domenica 31 agosto 2008

Sono in crisi, o come sono in crisi, loro : Guzzanti a Uoltere, sul Giornale.

domenica 31 agosto 2008, 07:00

Di Pietro ruba il Pd a Veltroni

Di Paolo Guzzanti

Caro Walter,
la tradizione vuole che ogni tanto ti scriva in prima persona. Mentre tu stai a fare l'americano convinto che Obama vincerà (e invece è quasi certo che perda, come sai benissimo anche tu), il sor Di Pietro, quello che nelle figurine Panini compare sul trattore, ti sta fregando il partito. Hai visto che è successo: quello è andato alla festa dell'Unità, che ora si chiama «Conchita Party» per esigenze di modernismo, ha schiacciato la povera Rosy Bindi sotto rete e si è portato via la platea. Con che cosa? Con l'antiberlusconismo da baraccone, quello da tre palle un soldo, venghino, signori venghino che vi presentiamo insieme alla donna cannone coi baffi anche l'ex procuratore in volo libero senza protezione grammaticale. Devi sapere, e spero di non offenderti o metterti in difficoltà, che noi del Giornale facciamo tutti il tifo per te. Non un tifo strumentale, furbesco, paraculetto, ma proprio il tifo. E quando vediamo le tue sortite (alcune tue sortite) ci diamo delle manate in fronte: «No, Walter, questa no, questa non la dovevi fare, questa non la dovevi dire» eccetera.


Il fatto è che siamo una manica di inguaribili democratici parlamentari, ci piace il gioco rude in campo ma fra squadre vere, perché sennò la democrazia si va a far friggere. Abbiamo tanto lavorato in questi anni per dare all'Italia una destra decorosa, da governo, spoglia di orbace e di torbide memorie, e quella destra è piaciuta agli italiani che un tempo non avevano altra possibilità che votare gli attempati neofascisti del Msi o i fragili e inconsistenti, benché eroici, liberali alla Malagodi. La sinistra era un blocco di ghiaccio comunista con piccoli iceberg come appendici.
Poi la prima Guerra fredda (la seconda è in corso, e porterà McCain alla Casa Bianca) è finita, si è fatta l'Europa in modo molto raffazzonato ma meglio di niente, il Pci, come aveva previsto Cossiga, si è squagliato come la Dc, l'operazione Mani Pulite, sviluppo di una operazione americana detta «Transparency» e per nulla trasparente, decapitò la Repubblica e lasciò in piedi soltanto fascisti e comunisti che si erano amnistiati da peccati giganteschi di cui non si parla mai. Avrebbe allora vinto Occhetto con la macchina da guerra, ma il cavalier Berlusconi Silvio scese in campo con tutte le bandiere cadute, compresa quella mia socialista, e fece quel che fece.


A sinistra non è stato fatto ancora nulla. Tornando ad oggi, hai visto su che cosa si compatta il tuo accampamento? Sul rifiuto sdegnato della solidarietà a Prodi sulle intercettazioni per negare solidarietà e legittimità alla legge contro le intercettazioni (io ne sono una celebre e innocente vittima), come se il governo Prodi non avesse presentato una sua legge in proposito. Che cos'è? Va bene incavolarsi quando sono intercettati D'Alema e Fassino, mentre chi se ne frega se intercettano Prodi? Questa sarebbe politica? Andiamo, su. Il fatto è che anche su questo tema l'unica cosa da dire, per tenere insieme una sinistra che è come la maionese impazzita rappattumata con la fecola di patate, è che vi siete riattaccati al tram dell'antiberlusconismo. Dove porta questo tram? Nei prati di periferia della politica dove si perde nelle brume e nei fossati.


Pensi che dica così perché questo è il Giornale della famiglia Berlusconi (come ci viene ricordato un giorno sì e l'altro pure)? Penseresti una cosa sciocca. A Berlusconi, come leader a voi avverso ed avversario, tutto ciò porta solo salute. Agli italiani, come vedi dai voti, non gliene può fregare di meno della teologia antiberlusconiana da esorcisti ossessivi. Non porta voti, non porta politica, ma a te porta disgrazia. Perché il tuo popolo, per tua colpa, non ha un sogno: you didn' thave a dream. Non hai creato un sogno per l'Italia, un progetto rivoluzionario.

Hai voglia a scimmiottare «Yes we can». But, we can what? Dov'è la ciccia del progetto? Dov'è la nuova Italia che la nuova sinistra propone? Io ti ho attaccato per la scelta di Concita De Gregorio come direttrice dell'Unità, la quale si era presentata con il progetto di un tabloid per casalinghe di sinistra (il «sociale» e il «femminile»), ma che poi ha capito come butta e ha scritto un fondo di presentazione in cui se ne è fregata di rendere omaggio ai predecessori, al fondatore della testata e all'editore, ma ha messo dritta la barra là dove ha potuto subito incassare la standing ovation di Paolo Flores d'Arcais e della sua scaltra banda, di gente che non spaccia sogni essendo incapace di sognare, ma che smercia antiberlusconismo da baraccone agli angoli delle strade.
Quanti italiani li seguono? Come l'albumina: tracce. E l'uomo del trattore (pronto per la battaglia del grano? Spezzerà le reni al governo?) che ha fatto? È salito sul palco con una provvista di palle da fiera acquistate per un soldo ogni tre, e ha colpito il fantoccio rappresentante Berlusconi a suo piacimento. Come dicono a Napoli «Se ne caette 'o teatro»: venne giù il teatro dagli applausi, perché quel tipo di roba (robaccia) è ormai il pasto unico, il sapore unico del palato drogato di un elettorato che non ha altro cibo. E non ha altro perché tu non gli hai dato altro, e perché hai lasciato che Di Pietro ormai ti fregasse direttamente il posto.


Tu fai il fico in Illinois, e quello, il trattorista senza grammatica e senza paura, si proclama sciamano del tuo popolo, gli fa la danza del ventre, poi quella della pioggia, del trattore, cantando la nota nenia che ci canta in continuazione anche alla Camera mentre tu e i tuoi deputati state lì, imbambolati, zitti, perplessi, senza dire né sì né no: e quello, caro Walter, ti sta fregando letteralmente il partito. Lo hai portato in Parlamento, gli hai dato una mano e quello la mano se l'è mangiata. E tu? Un colpo di reni, no, eh? Uno straccio d'idea forte, una botta di identità tutta tua, una sfida di cui poter dire: «Beh, però, il vecchio Walter stavolta ha fatto politica, non politichetta». Invece fai politichetta con la battutella secondo cui l'Alitalia non sarebbe più la compagnia di bandiera ma di bandierina: licenzia subito lo sceneggiatore, il ghost writer, perché poi c'è Ezio Mauro direttore di Repubblica che fa un culo così a Colaninno ponendogli venti volte la stessa domanda: «Perché lei che è di sinistra ha fatto vincere con Alitalia Berlusconi, lui che è il nostro nemico?». Che dobbiamo dire: che è Ezio Mauro a non aver capito, o è il tuo ghost writer?


Il fatto è che Berlusconi non ha vinto: ha stravinto. Ha vinto su Napoli e ha vinto su Alitalia, mentre Di Pietro ti sta portando via dalle unghie il tuo Partito democratico comportandosi come la vedova nera che prima fa sesso col proprio partner e poi, per riprendersi dall'impresa, se lo mangia.

Dunque, parafrasando la nota battuta: dicci finalmente qualcosa di veltroniano, qualcosa che non faccia restare i democratici di sinistra inchiodati all'età della pietra della politica.


La "libertà di stampa della sinistra" un obbrobrio.

domenica 31 agosto 2008, 07:00

QUELLA STRANA LIBERTÀ DI STAMPA

Di Mario Giordano

Certo che questi maîtres à penser della sinistra hanno una strana idea della libertà di stampa. Hanno passato anni a darci lezioni di moralità editoriale, di indipendenza giornalistica, di superiorità deontologica. E adesso, sballottati nel nulla post-veltroniano, sconfitti dal vuoto ancor prima che dal voto, raminghi fra gli stand di Firenze, deserti di persone e di idee, reagiscono alla nuova bufera delle intercettazioni con un riflesso incondizionato che rivela quanto quelle nobili formule imparate a memoria sul bigino della democrazia in realtà siano, per loro, del tutto posticce.


Li avete sentiti? Molti politici, a cominciare da Veltroni, hanno criticato Berlusconi dicendo che se voleva evitare la pubblicazione su Panorama doveva chiedere alla figlia Marina, presidente di Mondadori, di bloccare il settimanale. Evidentemente a casa loro si usa così. E Giuseppe D’Avanzo, su Repubblica, scrive una lunga articolessa per dire, in sostanza, che i giornalisti non pubblicano niente se non su ordine del padrone. Evidentemente lui è abituato a fare così. Fra l’altro, D'Avanzo definisce le intercettazioni «una minestrina cucinata in famiglia», che la dice lunga sulla tristezza della sinistra: noi, quando mangiamo in famiglia, ci facciamo servire per lo meno le pennette tricolori.


Maurizio Belpietro, direttore di Panorama e già, per dieci anni, direttore del Giornale, lo conoscete bene: è uno straordinario giornalista, sempre sul pezzo, che fa (benissimo) il suo lavoro e che, anche se a Veltroni e D’Avanzo può apparire strano, quando ha una notizia la pubblica. Bizzarro, vero? Il collega che ha firmato l’articolo in questione, Gianluigi Nuzzi, anche lui della scuola Giornale, è uno dei migliori rabdomanti di scoop che ci siano in circolazione. Sono pronto a scommettere tutto quello che ho di più caro che a Panorama hanno deciso di pubblicare quelle intercettazioni con la loro testa e che Berlusconi ha saputo della copertina solo quando era già in edicola. Il complotto, l’orchestrazione, la macchinazione esistono solo nella testa dei nostri maîtres à penser. Evidentemente loro non riescono a concepire il mondo altrimenti che così.


Ed è davvero singolare, non trovate? C’insegnavano la libertà di stampa, ora c’insegnano che gli editori devono censurare i direttori. C’insegnavano la deontologia professionale, adesso c’insegnano che un giornalista pubblica solo quello che gli viene ordinato dall’alto. Inutile spiegare che non tutti siamo così: è una loro deformazione professionale, un vizio genetico, il peccato originale di chi è stato avvolto fin da piccolo nel fasciatoio della militanza di sinistra e si scopre liberale per caso. E allora avanti, facciano pure, si ingozzino con le minestrine di D’Avanzo, si perdano nel labirinto delle loro reti di potere, ma almeno la smettano di salir sul pulpito per farci la predica. Non sono santoni, e a dirla tutta nemmeno troppo santi.

Se poi l’idea di libertà di stampa che vogliono insegnarci è quella che traspare dalla reazione furiosa di queste ore, grazie tante, no. Ce la caviamo benissimo da soli.

venerdì 29 agosto 2008

CVD : avevamo ragione assieme a salvan, sempre conferme ci sono.

giovedì 28 agosto 2008, 07:00

IL (FALSO) ALLARME CLIMA

Di Marco Zucchetti

nostro inviato a Rimini
In fondo fra tante bufale bastava una carota. Un cilindretto di ghiaccio buono per un Negroni formato famiglia. Un Calippo gigante lungo un metro e di 10 centimetri di diametro. Questo carotone pescato a 3.200 metri di profondità in Antartide ed esposto nella mostra “Atmosphera” al Meeting di Rimini è la chiave per smascherare le panzane catastrofiche degli pseudo-ecologisti del «moriremo tutti e possibilmente presto».


«Negli ultimi anni si sentono troppe stupidaggini sui cambiamenti di clima - spiega il professor Elio Sindoni, direttore del dipartimento di Scienze dell’ambiente a Milano Bicocca -. E a lanciare allarmi sono sempre persone non addette ai lavori». Sì, quei vaticinii da Apocalisse del tipo «nel 2033 ci sarà il deserto in Norvegia e i salmoni migreranno a Cinisello Balsamo», oppure «in capo a 5 anni il mare arriverà a Cortina e i maestri di sci se non vorranno rimanere disoccupati dovranno insegnare immersioni». Ecco, tutte balle. Lo insegna la carota.


«La trivellazione eseguita in Antartide con il progetto Epica dell’Università di Milano ha raggiunto profondità tali che si possono esaminare le particelle di aria congelate un milione di anni fa. E tramite un esame degli isotopi dell’ossigeno si può risalire alla temperatura di quel periodo». E - sorpresa delle sorprese - era la stessa di oggi. Il che testimonia due cose: che anche un milione di anni fa bisognava uscire la sera col maglioncino e «che i cambiamenti climatici ci sono sempre stati e non dipendono dall’inquinamento». D’altronde la Groenlandia era “terra verde” e ora è il paradiso dei giocatori di hockey, mentre i Maya furono sterminati dalla siccità, ma non perché non avevano la marmitta catalitica.


E dunque tutte le bacchettate metaforiche che ci prendiamo sulle dita ogni volta che accendiamo il climatizzatore a forza tifone? «Ci sono in ballo troppi interessi di tipo economico - continua Sindoni -, come i fondi per le energie rinnovabili». Quelli a cui anelano i sostenitori dell’eolica e della solare.
Insomma, noi stiamo al capezzale della Terra e quella fa solo finta di star male? Non proprio: «Beh, non è pensabile continuare ad immettere nell’atmosfera 27 miliardi di tonnellate di CO2, ma diciamo che il pianeta non è così malmesso come si vuol far credere».


E allora vediamole un po’, queste balle spaziali: «Innanzitutto la coincidenza diretta tra anidride carbonica e innalzamento della temperatura. Su Giove, Saturno e Plutone si stanno registrando surriscaldamenti di addirittura 5 gradi. La domanda è: chi è che si diverte ad andare col Suv a inquinare su Giove?». Fin troppo evidente che dipende dall’energia del Sole, mai così attivo da oltre mille anni. Con buona pace di chi sull’allarmismo ci ha fatto i soldi, come Al Gore: «Chi? Quello che da quando ha preso il Nobel guadagna 250mila dollari per un’ora di conferenza? Una delle più grandi vergogne a cui abbia assistito», si indigna Sindoni.


Altro campionario di sciocchezze. A Milano 647 decessi per polveri sottili: «Ma su che basi scientifiche dicono cose del genere?». I mari che crescono a livelli inquietanti: «Eppure il Pacifico cresce a ovest e diminuisce a est e l’Indiano fa il contrario». E nemmeno con le precipitazioni i professionisti dell’«aita aita» ci azzeccano: «Si aspettavano la siccità e abbiamo avuto un anno di piogge straordinarie. Prospettavano l’estate più torrida del secolo e io dormo col lenzuolino la notte».

Nel complesso delle follie generali, fra tre fratellini che chiedono la trivella antartica in regalo ai genitori e una macchina dotata di secchi che gira un po’ come le pare e che testimonia il fatto che il clima cambia come gli pare (!), una verità c’è: «Quel che è vero è che carbone e petrolio un giorno finiranno e che è stato giusto vietare i Cfc (cloroflurocarburi) per evitare il buco nell’ozono». Però? «Però nulla è prevedibile e non ci sono certezze assolute. Il problema è che prima si parlava del tempo per ammazzare il tempo. Oggi invece si parla del clima per ammazzare il clima».

giovedì 28 agosto 2008

'monnezza e ALITALIA : FATTO !!!

L’aveva detto , COME PER NAPOLI : FATTO !!!

giovedì 28 agosto 2008, 19:46

Berlusconi: "Una grande compagnia per un grande Paese"

Da Il Giornale

Roma - "Un paese come l'Italia deve avere gli strumenti adeguati per proteggere la propria economia nel mondo. Uno di questi strumenti è una grande e solida compagnia di bandiera". Via libera dal Consiglio dei ministri al decreto legge e al disegno di legge delega su Alitalia. Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, è soddisfatto del lavoro fatto da tutta la squadra di governo e, pur non nascondendo i sacrifici che dovranno essere fatti, insiste sulla necessità di "intervenire" quanto prima per salvare la compagnia di bandiera.

Il lavoro di Palazzo Chigi "Avere una compagnia di bandiera italiana solida era indispensabile", ha spiegato il presidente del Consiglio che è fermamente convinto che "un grande Paese deve avere una grande, solida, efficiente compagnia di bandiera". Fino a pochi mesi fa la sola alternativa era il fallimento, ma Palazzo Chigi e l'advisor Banca Intesa sono riusciti a mettere insieme un piano capace di "salvare Alitalia". "Abbiamo evitato la soluzione del
precedente governo - ha spiegato il Cavaliere - che sarebbe stata una svendita ad una compagnia straniera peraltro di un paese in diretta concorrenza con noi nel campo del turismo". Ma il centrodestra si è opposto: "Avevamo il dovere di intervenire, siamo intervenuti con concretezza. Ci siamo riusciti". Missione compiuta, insomma, senza dovere appoggiarsi su partner esterni: "Il governo di Alitalia resterà nelle mani degli italiani. Eventuali partner internazionali entreranno solo come soci di minoranza".

I sacrifici da fare "Ci sono dei sacrifici da fare, serve un ridimensionamento del personale ma sara inferiore a quello che si sarebbe avuto con la svendita di Alitalia. Ma l’esigenza primaria è stata il rispetto dell’interesse del paese, era l’unica scelta altrimenti c’era il fallimento". Il presidente del Consiglio ha assicurato che "il personale in eccedenza si troverà in una situazione su cui interverremo". Insomma, nessuno sarà abbandonato. Una linea comp'letamente diversa da quella portata avanti dal precedente governo Prodi. "La precedente trattativa con Air France - ha poi puntualizzato il premier Berlusconi - è fallita non per il nostro intervento, perchè eravamo all’opposizione, ma per per colpa dei sindacati".

Il nodo contribuenti Berlusconi è ottimista sulla ricaduta che l'operazione potrebbe avere sui contribuenti italiani. Secondo il premier, infatti, la Newco la sarà "una compagnia nuova, più efficiente, finanziariamente in equilibrio e tecnologicamente avanzata, che non peserà più sulle spalle dei contribuenti". E ha assicurato: "Il personale in eccedenza, così come i piccoli risparmiatori, non saranno abbandonati, perché non è giusto che siano i singoli a pagare per gli errori del passato".

domenica 24 agosto 2008

COME UN CAPPELLANO MILITARE




PROFESSOR ANTONIO DAL MONTE

Ecco qui il medico dei nostri atleti alle Olimpiadi.
Ne ho messo 3 immagini per meglio raccontarlo, ma sarebbe stato necessario ascoltarlo durante i suoi interventi nel racconto di queste ultime Olimpiadi 2008 di Pechino.
Sarebbe stato più facile capire perché lo paragono ad un Cappellano Militare.
Il mondo degli atleti che partecipano alle Olimpiadi è proprio come un Battaglione dell'Esercito, e molti atleti vengono proprio da lì, per cui nella battaglia che combattono ogni quattro anni c'è bisogno di un punto di riferimento solido e sicuro.
Chi meglio del Medico Sportivo può rappresentare questa guida e questo sostegno ?
Il Professor Dal Monte ne è l'emblema ed io desidero rendergli l'omaggio più caldo ed un ringraziamento per come ha, anche lui, rappresentato l'Italia.

L'ULTIMA MAGNIFICA MEDAGLIA D'ORO


ROBERTO CAMMARELLE

Campione Olimpico nei Supermassi per KO verso un cinese

sabato 23 agosto 2008

LE ULTIME SONO LE PIU' BELLE


Sempre da Luchy

Un'altra "crucca" a medaglia : a 44 anni, ha preso l'Argento nella canoa, Josefa Idem, alla 7° Olimpiade.

OLIMPIADI 2008


Schwarzer, oro azzurro nella 50 km di marcia
L’azzurro Alex Schwarzer trionfa nella 50 km di marcia. L’altoatesino conquista la medaglia d’oro staccando tutti gli avversari e stabilendo il nuovo primato olimpico.

E così commenta Luchy .

Un "crucco" che è impazzito, sventolando la bandiera Italiana dopo aver pianto come un bambino, dall'alto dei suoi 193 cm di altezza.

Anche durante l'intervista, non è riuscito ad evitare una letterale caduta di lacrime, sembrava una fontanella in miniatura.

Vive in un paesino di 31 abitanti : dopo aver frantumato il Record Olimpico nella gara, anche questo della quantità di abitati del suo paesino, è un Record che prima era appannaggio di un paesino di 50 cittadini, dove una ragazza aveva vinto la medaglia d'Oro alle Olimpiadi (non Italiano, però).

giovedì 21 agosto 2008

DEDICATO AI 10 SOLDATI FRANCESI MORTI N AFGHANISTAN


ED A TUTTI I SOLDATI CHE PERDONO LA VITA SU FRONTI LONTANI PER LA DIFESA DEL MONDO.

Per tutti coloro che restano auguriamo il conforto del SOLDATO fra i Soldati, Il cappellano Militare.
Nella foto Uno di Loro :
DON FIORE Maggiore Cappellano degli Alpini, al secolo Fiormaria D'Abbondio
e di seguito le parole di Gioacchino "ALPINO" che ha conosciuto e conosce i Fronti lontani ed il bisogno di conforto.

Innanzi tutto ringrazio tutti Voi abitanti di Lovero per avermi reso partecipe a questa festa dedicata ad un amico carissimo.
Ma soprattutto vi ringrazio per avermi dato questa meravigliosa occasione per dire due parole sui Cappellani Militari e per parlarvi di uno in particolare Don Fiore.

Per chi non ha fatto il servizio militare forse la figura del Cappellano Militare può sembrare quella di un Sacerdote che ha intrapreso una strada un po’ fuori dal comune.

Per non parlare di quelli che pensano che il Cappellano Militare sia un Pastore di Anime che esercita la sua opera non proprio in linea con il messaggio evangelico e vorrebbero che la sua figura in seno alle Forze Armate fosse abolita, forse a loro poco importa che gli uomini con le stellette abbiano una fede e un’anima.
Per noi Militari è la figura più importante di un Reparto, unitamente a quella del Comandante.
IL Cappellano Militare, oltre allo svolgimento del suo specifico Ministero Religioso, è determinante per una appropriata educazione del personale militare ai valori che animano il diritto umanitario e ne fanno non solo un codice giuridico, ma anzitutto un codice etico.
Nelle Operazioni di Pace all’estero è colui che indirizza e guida tutta l’azione umanitaria del contingente, spesso rischiando oltre il dovuto per quella croce blu e argento appuntata sul petto della sua tuta mimetica e per il vangelo sempre presente nelle sue mani.
La sua presenza e il suo supporto morale sono insostituibili e diventano determinanti soprattutto quando si verificano tragici eventi, ci aiutano a superare quella sensazione di smarrimento che coglie tutti noi in quei momenti cruciali della vita di un militare.
Nella vita quotidiana della caserma è il nostro confessore, il nostro consigliere, è il carissimo amico e fratello Sacerdote che fa parte della nostra famiglia e per tutti i familiari celebra le cerimonie più importanti della vita cristiana, che vive con noi la gioia di quelle più liete, che soffre con noi nei momenti più tristi.
Rappresenta colui che è sempre disponibile ad ascoltarti, sia per gioire insieme a te delle cose belle della vita, che per le parole di conforto che sa trovare nei momenti difficili.
Ecco quello che è sempre stato Don Fiore per tutti noi che siamo stati i suoi Alpini.
Parlare di un caro amico fa sempre piacere ma è anche molto difficile e allora ho cercato un aiuto e l’ho trovato nelle parole di Sant’ Agostino, grande filosofo della Cristianità .
In uno dei suoi scritti si legge:
Nella casa del giusto anche coloro che esercitano un comando non fanno in realtà altro che prestare servizio a coloro che sembrano comandare: essi infatti non comandano per cupidigia di dominio, ma per dovere di fare del bene agli uomini, non per orgoglio di primeggiare ma per amore di provvedere.
Queste brevi parole sono la sintesi dei suoi insegnamenti e del suo essere Sacerdote e Cappellano Militare.

domenica 17 agosto 2008

LA MORTE ED IL SENSO DELLA VITA

Sarebbe impossibile, anche disponendo di tempo e spazio in abbondanza, pretendere di riassumere in qualche modo lo sterminato, quasi infinito campo della tanatologia, e delle riflessioni sulla morte sorte nelle teologie, soteriologie, filosofie, letterature ecc. d’ogni cultura e civiltà. Quanto segue vuole solo essere un’infima e brevissima considerazione su questo teologumeno così profondo ed importante, sperando di non suscitare il raccapriccio di chi leggerà.
Si è molto spesso supposto che la morte, anzi la riflessione sulla morte come prova inequivocabile della limitatezza e finitudine di tutto ciò che esiste, sia all’origine del pensiero religioso, sia storicamente, sia psicologicamente. In verità, le primissime certe tracce del “pensiero religioso” sono legate proprio alla morte, con la comparsa della sepoltura dei defunti, certamente all’interno di determinati rituali, che non è però possibile ricostuire a distanza di decine di migliaia di anni.
La meditazione sulla morte compare in tutte le maggiori forme del pensiero religioso, ed in innumerevoli filosofie, venendo sviluppata con una gamma impressionante di varianti, dagli antichissimi riti iniziatici delle civiltà pre-agricole (cerimonie di morte e risurrezione), all’idea di morte nello yoga, nelle varie dottrine del buddhismo, nei culti misterici greci, ecc.
Per rimanere al cristianesimo, la morte è un fenomeno che ha ricevuto differenti denominazioni, corrispettive ad una grande varietà di significati (morte evangelica, morte apostolica (cfr. 2 Cor 4,10-11)., morte misterica o sacramentale (cfr. Rm 6,4-11; 2 Tm 2,11), morte di martirio (cfr. Fil 3,10), morte angelica, morte filosofica, morte spirituale, morte al mondo, morte d'amore, ecc.). In particolare, la formula di morte filosofica è nota sin dall’Antichità in ambito pre-cristiano, intesa quale superamento dei limiti e dei condizionamenti dell’esistenza umana, ma è soprattutto all’interno della nuova fede che si dà un ampio sviluppo della nozione e del simbolismo della morte. Nell'esperienza cristiana la salvezza è vista come morte e risurrezione. L’uomo deve morire a se stesso con Cristo e rinascere con lui: "Chi non prende la sua croce e non mi segue, non e' degno di me. Chi avrà trovato la sua vita, la perderà: e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà". (Mt 10:38, 16:25-26; Mc 8:35-36; Lc 9:24, 17:33; Gv 12:25); "In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto." (Gv 12:24) Paolo enfatizza l'idea di morire con Cristo ed essere uno con lui nella risurrezione, ciò che equivale al passaggio dall’ “uomo vecchio” all’ “uomo nuovo”, descrivendo un percorso iniziatico dal carnale allo spirituale: "Per mezzo del battesimo siamo dunque stati sepolti insieme con lui nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova. Se infatti siamo stati completamente uniti a lui con una morte simile alla sua, lo saremo anche con la sua risurrezione." (Rm, 6:4-5); "Ma se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con lui". (Rm 6:8); "Non offrite le vostre membra come strumenti di ingiustizia al peccato, ma offrite voi stessi a Dio come vivi tornati dai morti e le vostre membra come strumenti di giustizia per Dio.". (Rm 6:13). "Infatti chi è morto, è ormai libero dal peccato." (Rm 6:7) Colpisce soprattutto però l’associazione che si viene a compiere fra la “morte” di sé (la fine dell’ “uomo vecchio”) e la nascita interiore di Cristo (la nascita dell’ “uomo nuovo”). La “morte mistica” costituisce un binomio con la “nascita mistica”, che sono due componenti inscindibile del processo di rigenerazione dell’uomo: è la morte "dell’uomo vecchio" (Col 3,9), secondo l’apostolo Paolo. È partecipare alla morte di Cristo, per mezzo del battesimo, morendo con lui per risorgere con lui. Continua Paolo: "Voi siete morti e la vostra vita è ormai nascosta con Cristo in Dio" (Col 3,3). "Mortificate dunque quella parte di voi che appartiene alla terra" (Col 3,5). È la "potatura" divina, dolorosa, ma necessaria per portare più frutto (Gv 15,2). La morte dell’uomo vecchio è necessaria per far nascere "l’uomo nuovo", a immagine del Cristo risorto.
Come insegnava il sommo storico delle religioni Mircea Eliade nella sua imprescindibile monografia “La nascita mistica”, l’insegnamento paolino, centrale nella meditatio mortis cristiana, è tipologicamente identico all’immensa gamma di riti di morte e risurrezione, ovvero di cerimonie iniziatiche, diffuse universalmente. Nel caso specifico di Paolo di Tarso, la riflessione sulla “morte mistica” è certamente derivata dalle analoghe riflessioni presenti nei culti misterici greci, anziché dal giudaismo.
E’ possibile pensare d’abolire la morte, ovvero di sconfiggerla? La risposta, inequivocabilmente, è negativa. Il tempo necessariamente logora e distrugge ogni cosa, e l’universo stesso è destinato a scomparire, come insegna la seconda legge della termodinamica, detta dell’entropia. Da qui sono sorte, specialmente in letteratura, innumerevoli considerazioni pessimistiche e scorate sull’esistenza umana. Sempre per limitarsi alla civiltà europea, basti ricordare che già nel Tardo Medioevo, dopo la “Peste Nera”, si era diffuso un atteggiamento simile nei confronti della vita terrena, nonostante la fede religiosa fosse, da quasi l’intera collettività, accolta con convinzione e fermezza. La letteratura romantica, come ha mostrato Mario Praz nel suo bellissimo studio “La carne, la morte, il diavolo”, è ricolma di temi macabri e del senso angoscioso della fine di tutto ciò che esiste. Un grande poeta come il Leopardi ha potuto farsi cantore del “pessimismo cosmico”: la vita è sofferenza ed al termine esiste la morte. La filosofia esistenzialistica del Novecento ha riproposto analoghe speculazioni, su di un piano non più poetico ma appunto filosofico.Esiste quindi un modo di considerare la morte, a cui inevitabilmente lo scorrere del tempo conduce, quale una realtà meramente negativa, ma in realtà essa può essere valutata non in questa accezione, bensì quale superamento d’uno stato determinato e contingente, sia nella sua forma della “morte mistica” (centrale nella spiritualità di molti “mistici” cristiani, oltre che, ad esempio, in quella dell’induismo e del buddhismo), sia proprio nel suo aspetto più concreto ed apparentemente distruttivo. Lo scorrere del tempo ovvero la sua “freccia” unidirezionale, che trascina con sé nella propria fuga temporis ogni cosa, in una prospettiva religiosa o filosofica trascendente non appare più soltanto distruttivo, ma anzi salvifico, in quanto cammino di salvezza, in quanto finalisticamente orientato all’incontro con l’Assoluto, in qualsiasi modo venga definito. Ad esempio, Aristotele sosteneva che “è psuché estìn entelenchìan”, “l’anima umana è un’entelechìa”, ovvero è teleologicamente (dal greco telòs, fine) rivolta ad un fine. Similmente, il cristianesimo insegna che l’incontro con Cristo avverrà alla fine della propria vita (la “piccola escatologia”) ed al termine della storia dell’universo (la “grande escatologia”).

mercoledì 13 agosto 2008

DURO & IMPURO by Luca Bagatin

"SIATE PILOTI DELLA VOSTRA ESISTENZA"

Più il tempo passa e più ho orrore della malattia. Delle malattie.
Specie di quelle che ti provocano la paralisi. Totale o parziale del tuo corpo. O quelle che ti portano alla completa distruzione del cervello (poco importa se il tuo cuore batte ancora: di un cuore senza cervello non te ne fai francamente nulla).
Non riesco a non commuovermi e a non rimanere coinvolto dalle storie e dagli articoli che, ogni mese, leggo su Agenzia Coscioni: il mensile dell'Associazione Luca Coscioni per la Libertà di Ricerca Scientifica.
Chi riesce sempre a carpire la mia attenzione è Severino Mingroni, affetto dalla Sindrome di loked-in dal 1995.
Da quell'anno i suoi nervi sono venuti meno e tutt'ora vive immobile e comunica solamente per mezzo di un computer azionato attraverso piccoli movimenti della sua testa per mezzo di un HeadMouse.
Severino, che scrive dal Satellite HotBird, come dice lui che scrive con difficoltà inimmaginabile anche a causa della mancanza di Adsl e della banda larga nella sua zona di residenza, mi riporta alla mente una persona che mi è molto cara, disabile dalla nascita.
E poi mi riporta alla mente un'esperienza personale, sicuramente diversa, ma che mi ha fatto riflettere moltissimo sulla possibilità di rimanere immobilizzati da un giorno all'altro.
Era l'estate del 2002 quando mi sono risvegliato nel mio letto, incontinente e senza riuscire a muovere un muscolo.
Il mio corpo era completamente immobile ed indolenzito.
Temetti il peggio. Piansi. Senza riuscire a muovere un solo muscolo della faccia le mie lacrime uscivano copiose.
Poi, a fatica, cercai di liberarmi dalla cappa d'immobilità come se sopra di me vi fosse un macigno enorme.
Vi riuscii. Caddi dal letto. Mi rialzai con forza.
L'addome mi faceva male. Così il petto. Non sentivo le gambe.
Una volta ripreso il totale controllo del mio corpo chiamai la guardia medica, la quale non riuscì a diagnosticarmi nulla.
Il che mi preoccupò ancora di più.
Idem il mio medico di fiducia.
Solo con visite più approfondite i medici riuscirono a comprendere che ero soggetto ad attacchi epilettici di bassa intensità, ma tali da bloccarmi il sistema nervoso articolare.
Una cura farmacologica "ad hoc" mi salvò ed oggi quel senso di oppressione fisica è solo un ricordo.
Un bruttissimo ricordo che tuttavia mi ha permesso di comprendere a fondo che cosa significa svegliarsi e rimanere improvvisamente completamente paralizzati.
Paralizzati con il solo uso della testa. Che non sente più il tuo corpo.
Riesco quindi a comprendere Severino e così Piero Welby e così Luca Coscioni e anche la mia cara amica di cui ho brevemente parlato.
La Scienza e la Ricerca, certo, possono fare moltissimo.
Peccato che siamo in Italia.
Peccato che siamo ancora nel Medioevo.
Peccato che qui il "diritto alla vita", per taluni, si traduca un "obbligo ad una vita malata".
E' l'eterno calvario al quale ti condanna la Chiesa dominante e lo Stato italico: eterni custodi del tuo libero arbitrio.
Pietro Ravasin di Treviso, malato di Sclerosi Laterale Amiotrofica dal 1998, autore del primo testamento biologico in video, in una intervista ha detto una frase lapidaria: "Dio ci ha dato la libertà di scegliere con la nostra testa, non con quella degli altri".
Dio, infatti, una coscienza, ce l'ha.
A chi questa coscienza manca, in quanto sostiuita dalla follia e dall'elucibrazione mentale insana, è il custode del Dogma.
Un Dogma che si fa Potere politico per taluni e totale psicosi per i molti che si lasciano "cullare" da esso.
"Le Religioni che cosa avranno mai a che vedere con Dio ?" Mi chiedevo io, da sempre attratto dalla spiritualità, all'età di 10 anni. Da allora smisi di andare in Chiesa e piansi.
Allora piansi perché ogni volta che le elucubrazioni dogmatiche dei preti, dei vescovi e del Papa facevano capolino, sentivo che Gesù veniva inchiodato alla Croce una seconda volta.
Con il tempo approfondìì ed approdai alla Gnosi. Vidi Gesù in chiave più ampia, come un Maestro, accanto a Buddha, Krishna, Maometto e Zoroastro.
Imparai a comprendere come il Dio della Bibbia fosse crudele e mistificatore e come la Conoscenza, la Gnosi, fosse il mezzo per comprendere il Divino che è nel Tutto e in Tutti.
Rispetto ed incoraggio, quindi, da sempre la libera ricerca individuale.
Tornando alla questione delle malattie, della sofferenza, esse sono certamente un mezzo per comprendere meglio chi siamo e ciò che ci circonda. In quanto individui pensanti e dotati di tutte le potenzialità per costruire un presente ed un futuro dignitoso e libero dalle oppressioni del corpo e quindi dalle malattie e dalla vicissitudini che provocano sofferenza.
Sono pertanto assolutamente convinto della necessità di ricorrere a tutti i mezzi messi a disposizione dell'ingegno umano a tal fine: libertà di ricerca scientifica, quindi, ma anche sviluppo e potenziamento di tutte quelle tecnologie che consentono a persone come Severino Mingroni di comunicare (e quindi di vivere).
E poi c'è l'eterna questione del Testamento Biologico.
Redigetene uno come suggerito al link dell'Associazione Coscioni: http://www.lucacoscioni.it/testamento_biologico
Non lasciate che qualcun altro decida per voi sulla base di superstizioni, elucubrazioni o convinzioni personalissime che nulla hanno a che vedere con la vostra intima coscienza, con la vostra vita della quale potete disporre in quanto: vostra !
Siate ora e sempre i "piloti della vostra esistenza".

Luca Bagatin
www.lucabagatin.ilcannocchiale.it

QUESTO DA NEWSWEEK SULL'ATTUALE GOVERNO (click)

GRAZIE LUCA DEL TUO LAVORO.

http://www.newsweek.com/id/151669

In his first 100 days in office, Silvio Berlusconi may have done the impossible: to a degree unprecedented in modern Italian history, he asserted control over this seemingly ungovernable nation. The opposition parties are mired in squabbling, and Berlusconi, now prime minister for the third time since 1994, has an approval rating of 55 percent—higher than Britain's Gordon Brown, France's Nicolas Sarkozy or Spain's José Luis Rodríguez Zapatero.

Nei suoi primi 100 giorni di incarico, Silvio Berlusconi si è reso autore dell'impossibile, probabilmente: in parole povere, facendo riferimento all'evoluzioni dell'Italia contemporanea, Egli sembra aver riportato l'ordine in una nazione, a buon giudizio ingovernabile. L'opposizione è recidiva in polemiche spicciole, nonostante Berlusconi, oggi Primo Ministro per la terza volta dal 1994, goda del 55% dei consensi popolari, più del britannico Gordon Brown, più di Nicolas Sarkozy o dello spagnolo José Luis Rodríguez Zapatero.

That anyone in Italy has managed to be so successful is surprising. More than most Western European countries, Italy has long been bedeviled by corruption and a system that gives disproportionate political weight to small parties. Berlusconi's predecessor, Romano Prodi, was stymied by his center-left party's tiny Senate majority and the government's fractious nine-party coalition. But Berlusconi, the 72-year-old media mogul, cannily exploited a 2005 electoral law that wiped out these small parties to win a surprise landslide victory from which the opposition is still trying to recover.

E' inverosimile che qualcuno sia riuscito in tanto, in Italia. Un'Italia, più di ogni altro paese europeo, fino ad oggi flagellato da corruzioni e da un ordinamento capace di dare peso politico a 'partiti' inesistenti. Romano Prodi, primo ministro prima del mandato Berlusconi, è stato ostaggio del centro sinistra della sua inconsistente maggioranza e, in generale, della sua coalizione di ben nove partiti incapace di decidere. Berlusconi, il settantaduenne magnate dei media, nel 2005, promulga una legge molto intelligente che esclude i partiti di peso nullo infligendo così una sconfitta devastante all'opposizione a tutt'oggi incapace di riorganizzarsi.

His center-right party now has 174 seats in the Senate (versus the left's 132) and while he enjoys something of a honeymoon period with the electorate, he has also wasted little time in consolidating his authority. One of his first acts: pushing through a bill that gives the top four national officeholders, including the prime minister himself, immunity from prosecution while in office. The bill passed overwhelmingly last month, and put an end to outstanding criminal proceedings against Berlusconi (which he and supporters say were politically driven).

La coalizione di Berlusconi è titolare di 174 seggi al Senato (contro i 132 dell'opposizione), ma nonostante questo, Berlusconi dedica le sue forze a potenziare l'azione di governo. Uno dei suoi primi provvedimenti: garantire l'immunità alle 4 più alte cariche dello stato, compreso lo stesso primo ministro, da procedimenti giudiziari, se in carica. Il provvedimento è stato approvato non senza deprecabili controversie lo scorso mese, per mettere finalmente fine ai criminali attacchi giudiziari ai danni di Berlusconi (pilotati, secondo il Primo Ministro e il suo elettorato).

That this new law was a possible conflict of interest did not go by unnoticed, but Italians are feeling too poor to pay it much attention. After 10 years of near-zero economic growth—Bank of America predicts 0.5 percent growth this year—they are demanding security, financial and otherwise. And Berlusconi is delivering, with an iron-fist-in-velvet-glove competence. Emblematic has been his ability to clean up Naples, buried for months under trash in part because the surrounding communities simply did not trust the government to manage the landfills. Ever the showman, Berlusconi held cabinet meetings in Naples—fulfilling a campaign promise to do so until the trash was cleared—and appointed a "garbage czar" to fix the problem. In July, Parliament approved Berlusconi's plan to open new landfills and incinerators, and permit soldiers to protect temporary landfills from angry residents. Days later Berlusconi said 50,000 tons of trash had been removed.

Certo, tutto questo potrebbe configurarsi come un possibile conflitto di interessi che non passerebbe inosservato, ma gli Italiani sono ormai troppo poveri per badare a queste stupidagini. Dopo 10 anni di crescita economica zero — la Bank of America prevede l'incremento dello 0.5% per quest'anno — gli Italiani chiedono sicurezza ed economia. Berlusconi non se ne sta con le mani in mano: pugno di ferro e guanto di velluto. Significativo il suo intervento a Napoli, sommersa dai rifiuti, grazie anche all'ostracismo dei comuni limitrofi ostili ad accettare discariche gestite dal Governo. Berlusconi indice un ufficio straordinario, nominando un supercommissario per mettere fine al problema.
A Luglio il Parlamento approva il piano Berlusconi per l'apertura di nuove discariche ed inceneritori, dando al contempo mandato all'Esercito di preservare gli impianti da aggressioni inconsulte. Berlusconi dichiara dopo pochi giorni: "50.000 tonnellate di rifiuti rimosse"

With a similar resolve he tackled the perception that violent crime is on the rise (despite data showing otherwise), and that foreigners are to blame for it. In July, the government declared a state of emergency to fight illegal immigration and proposed a law mandating fingerprinting for all Roma living in camps in Italy. Berlusconi softened the plan in the face of opposition from human-rights groups and the European Union. But in early August, he deployed thousands of troops throughout Italy in a bid to crack down on immigration and petty crime.

Con un provvedimento analogo affronta la problematica dell'aumento di criminalità (nonostante altre fonti non rilevino l'emergenza), imputabile, secondo il Governo, essenzialmente all'immigrazione clandestina. A Luglio il Governo dichiara lo stato di emergenza per contrastare il fenomeno, ipotizzando un disegno di legge per registrare le impronte digitali di tutti i nomadi stanzianti nei campi italiani. Berlusconi alleggerirà comunque il disegno di legge in accordo con le opposizioni sostenitrici dei diritti umani e nell'Unione Europea. Nei primi di Agosto dislocherà militari delle Forze Armate in tutta Italia, nell'intento di contrastare l'immigrazione clandestina e il crimine ordinario.

Such tough tactics could give Berlusconi the cover to tackle some of Italy's deeper issues. Italians now pay some of the highest taxes in Western Europe, at 43 percent, and have some of the lowest salaries—leading to widespread tax evasion. Public debt remains at more than 100 percent of GDP; servicing it costs Italy 5 percent to 6 percent of GDP annually, says Bank of America's Gilles Moec. Berlusconi has pledged to reduce spending (in contrast to his first term), but doing so will make it harder to fulfill a pledge to cut taxes or to stimulate growth. Yet Berlusconi must figure out a way. Italians like him now, but what they really want is economic stability. Cleaning up trash and harassing immigrants won't be enough.

Provvedimenti così energici potrebbero essere in grado di conferire a Berlusconi i mezzi per la soluzione di alcune delle più annose questioni italiane. Oggi il gettito fiscale italiano è tra i più alti dei paesi dell'Europa Occidentale, al 43% del lordo, mentre gli stipendi sono fra i più bassi, tanto da provocare un'evasione fiscale molto diffusa. Il debito pubblico continua ad attestarsi oltre il 100% del PIL; i relativi interessi gravano sul PIL del 5-6% all'anno, conferma Gilles Moec della Bank of America. Berlusconi ha dichiarato di voler ridurre la spesa pubblica (differentemente dal suo primo mandato), intento che però graverebbe sull'impegno di ridurre la pressione fiscale e sul favorire la crescita economica. Su questo Berlusconi deve trovare ancora una soluzione. Gli Italiani danno pieno appoggio a Berlusconi, a cui chiedono però, cosa più importante, stabilità economica. La soluzione dell'emergenza rifiuti e il contrasto all'immigrazione clandestina non sono ancora abbastanza.

martedì 12 agosto 2008

AHAHAHAHAH !!!!!

domenica 10 agosto 2008

I DIRITTI UMANI IN ITALIA SONO RISPETTATI ? NO !! (click)

Cliccare sul titolo, ascoltare e dire......

sabato 9 agosto 2008

FRA I FIORI IL BIANCOSPINO INDICA SPERANZA

IERI OGGI DOMANI CON "MANI PULITE" (click)

DA BIANCOSPINO


....., rispondo (.....), per cercare di farvi capire chi sia in realtà il Nostro e come abbia costruito le sue fortune politiche, mediatiche (e, a quanto sembra, anche economiche), sulle spalle di poveracci, come il sottoscritto, sacrificati sull'altare delle sue ambizioni personali.
Dovete sapere, carissimi, che nel 2002-2003, il Nostro diventò famosissimo come implacabile accusatore e giustiziere di corrotti, con un sistema molto semplice: dopo il fatto di Chiesa, ebbe l'"intuizione", perchè qualcuno glielo aveva detto, che i piu' importanti gruppi industriali italiani pagavano mazzette ai politici italiani. Invece di indagare in questa direzione, cosa fece il Nostro? Si fece dare l'elenco di tutte le commissioni (leggi "mazzette") che questi gruppi pagavano sotto il titolo di "consulenze", e che quindi erano REGOLARMENTE iscritte a bilancio, e INDISTINTAMENTE accusò di falso in bilancio TUTTI coloro che, a qualsiasi titolo, avevano partecipato a redigere o a negoziare questi contratti di consulenza.
E questo ANCHE PER LE COMMISSIONI PAGATE ALL'ESTERO, per acquisire commesse o contrarti, non solo in Italia!
Il risultato fu di mandare al macello CENTINAIA di persone CHE NULLA AVEVANO AVUTO A CHE FARE CON LE MAZZETTE PAGATE A CRAXI E COMPAGNI.
Tra queste, c'ero anch'io, per avere pagato, come responsabile locale in Arabia, delle commissioni in Iraq, DECISE DAL VERTICE SOCIETARIO E NON DA ME.
Tutti ricevemmo da LUI l'avviso di garanzia e poi la richiesta di rinvio a giudizio SENZA MAI ESSERE STATI INTERROGATI DA ALCUNO, non dico da SUA ECCELLENZA, ma nemmeno da uno straccio di Maresciallo qualunque.
Alla nostra disperata richiesta ai nostri avvocati di comprendere cosa stesse succedendo, essi ci rispondevano: SUA SANTITA' dice di non preoccuparvi, chè tanto, se siete innocenti, sarete assolti al processo.
Cioè LUI non aveva fatto alcuna indagine su di noi, anche se questo è UN OBBLIGO per chi ricopre il suo ruolo: ci aveva semplicemente mandati al macello, per pigrizia, per fare sapere che aveva scoperto una rete di migliaia di disonesti, perchè sperava che qualcuno di noi, tutte persone oneste, per bene e con famiglia gli andasse a raccontare chissà che.
Ebbene: sei anni dopo, siamo stati TUTTI ASSOLTI, io e i miei colleghi, perchè il Giudice non ravvisò alcun reato a nostro carico.
Ma il Nostro se n'era già andato dalla Magistratura, ben prima dei nostri processi, e già era in Parlamento, grazie ai Comunisti.
E noi nel frattempo? Abbiamo TUTTI perso il lavoro, siamo stati messi alla gogna mediatica dai giornalisti lacchè del Santo (io in prima pagina del Corriere come "ladro").
I nostri figli sputtanati a scuola, perchè, come immaginate, forse, vivevamo tutti in un piccolo centro alla periferia di Milano, e tutti facevano il Liceo nello stesso Istituto.
Abbiamo TUTTI ricevuto un Accertamento dall'Agenzia delle Entrate con l'accusa di avere avuto A NOSTRA DISPOSIZIONE PERSONALE le commissioni pagate in Arabia, Nigeria etc.
Io ha avuto a casa mia l'Ufficiale Giudiziario che mi ha comunicato l'avvenuto pignoramento dell'appartamento (ben128 mquadrati, alla periferia di Milano!) dove abito con la mia famiglia.
I nostri nomi sono stati affissi all'albo pretirio del Comune, come grandi evasori.
Cioè siamo diventati dei criminali mafiosi.
Poi, ovviamente, dopo dieci anni, siamo stati assolti anche da queste accuse di evasione fiscale.
Lascio a voi immaginare le sofferenze delle nostre famiglie, l'idea di suicidio per salvare l'onore dei nostri figli, che hanno dovuto cambiare scuola Solo il "Corriere", ad assoluzione avvenuta, ebbe il coraggio di mettere un trafiletto in quindicesiama pagina con il mio nome.
Mentre questo Signore passava per il salvatore della Patria, noi avevamo perso dieci anni della nostra vita, molti la salute fisica o mentale. Senza parlare della rovina economica e della interruzione della carriera lavorativa.
Ah, e poi naturalmente, chiesi al mio Avvocato: "ma esiste la possibilità di avere un qualche risarcimento, anche simbolico, per tutto questo?" Risposta: "Ingegnere, ma vuole scherzare, si accontenti di questa assoluzione e cerchi di rifarsi una vita. E cerchi di non esporsi mai."
Cioè LUI ha avuto TUTTO e NOI, poveracci, a leccare la mano del carnefice e a stare "schisci" per tutto il resto della nostra vita.
E c'è qualcuno che lo vota...

venerdì 8 agosto 2008

domenica 3 agosto 2008

CRISTIANESIMO E ROMANITA'

EREDITA’ DI ROMA E CRISTIANESIMO

Premessa. Il cristianesimo ed il mondo antico
Mi scuso per l’estrema ingenuità e la grossolanità dell’intervento successivo, il quale pretende di riassumere in così poco spazio ed in forma tanto rozza una quantità di questioni storiche quanto mai complesse e delicate. Il sottoscritto non intende svolgere una teorizzazione teologica, bensì solo ed unicamente storica, tale da poter essere accolta quale razionalmente vera da chiunque, indipendentemente dai suoi convincimenti religiosi individuali.
Molto spesso si ritiene che il cattolicesismo e l’Ortodossia, ovvero il cristianesimo “latino” e quello “greco”, discendano unicamente da un’evoluzione del giudaismo del I secolo d.C. Ciò è assolutamente falso. Come recita un’antica massima, queste due forme di cristianesimo, fra loro assai simili, sono certamente figlie di Gerusalemme (il giudaismo), ma anche di Alessandria (la cultura greco-ellenistica d’impronta orientale, con la sua simbolica ed il suo pensiero “mistico”), Atene (il pensiero filosofico greco, che ha segnato in modo indelebile non solo l’intera elaborazione teologica cattolica ed ortodossa, ma i suoi medesimi principi ispiratori; la letteratura e l’arte greche) e Roma (il pensiero giuridico; il modello organizzativo ed amministrativo di tipo statale; la letteratura e l’arte romane).
La civiltà greca ha brillato specialmente nel sapere filosofico, nella spiritualità (la filosofia greca era, specie nel platonismo, assieme “filosofia” nell’accezione odierna e “mistica”), nell’arte e nella letteratura, mentre invece quella romana ha dato il meglio di sé nel pensiero politico, giuridico ed amministrativo. Ambedue queste grandi culture hanno lasciato tracce indelebili nel cristianesimo maggioritario, ovvero il cattolicesimo (la “chiesa latina”) e l’Ortodossia (la “chiesa greca”), ciascuna secondo le proprie caratteristiche salienti.
Questo è un dato di fatto storico, anzi, un’immensa congerie di dati laboriosamente raccolti, ma risulta altresì una eredità storica consapevolmente rivendicata dai teologi cattolici ed ortodossi stessi, sin dall’Antichità. Già il primo dei Padri della Chiesa, Giustino, teorizzava l’esistenza dei “semi del Verbo” (tà spermatà tou Logou), ovvero della partecipazione alla divina Rivelazione anche da parte dei Greci e dei Romani, i quali, senza saperlo, avrebbero preannunciato, esattamente come i Giudei, la venuta di Cristo. La cultura greca e romana non era per i teologi cristiani antichi, o meglio per il mainstream del cristianesimo antico, da considerarsi falsa, ma soltanto, come il giudaismo, incompleta ed imperfetta. Essa risultava finalisticamente e provvidenzialmente ordinata alla venuta del Salvatore, il cui insegnamento non negava la validità della grecità e della romanità, come non aboliva la “legge antica” giudaica, bensì soltanto li conduceva a compimento.
Il pensiero storicistico tipico del cristianesimo, il quale teorizza una Rivelazione progressiva nella storia e nel tempo, la quale trova infine il proprio compimento in Gesù, ma che viene interpretata ancora nel tempo anche dopo l’adventus Christi, consente proprio di porre ciò che è anteriore cronologicamente alla venuta del Salvatore, quindi non soltanto il giudaismo, ma anche le religioni del Vicino Oriente (“Alessandria”), l’Ellade (“Atene”) e la romanità (“Roma”) quali, seppure imperfette ed incomplete, manifestazioni del Verbo e della Provvidenza divine.[1]
Questa dottrina teologica permise al cristianesimo di farsi scientemente imitatore ed erede di Roma. A scanso d’equivoci, preciso che le “eredità” che saranno riferite non devono affatto essere interpretate quali semplici derivazioni, bensì considerate come “influssi” e “fusioni” di cultura romana e cristiana: ad esempio, l’istituzione episcopale trae la sua linfa dall’evoluzione autonoma dell’ecclesia, per poi incontrarsi con il modello politico romano.


La Chiesa e l’Impero
La struttura ecclesiastica, nella sua articolazione di patriarca-arcivescovo-vescovo-sacerdote, e nella sua categoria di territorialità è ripresa puntualmente dall’apparato statale ed amministrativo romano. A partire dal II secolo d.C., l’ordinamento ecclesiastico, incentrato sulla figura del vescovo, capo della comunità dei fedeli a cui spettava la nomina dei presbiteri, si era formato su quello pubblico, prendendone a modello l’organizzazione politico-amministrativa. Il sistema episcopale riproduceva in tal modo gli schemi propri dello stato romano, nel suo apparato centralizzato e gerarchico, fondato sulla territorialità del diritto. Dato che alle province in cui era suddiviso l’impero corrispondevano altrettante circoscrizioni ecclesiastiche, fu riconosciuta una dignità speciale ai seggi vescovili dei capoluoghi provinciali. Quando, in seguito alla riforma di Diocleziano, le province furono raggruppate in dodici circoscrzioni superiori, le diocesi, aventi per capitale la metropoli della provincia più improtante, ulteriore fu il prestigio acquisito dai seggi episcopali metropolitani quali coordinatori dei vescovi appartenenti a quella medesima circoscrizione ecclesiastica. Infine, l’affermarsi dei patriarchi al vertice della gerarchia ecclesiastica dipese in modo considerevole, anzi decisivo, dall’ulteriore ripartizione amministrativa dell’impero, specie dalle due capitali imperiali di Roma e Costantinopoli, divenute poi vertici della Chiesa latina e di quella greca
La figura del vescovo è largamente ispirata a quella del magistrato romano, così come l’estrazione sociale dei vertici ecclesiastici a partire dalla fine del II secolo discende dall’ordine senatorio. Come scrive, fra gli altri, un grande storico italiano, Giovanni Tabacco, “Il risultato di tutti questi processi culturali ed istituzionali fu un sistema cattolico di impronta aristocratica, civilmente autorevole, armato, nei suoi rappresentanti qualificati, di attributi imperiosi, elaborati sul modello del magistrato romano, e di tutte le arti della persuasione e dell’eloquenza, della retotica e della dialettica; con responsaabilità crescenti, per le competenze giuridsidioznali concesse ai vescovi dagli imperatori al di là della pura disciplina ecclesiastica, in concorrenza dunque col magistato civile”
La figura del pontefice, quale viene ad essere elaborata a partire dal secolo V, e soprattutto dal XI, è fondata in buona misura ispirandosi sia alla “teologia imperiale”, sia alla dottrina giuridica concernente l’imperatore romano stesso. In altri termini, ciò che l’imperatore è per l’imperium Romanorum, così il pontefice nei confronti delle ecclesia Christianorum. Lo stesso apparato simbolico esprimente il potere pontificio, a cui nel Medioevo e nell’era moderna s’attribuiva ben altro rilievo che non nel mondo contemporaneo, è ispirato all’istituzione imperiale.
Inoltre, il governo pastorale e l’amministrazione disciplinare della Chiesa al suo interno è stata, almeno sin dal secolo XI, fondata sull’applicazione dei principi del diritto romano a quello canonico. La “rinascita” del diritto romano in Occidente è compiuta anzitutto attraverso tale sua applicazione all’ambito ecclesiologico, per poi estendersi a quello politico in senso stretto.
La definizione stessa di “Chiesa” è stata condizionata dal diritto romano, con l’evoluzione in senso pubblicistico dell’autorità pontificia, secondo il modello dell’antico ordinamento imperiale, da cui, fra l’altro, le categorie di unicità ed universalità della ecclesia, tradizionali nel cristianesimo, hanno ricevuto una reinterpretazione. In questo si palesa anche la presenza della cultura stoica, grande sostenitrice e teorizzatrice della nozione di oikumene ed universalità della ragione (il logos greco, divenuto nel cristianesimo il Logos cioè il Verbo divino incarnato), in totale opposizione all’esclusivismo etnico tipico del giudaismo. Infatti lo stoicismo è una filosofia divenuta quasi il fondamento ideologico della romanità imperiale e del suo pensiero politico, oltre ad essere molto diffusa nella classe senatoria romana.
Si riscontra pertanto un mimetismo compiuto fra Impero di Roma e Chiesa, specialmente quella cattolica, ma anche ortodossa. La nozione di ecclesia universale ed unica, il governo e l’amministrazione interni alla medesima, la struttura ecclesiale (parroco-vescovo-arcivescovo-patriarca-papa), ed in particolare i suoi due fulcri del vescovo e del pontefice, sono indubbiamente tutti condizionati in fortissima e decisiva misura dal modello imperiale. Sul piano organizzativo e “politico” latu sensu la Chiesa cattolica ed ortodossa è un vero e proprio calco dell’Impero romano.


Questo è in verità soltanto uno, il più visibile, delle moltissimi debiti che il cristianesimo cattolico ed ortodosso ha con Roma. Senza alcuna pretesa esaustiva, si possono ancora ricordare il calendario (ricordando che è su base calendariale che s’organizza il culto stesso, centrale nella vita religiosa: lex orandi, lex credendi), parte della liturgia stessa, l’architettura, l’arte e la musica sacre. Inoltre, parte dei valori della romanità sono stati assorbiti e trasformati nell’etica cristiana: le categorie ed i concetti di fides, pietas, virtus, charitas, cardini del mos maiorum romani, sono passati al cristianesimo.Su tutto ciò, però, in seguito.

[1] Già solo per questo, non è assolutamente legittimo in sede storica parlare di “giudeo-cristianesimo”, non solo perché giudaismo e cristianesimo sono radicalmente differenti, ma anche perché il secondo risulta continuatore ed erede d’una molteplicità di culture preesistenti, fra le quali quella giudaica è soltanto una. Incidentalmente, si deve rimarcare con forza come il cristianesimo nasca e si sviluppi in consapevole separazione e contrasto col giudaismo, sin da Paolo di Tarso, e poi nell’intera Patristica greca e latina. La teorizzazione d’un presunto “giudeo-cristianesimo” compare in verità soltanto nel XX secolo, ed è storicamente erronea.

LUCHY RICORDA

LA STRAGE DI BOLOGNA 2 agosto 1980

Era il primo mio giorno di ferie, allora, assieme alla famiglia ero partito da casa, ad 800 metri dalla stazione dove passavo davanti per andare via da casa, qualche ora prima dello scoppio con meta le colline reggiane per una "battuta di pesca" nel fiume Secchia, dove da anni andavo a passare qualche giornata per Barbi, Cavedani e qualche Trota.

Poco prima delle 11,00, in mezzo al fiume e con gli stivali addosso e l'acqua sino all'inguine, posto su una roccia a piombo su di una profondità di almeno 3 metri, sento un urlo da parte di mia moglie che stava dall'altra parte del fiume, tra gli alberi assieme al figlio, ad ascoltare musica dalla radio.

Urlo anch'io per chiedere cosa succede, dal momento che non è difficile da quelle parti trovare biscie o, al peggio, vipere.

Lei viene quasi di fronte a me e dice : < E' scoppiato qualcosa nel ristorante della stazione a casa, è crollata la parte sinistra della stazione, ci sono morti e parecchi.

Stavo con la canna diritta, quasi a pelo d'acqua e mi sono sentito mancare e per fortuna, mi sono gettato all'indietro cadendo in acqua, fredda ma che mi ha permesso di rialzarmi subito, visto che la profondità in cui mi sarei abissato con due "stivali pieni d'acqua" che tirano in basso, era sul davanti.

Rifeci tutto il giro del fiume per andare da loro, mi cambia in qualche modo e ripartimmo per tornare a casa, con un'unica fermata per un caffè doppio prima di Sassuolo, poi arrivammo davanti alla stazione a Bologna, poco dopo le 12, 20.

Un disastro, ancora si muoveva l'autobus locale utilizzato per portare via i cadaveri delle persone morte, qualche ambulanza che riusciva a portare feriti, anche gravi ma che poterono essere salvati.

Un amico, che faceva parte del CdiA dell'Istituto Ortopedico Rizzoli e che era non lontano dallo scoppio ma che non aveva ferite visibili, sembrava un "morto che cammina" perchè "rintronato" ( poi si seppe che aveva avuto lesione ai timpani ), amici del sindacato che erano tra coloro che lavoravano a mani nude per togliere i detriti, vidi anche un paio di colleghi di lavoro dell'Azienda in cui ero operaio in distacco tra cui un giovane parente di quella ragazza che in foto, appena portata fuori dal ristorante in cui lavorava, divenne il simbolo fotografico di quella tragedia : urlante con la faccia stravolta e che conoscevo perchè abitava proprio dentro una villetta del parco dell'Istituto Rizzoli, in cui ero abbastanza "di casa".

Partecipai all'organizzazione dei funerali, a quello che si definiva "servizio d'ordine" perchè ci si attendeva molta partecipazione, come in effetti avvenne e per un paio d'anni, quelli successivi, anche alla Commemorazione ma poi smisi perchè seguendo le varie fasi dell'indagine, cominciarono a nascere i dubbi e le notizie che filtravano dall'Associazione sulla mancata compattezza dei parenti, le ampliavano perchè troppo spesso sentivo parlare di "a quelli interessano solo i rapporti con il PCI", "abbiamo dubbi sulla colpevolezza conclamata nera", ecc. che non sto a spiegare qui.

Per qualche anno, dissi a chi mi chiedeva del perchè non mi rendessi disponibile ancora, che sarei ritornato quando l'allora Presidente dell'Associazione fosse cambiato, ma col nuovo dopo averlo sentito la prima volta parlare, mantenni se possibile ancora di più la mia "distanza" dall'evento, perchè è questo che è diventato : un evento, ma "targato".

Ho scritto altre volte, negli anni e dove potevo, che non ho mai pensato fossero colpevoli i 3 condannati, per una serie di circostanze che piano piano, troppo piano, uscivano da un clichè che giorno dopo giorno, anno dopo anno, mi sembrava sempre più preconfezionato.

Non da oggi, quindi, chi non si è messo le fette di mortadella sugli occhi ha la conferma di quanto pensava, ma non basta : per chi è stato condannato ingiustamente ma soprattutto per chi è stato "protagonista del dolore subito", DEVE ristabilirsi la VERITA'.

sabato 2 agosto 2008

Posizione sull'aborto di un popolo che ha provato nazismo e comunismo

Antonio Gaspari ha intervistato per l’agenzia Zenit.org dell’8 luglio 2008 l’ingegnere Antoni Zieba, Segretario del World Prayer for Life e Vicepresidente della Polish Federation of Pro Life Movements.Zieba, tra le altre cose, ha spiegato perché in Polonia nessuno considera l’aborto una «conquista civile» né un passo avanti sulla via del progresso e dell’emancipazione della donna, tanto che «varie organizzazioni come le Nazioni Unite o l’Unione Europea stanno facendo pressioni sulla Polonia perchè cambi la propria legge sull’aborto.Queste pressioni stanno suscitando obiezioni e disappunto da parte della popolazione, che nelle classi più anziane, ricorda come la prima legge a favore dell’aborto fu imposta dai nazisti nel 1943, e la seconda legge sull’aborto fu promulgata dalla dittatura comunista il 27 aprile 1956».Insomma, quel che per le élites mondialiste è progresso, libertà ed emancipazione, per i polacchi è solo un brutto ricordo totalitario e razzista.

Rino Camilleri

SU "LE ORIGINI DELLA CIVILTA' EUROPEA"

TI PREGO MARCO, CONTINUA CON QUESTA TUA ESCUSSIONE

L'idea che quella europea sia una civilità "giudaico-cristiana" è una nozione in realtà assai recente ed originaria in pratica degli USA, nei quali ad un ruolo importante del giudaismo s'accompagna un protestantesimo cosiddetto "giudazzante".
Considerando la molteplicità di forme, sarebbe più corretto parlare di "cristianesimi" al plurale, così come, ad esempio, di buddhismi. Tuttavia, il cristianesimo cosiddetto mainstream è nettamente distinto da giudaismo.
In particolare, il cattolicesimo e l'Ortodossia sono debitori dell'ellenismo orientale, della cultura greca in senso proprio, e di quella romana, in modo assolutamente decisivo, forse persino più rilevante che non nei riguardi del giudaismo.
In quanto alla civiltà europea, essa tra la propria origine dalla grecità (l'arte, la letteratura e sopratutto la filosofia, che ha condizionato in modo decisivo la stessa teologia cristiana ed è stata determinante per la nascita della scienza, oltre ad influenzare praticamente ogni campo del pensiero, da quello politico a quello artistico ecc.), da Roma (il sistema statale e giuridico, l'arte, specialmente l'architettura, la letteratura, il sistema militare, studiato ed imitato a partire almeno dalla Rinascenza), le stesse culture germaniche. Inoltre, una quantità enorme di fenomeni storici che hanno costruito la cultura europea sono irriducibili alla ricerca di "eredità e continuità" (la nascita del capitalismo, la stessa rivoluzione scientifica, la formazione del pensiero politico moderno ecc.)
Non solo ha poco senso parlare di civiltà giudaico-cristiana (proprio perché sono religioni MOLTO differenti), ma non si può assolutamente ridurre l'Europa a queste due fedi maggioritarie.