Ho insegnato per trent'anni nella Scuola Elementare e, sempre, in ogni occasione possibile ho cercato di far fiorire nei cuori dei miei bimbetti l'amor di patria.
E' così bella la nostra Italia e così ricca di antica ed eterna cultura !
Per mia ribellione personale, concretizzata sempre come disobbedienza civile e secondo un criterio didattico individuale, non ho mai seguito pedissequamente i programmi ministeriali imposti, ma ho cercato di formulare un preciso quadro formativo dell'individuo-bambino, secondo le sue possibilità oggettive per età e capacità di apprendimento.
I miei scolari erano i miei figli e, come tali, mi preoccupavo di insegnar loro ad imparare a 'leggere' 'scrivere' e 'far di conto', ma soprattutto a saper usare di questi mezzi per diventare persone coscienti del proprio essere cittadini con diritti e doveri, a saper pretendere i propri diritti, ma a non dimenticare mai i doveri contrapposti.
Per raggiungere questo fine erano utili tutte le discipline d'insegnamento indistintamente, bastava solo far prendere coscienza ai ragazzi dell'utilità pratica di ciascuna materia e indirizzarli
verso il giusto e corretto uso della stessa nella vita di ogni giorno. Anche la musica era utile, non solo cantandola per esprimere i propri sentimenti e gioirne, ma anche ascoltarla e con essa pensare, immaginare, farsi cullare quando era dolce e corroborare quando il ritmo e il tema erano più complessi. Nessuna musica, che tale possa chiamarsi, è difficile per le anime semplici che sanno ascoltare e ne ho avuto spesso la conferma dai miei ragazzi. Nè il teatro, né la poesia, né la letteratura alta sono proibitive per i bambini, è solo necessario guidarli e prepararli spiritualmente all'ascolto, motivarli e incitare la loro mente a pensare ed immaginare.
I bimbi sono materia preziosa nelle mani di noi grandi, impariamo l'arte di farne gioielli, ma soprattutto non dimentichiamoci mai che ogni tocco sbagliato resta segnato e indelebile in quella materia, tocchiamola con delicatezza e innanzi tutto con rispetto assoluto.
Tocca a ciascuno di noi farne uomini sani e soprattutto degni della nostra Italia (quella di ieri almeno).
martedì 19 febbraio 2008
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8 commenti:
Scusa Ambra.
Da scolaro dispettoso ho corretto el titulo.
Il resto va tutto bene, c'è solo quel "miei figli" che pronunciato così è un pò rischioso sia come extra-ruolo che come considerazione.
Grazie per la correzione che è una delle tue solite carezze, ma vuoi spiegarmi che c'è di strano a dire che consideravo i mie bimbetti come figli, non lo sai che in ogni vera donna esiste innato il senso materno, a prescindere ?!?!?!
Scala una marcia!
In ogni donna no.
In molte donne sì.
Così va meglio.
"Evitate di generalizzare...." (dal và-gelo di S.Heriberto agli apostrofi).
Non c'è niente di strano, dico che è solo rischioso proiettare il tuo senso materno verso gli scolari, si potrebbe (col condizionale) inciampare in figli e figliastri e comportamenti sostitutivi.
Se si può dirti qualcosa senza incappare in una lotta libera.
No. Invece di dò ragione, perché è vero che si potrebbe facilmente inciampare ne gli ostacoli-errori che tu dici.Però.....però il trucco per riuscire bene nell'insegnamento sta proprio nel tenere sempre presente che prima di te ci sono i genitori veri cui non ti dovrai mai sostituire, ed altre figure anche.
In quanto ai figli e figliastri non ti nego che qualche rara volta ho dovuto farmi forza per non cadere in stato di rifiuto, ma ho lottato, sempre e tanto e ho vinto.Non avrei più avuto stima di me stessa.
Io aiutavo i più deboli e mi facevo aiutare dai più forti.
Se alle buone intenzioni hai fatto seguire le azioni raggiungendo gli obiettivi prefissati con successo...allora fai bene a mostrare le tue medaglie sul petto anzichè tenerle chiuse in un cassetto.
Evviva!
Un giorno ti racconterò la mia medaglia più bella.
Leggendo le tue parole Ambra ho pensato ad una maestra di tanti e tanti anni fa.
Anche lei considerava i suoi alunni con quell'affetto materno e, dopo anni, ancora li ricordava perfettamente ad uno ad uno.
Grazie Ambra per questo Tuo intervento e queste Tue sagge parole, che condivido in pieno. L'educazione, non certo limitata alle semplice nozioni, è quanto di più importante si possa avere, ed, affinché sia bene appresa, lo deve essere sin dalla più tenera età. Il bambino è come il seme dell'albero che crescerà: se non è ben curato sin dal principio del suo sviluppo, rischia d'esserne deformato per sempre.
Un caro saluto
Marco Giulio
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