
Benissimo, incomincia il walzer.
No, non quello di Bashir che e' la a Hollywood senza aver vinto l'Oscar.
Parlo del walzer di Durban 2 , il walzer dell'odio, la bolgia infernale dell'antisemitismo, il girone dei fondamentalismi. Sotto l'egida dell'ONU, sotto la presidenza di due grandi "democrazie" Libia e Iran, non ridete suvvia, ormai la parola democrazia non ha piu' senso per l'occidente, ormai hanno senso soltanto i fondamentalismi islamici e le apprezzatissime dittature arabe.
Dunque, un momento, non perdiamo il filo, dicevo che e' stata consegnata a Ginevra la bozza della risoluzione che presentera' Israele alla futura conferenza contro il razzismo.
Altra risata? Conferenza contro il razzismo? Libia e Iran alla presidenza? Beh, si una risata e' dovuta se pensiamo alla faccia tosta degli organizzatori.
Secondo voi cosa succedera'?
Mi dicono che la realta' e' peggio della piu' pessimistica delle previsioni, mi dicono che e' incominciata una vera e propria guerra per imitare i crimini nazisti. Hitler e soci del XX secolo volevano un mondo senza ebrei, Hitler e soci del XXI secolo vogliono un mondo senza Israele.
La bozza recita che Israele e' un paese razzista che occupa terre arabe e viene definito "territorio occupato ai rifugiati palestinesi e ad altri abitanti arabi".
Israele non viene mai chiamato per nome ma sempre definito entita' occupante.
Israele non ha diritto ad esistere in quanto patria degli ebrei.
Motivo?
Semplice, se gli ebrei sono una razza allora Israele diventa patria di una razza, quindi razzista quindi da eliminare.
Validissima spiegazione, no?
Geniale!
Chissa' perche' lo stesso discorso non vale per tutte le altre nazioni del mondo. Israele e' un paese eterogeneo, vi convivono un centinaio di gruppi etnici, si incontra gente di tutti i colori che parla tutte le lingue del mondo ma alla societa' incivile non sta bene la formula "Israele, Paese ebraico".
Oltre alla negazione di Israele in quanto patria degli ebrei esiste la negazione della Shoa' rimessa in discussione da Siria e Iran.
Non sono morti tanti ebrei, bugia bugia, e' morto solo qualcuno e di malattia naturalmente.
Un'altra accusa e' quella di segregazione.
Israele tiene segregati gli arabi, cioe' una minoranza che studia, lavora, viaggia, frequenta l'universita', vota, sciopera, si diverte, protesta e che gode di ogni diritto della maggioranza
Tutto questo per Libia, Iran, Arabia Saudita, Egitto e tutti i democratici paesi arabi e islamici, e' segregazione.
Liberta' invece, sempre per questi pagliacci della morte, e' minacciare di decapitazione ogni persona beccata con in mano il Vangelo.
L'ambasciatore di Israele a Ginevra, Roni Leshno Yaar, durante un'intervista telefonica ha detto "Non si puo' sapere come finira', quello che e' sicuro e' che le cose peggiorano di giorno in giorno"
Gruppi palestinesi arrivano a Ginevra con nuovi comma di demonizzazioni da aggiungere: in Israele si mangiano i bambini arabi nei ristoranti, gli ebrei banchettano col sangue di noi poveri arabi, a Gaza sono stati uccisi milioni di poveri palestinesi disarmati, quasi tutti bambini al di sotto degli anni zero.
Naturalmente ai palestinesi tutti credono, gli arabi no ma gli occidentali credono ciecamente ad ogni palla di Palliwood, per gli europei i palestinesi sono santi, bravi, buoni, grandi lavoratori, pacifisti tutti ed e' per questo che si inginocchiano davanti a loro e li mantengono perche' capiscono che lavorare li stanca troppo e insieme a loro urlano pacificamente "A morte Israele, Palestina ai palestinesi, vogliamo un unico califfato per i nostri adoratissimi amici arabi".
E cosi' succede che i gruppi di palestinesi e filopalestinesi , centinaia di gruppi, arrivano a Ginevra , vanno dalla commissione e dicono:
aggiungete
e la commissione aggiunge allegramente.
Aggiunge le sofferenze palestinesi sotto la forza occupante (chi nomina Israele peste lo colga!)
Aggiunge del diritto dei palestinesi di ritornare nelle terre rubate dalla forza occupante.
Aggiunge che i poveri palestinesi devono sottostare alle leggi razziste della forza occupante.
La commissione aggiunge, che gli frega, aggiunge tutto quello che puo' procurare odio contro Israele perche' solo con tanto odio ci sara' la speranza che questo Paese, l'unico degli ebrei, dove gli ebrei speravano di poter vivere finalmente in pace, venga spazzato dalle carte geografiche di tutto il mondo.
Mi dicono che,al confronto, la festa razzista antisemita avvenuta nel 2001 a Durban sara' una sciocchezzina al confronto dell'orgia di odio che stanno preparando a Ginevra, nel cuore d'Europa.
Sara' l'evento antisemita dell'anno, peggiore di come ci saremmo aspettati e bisogna dire che l'Europa in questo senso ha una grande esperienza quindi mettiamo insieme odio europeo piu' odio islamico, esperienza persecutrice europea piu' esperienza persecutrice islamica, aggiungiamo un pizzico di Eurabia e di poveri palestinesi , agitiamo il tutto ed ecco la formula vincente di Durban 2 a Ginevra: Fuori Israele dal consesso mondiale! Ebrei a morte!
Sono curiosa di vedere quale dei paesi occidentali si rendera' complice di questa orgia di dementi razzisti.
Sono curiosa di vedere quale dei paesi europei non e' ancora sazio di sangue ebraico.
Deborah Fait
1 commento:
Per migliore comprensione dal Igiornale 1 sett. 2009 di Maria Givanna Maglie :
Fermiamo Durban 2, diamo qualcosa di serio da fare al Parlamento Europeo e ai suoi zelanti rappresentanti radical chic, preoccupati solo degli sconti di tasse alla Chiesa cattolica italiana. Non aspettiamoci che sia in qualche modo sensibile il governo italiano, che ha scelto con forza pari alla sua vaghezza equivicina la strada dell'appoggio a Hamas, a Hezbollah, alla Siria e all'Iran. Tocca all'opposizione di centro destra, ai liberali, cercare di far capire agli italiani che ci sono questioni ben più pericolose della pur sacrosanta battaglia sulle prepotenze dei lavavetri e dei loro racket. Non vorrei, e temo di non sbagliarmi, che tanta improvvisa solerzia ai piani bassi nascondesse il desiderio di nascondere trame e rischi nazionali e internazionali ben più gravi. Stiamo combattendo i lavavetri, non vorrete mica che ci occupiamo anche dei centri islamici clandestini dove si fomenta l'odio verso gli italiani e si fa scuola di terrorismo? Ci stiamo occupando della moratoria sulla pena di morte, non vorrete mica che badiamo alle sorti di Israele, che comunque ha i suoi torti? Stiamo cercando di dialogare, è così che si fa con gli avversari, non vorrete mica che ci mettiamo a litigare con Ahmadinejad, che poi affretta il programma nucleare, che ora invece prosegue con rispettosa lentezza? È così che siamo ridotti.
I fatti. Tre giorni fa a Ginevra i rappresentanti dell'Iran si sono accomodati con gli altri membri del Consiglio per i Diritti umani dell'Onu, chiamati a organizzare la Conferenza mondiale contro il razzismo che si terrà nel 2009. La Commissione preparatoria è composta da 20 Stati membri ed è presieduta dalla Libia di Gheddafi. Avete capito bene, l'Organizzazione delle Nazioni Unite, ma l'acronimo potrebbe tranquillamente diventare Organizzazione dei nazisti uniti, ha accolto Mohammed Ahmadinejad, la jena, a occuparsi dei problemi degli agnellini, il negatore dell'Olocausto a discettare di sionismo. Non è una novità, quel Kofi Annan approvato alla carica di segretario generale proprio dagli americani, come sono ingenui a volte gli americani, ne ha fatte di tutti i colori prima di togliere il disturbo. La Conferenza di Durban nel 2001 resta però il peggio dell'eredità di Annan. Le Ong cosiddette antimperialiste e i Paesi fondamentalisti si misero d'accordo e vararono una tale serie di proclami contro Israele e contro gli ebrei, tornando alla definizione proibita «sionismo uguale razzismo», che la delegazione di Israele e quella degli Usa se ne andarono, e alla fine un po' di nazioni europee, anche l'Italia, boicottarono la conferenza e non fecero passare nessuna risoluzione. Va ricordato che fior di organizzazioni sempiterne per i diritti umani, come Amnesty International e Human Rights Watch, se ne stettero graziosamente a guardare quell'esplosione di odio.
Un editoriale del Jerusalem Post mi ha rinfrescato la memoria sul clima di quei giorni. A Durban una gran quantità di gente indossava T-shirts con la scritta «Occupazione=Colonialismo=Razzismo Basta con l'Apartheid israeliano». Gruppi di palestinesi distribuivano volantini con l'effigie di Hitler e la scritta «Se avessi vinto io? Di positivo c'è che non esisterebbe Israele e non verrebbe sparso il sangue palestinese». Attivisti sudafricani, compresi arabi e musulmani del posto, sfilavano nella zona della conferenza cantando «Quello che abbiamo fatto all'apartheid in Sudafrica deve essere fatto al sionismo in Palestina».
La Conferenza di Durban finì nel caos subito prima degli attacchi dell'11 Settembre. Da allora, se qualche nazione è diventata finalmente più consapevole, i focolai di pericolo sono aumentati. In America Latina il veleno di Hugo Chavez ha ridato fiato perfino alla dittatura dell'eterno moribondo Fidel Castro. L'Afghanistan è una partita difficile, l'Irak è un terreno doloroso e poco comprensibile, anche perché non c'è un giornale o una televisione che non lo racconti secondo la diffusa ossessione antiamericana, non solo per cattiva volontà, proprio perché non ci sono gli strumenti per tentare una informazione qualsivoglia che non sia l'elenco fazioso dei morti ammazzati. Il razzista Gheddafi prende soldi e riconoscimenti quando rinuncia ai suoi ricatti. Peggio, la guida che mancava a Durban per unificare tutti contro gli Stati Uniti, Israele e la difesa dell'Occidente, ora c'è, è Ahmadinejad. Sarà per questo che le Nazioni Unite lo hanno chiamato con due anni di anticipo a prepararci la trappola?
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