L’aveva detto , COME PER NAPOLI : FATTO !!!
giovedì 28 agosto 2008, 19:46
Berlusconi: "Una grande compagnia per un grande Paese"
Da Il Giornale
Roma - "Un paese come l'Italia deve avere gli strumenti adeguati per proteggere la propria economia nel mondo. Uno di questi strumenti è una grande e solida compagnia di bandiera". Via libera dal Consiglio dei ministri al decreto legge e al disegno di legge delega su Alitalia. Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, è soddisfatto del lavoro fatto da tutta la squadra di governo e, pur non nascondendo i sacrifici che dovranno essere fatti, insiste sulla necessità di "intervenire" quanto prima per salvare la compagnia di bandiera.
Il lavoro di Palazzo Chigi "Avere una compagnia di bandiera italiana solida era indispensabile", ha spiegato il presidente del Consiglio che è fermamente convinto che "un grande Paese deve avere una grande, solida, efficiente compagnia di bandiera". Fino a pochi mesi fa la sola alternativa era il fallimento, ma Palazzo Chigi e l'advisor Banca Intesa sono riusciti a mettere insieme un piano capace di "salvare Alitalia". "Abbiamo evitato la soluzione del
precedente governo - ha spiegato il Cavaliere - che sarebbe stata una svendita ad una compagnia straniera peraltro di un paese in diretta concorrenza con noi nel campo del turismo". Ma il centrodestra si è opposto: "Avevamo il dovere di intervenire, siamo intervenuti con concretezza. Ci siamo riusciti". Missione compiuta, insomma, senza dovere appoggiarsi su partner esterni: "Il governo di Alitalia resterà nelle mani degli italiani. Eventuali partner internazionali entreranno solo come soci di minoranza".
I sacrifici da fare "Ci sono dei sacrifici da fare, serve un ridimensionamento del personale ma sara inferiore a quello che si sarebbe avuto con la svendita di Alitalia. Ma l’esigenza primaria è stata il rispetto dell’interesse del paese, era l’unica scelta altrimenti c’era il fallimento". Il presidente del Consiglio ha assicurato che "il personale in eccedenza si troverà in una situazione su cui interverremo". Insomma, nessuno sarà abbandonato. Una linea comp'letamente diversa da quella portata avanti dal precedente governo Prodi. "La precedente trattativa con Air France - ha poi puntualizzato il premier Berlusconi - è fallita non per il nostro intervento, perchè eravamo all’opposizione, ma per per colpa dei sindacati".
Il nodo contribuenti Berlusconi è ottimista sulla ricaduta che l'operazione potrebbe avere sui contribuenti italiani. Secondo il premier, infatti, la Newco la sarà "una compagnia nuova, più efficiente, finanziariamente in equilibrio e tecnologicamente avanzata, che non peserà più sulle spalle dei contribuenti". E ha assicurato: "Il personale in eccedenza, così come i piccoli risparmiatori, non saranno abbandonati, perché non è giusto che siano i singoli a pagare per gli errori del passato".
4 commenti:
Povero Uoltere : lui sì che è con-"fuso" ( ma non quello orario ).
http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=286429
Leggete e pensate quanto....
....tempo, quanti soldi sperperati per arrivare a dire, SOLO OGGI, che aveva ragione Berlusconi quando propose lo "spezzatino", durante il passato Governo.
L'intervista
Angeletti: era meglio lo spezzatino
Ma noi sindacati fermammo Berlusconi
Il segretario della Uil: «Settemila tagli? Al massimo gli esuberi sono duemila»
Luigi Angeletti, Uil
ROMA — Industriali, assicuratori, banchieri, concessionari autostradali e perfino armatori. Chiedete a Luigi Angeletti se crede che questa Armata Brancaleone salverà l'Alitalia e il capo della Uil si rifugerà in corner così: «Il presidente, Roberto Colaninno, è una persona di qualità».
Il ministro Altero Matteoli ha fatto capire che la cordata c'è soltanto perché l'ha voluto Silvio Berlusconi.
«Alcuni credono fermamente nel progetto. Altri non hanno potuto dire di no».
A chi si riferisce?
«Mi pare che Gilberto Benetton lo abbia fatto capire... Ma è ovvio che Berlusconi ha esercitato una moral suasion ».
Anche Romano Prodi, che però ha fatto un buco nell'acqua. Come c'è riuscito invece il Cavaliere?
«Perché il governo di centrosinistra cercava solo uno che risolvesse il problema».
Che altro avrebbe dovuto cercare?
«Un giorno, mentre parlavamo di pensioni, Tommaso Padoa-Schioppa se ne uscì a bruciapelo: "A proposito dell'Alitalia, la ristrutturiamo o la vendiamo?". A quel punto la Cgil disse senza esitare: "Vendetela". Allora prevalse la scelta di liberarsene».
Obbedendo alla Cgil. Non è quello che sta pensando, Angeletti?
«Non sono un giornalista, né tantomeno sono neutrale. Ma ho avuto questa sensazione. Del resto la trattativa con Air France è fallita dopo che la Cgil e la Cisl hanno fatto la loro controproposta».
Ricordo male o è stata la Uil ad abbandonare per prima il tavolo?
«Era una trattativa falsata. Noi volevamo ristrutturare Alitalia e passare a Finmeccanica o Fintecna i servizi, convinti che la compagnia dovesse restare pubblica...»
Ah. E ora?
«Lo scenario è diverso. La situazione è precipitata».
Come prevedibile. Non era meglio risolvere la questione cinque mesi fa?
«L'unica critica che si può fare è quella di Francesco Giavazzi. Se si vendeva ai francesi, lo Stato incassava dei soldi. Ora invece li dovrà tirare fuori».
Le pare poco?
«Ma ci possiamo permettere di avere sempre meno asset nel Paese? I francesi avrebbero ridotto l'Alitalia a compagnia regionale e poi fagocitata».
Che garanzie ha che ora non accada?
«Garanzie... non so. Ma Alitalia non può essere rilanciata riducendo le rotte».
Si parla di settemila esuberi.
«Sono al massimo duemila. E devono essere tutti ricollocati».
Buona fortuna. Il sindacato non ha alcuna autocritica da fare?
«Forse potevamo accettare lo spezzatino dell'azienda, quando il precedente governo Berlusconi ce lo propose. Ma fu proclamato uno sciopero e il governo si bloccò».
Tutta qui l'autocritica?
«Che vuole che dica? Le pare possibile che all'Alitalia ci siano nove, dico nove sindacati? Più patologico di così si muore. Lo sa che questa è l'unica azienda dove non ci sono le elezioni generali dei rappresentanti ma ogni sindacato sceglie i suoi?»
Evidentemente funziona. Alla fine Pantalone tira sempre fuori i soldi.
«Proprio così. Siccome la politica si mostrava molto sensibile nei confronti dell'Alitalia, i sindacalisti puntavano a influenzare i partiti, facendo così soccombere la controparte naturale, l'azienda. Si rifiutavano di parlare con l'amministratore delegato e volevano al tavolo i politici, come hanno fatto Cgil e Cisl quando sono arrivati i francesi».
La Uil non ne sa nulla?
«Alla fine... Perché dobbiamo essere più stupidi degli altri? All'Alitalia ho il sindacato con il maggior numero di iscritti. Posso permettermi di perderli?».
Sergio Rizzo
28 agosto 2008
Ti ci vogliono i miracole per arrivare a casa ?
http://www.affaritaliani.it/economia/
Alitalia, la grande svolta
Venerdí 29.08.2008 08:51
Di Angelo Maria Perrino
E alla fine, di riffa o di raffa, ce l’ha fatta: bravo Silvio Berlusconi, sul caso Alitalia, chapeau. Vero, la compagnia aerea sarà ridimensionata. Vero, scaricherà parte delle perdite pregresse sull’erario. Vero, lascerà a casa molti lavoratori. Ma, come avrebbe detto Catalano, meglio vivere e prosperare, che chiudere e portare i libri in tribunale o finire inghiottita dal colosso francese dell’Air France divenendo una semplice filiale locale.
Alitalia vivrà. Come brand e come compagnia italiana. E opererà in base a un realistico e responsabile business plan di Banca Intesa che le darà nel tempo il mercato e le dimensioni giuste per avere bilanci in regola e, col tempo, profitti. Che non è un peccato. Né mortale, né veniale. Ma il sale del mercato. E l’indipendenza dalla politica e dalle grinfie della Casta, anche sindacale.
E già, perché quel che muore, dentro la bad company, è quella sentina di clientele e di corruzione, quella mangiatoia per sigle sindacali incistate e per massonerie, camarille e clientele politiche affamate di posti e di voti di scambio e irrispettose della responsabilità d’impresa e delle regole di mercato. Muore, detto con linguaggio più elegante, una di quelle aziende pubbliche (tante, dalla Rai, alle Ferrovie, alle Poste, alla scuola,all’università, agli ospedali e ai servizi in genere) espropriate negli anni della loro funzione e del loro business e trasformate in ammortizzatori sociali. E muore infine quella specie di Babbo Natale per manager di scarso curriculum ma di grandi avidità, che sono riusciti a portarsi via fior di stipendi e di stock option, a fronte di performance disastrose e imbarazzanti.
Quella che è nata giovedì 28 agosto nel consiglio dei ministri sarà una compagnia privata che avrà il suo perimetro e la sua mission ben definiti, gli organici e le persone che le servono e non una in più. Opererà confrontandosi con la concorrenza e con il benchmark di settore, potrà valorizzare quelle competenze distintive che, pur nel disastro di questi decenni, si sono affermate. E che stanno nella qualità del servizio e nella professionalità dei suoi piloti. Sarà una public company, dunque un’azienda senza un padrone, guidata da manager che risponderanno del loro operato non ai politici ma agli azionisti e al mercato, giudice imparziale che premia il merito e sanziona le inefficienze.
Bravo, Silvio, chapeau. Nessuno avrebbe scommesso una lira nei mesi scorsi su questo risultato. Anzi, molti si sono esercitati in una sorta di tiro al bersaglio contro l’allora capo dell’opposizione che, cavalcando il niet sindacale, aveva bloccato il passaggio ad Air France, fortemente voluto dal suo predecessore Romano Prodi e si era proposto di organizzare una cordata di imprenditori privati disposti a metter mano al portafoglio e cacciare dei soldi investendo in un’impresa decotta. Ora ai denigratori non resta che ripiegare sui dettagli, con il solito spirito distruttivo, rosicone e benaltrista.
Noi invece diciamo che ad un Paese moderno, che vuole ricaricare le batterie e liberarsi di quella mucillagine (il conio è di De Rita) dalla quale è sommerso, un paese che nelle sue componenti più moderne e dinamiche, ha voglia di riscossa, un Paese capace di eccellere in tante sue virtù, la nuova Alitalia è utile e funzionale. E’ un piccolo segnale di una possibile, grande svolta.
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p.s. Cliccate sul Link, c'è il "resto".
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