil è delle Nazioni Unite". Quindi, conclude Parisi, se devono essere riviste se ne dovrà discutere all'Interno dell'Onu. La questione sollevata dal leader del Pdl sulle modalità d'impiego dei nostri soldati in Libano è da tempo al centro di dibattito anche in Francia, che partecipa alla missione con il maggior numero di soldati. Israele, poi, da tempo sollecita l'Unifil ad una maggiore attenzione. "Il traffico e il trasferimento di armi per rafforzare gli Hezbollah in Libano continuano nonostante la presenza dei militari dell’Unifil", scrivono i servizi segreti israeliani al loro governo. La nota, come altre sul tema, degli 007 israeliani non differisce molto da quelle che da mesi vengono recapitate sul tavolo del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Enrico Micheli, responsabile dei servizi segreti italiani, dalla nostra rete di intelligence che in Libano e nell’area può contare su una struttura molto addestrata e ben inserita.

Le segnalazioni al nostro governo sono tutte molto allarmate perché il continuo ingresso dalla Siria di armi (pagate dagli iraniani) per l’esercito degli hezbollah libanesi mette a rischio continuamente i nostri soldati. E Israele, così come i militari fedeli al governo di Beirut, guardano con molta preoccupazione al riarmo delle milizie filosiriane. Nei compiti affidati dall’Onu alle truppe che dovrebbero garantire l’impermeabilità delle frontiere libanesi, c’è soprattutto la caccia al trasferimento di armi, ma i risultati fino ad oggi non sono stati eccezionali e il materiale bellico intercettato dall’Unifil è poca cosa rispetto alle quantità che transitano illegalmente, tutte monitorate dagli israeliani e anche servizi segreti dei Paesi Nato. La situazione, poi, per l'Italia è pure complicata dal fatto che l’esercito hezbollah-sciita è fortemente appoggiato dall’Iran, il Paese prossimo alla provincia di Herat, in Afghanistan, che la Nato ha affidato al controllo dei nostri militari.

1 commento:

duepassi ha detto...

Sono sempre stato contrario a questa missione.
Credo che l'iniziale contentezza di Israele fosse mal risposta e rispondente ad un'idea non precisa di quel che possono fare i nostri soldati.

I terroristi non mi piacciono e non mi sono mai piaciuti.
Quindi ci vedo solo guai in vista.

Secondo me.