lunedì 4 febbraio 2008

ECCO, QUESTO E' ADALBERTO.

adalberto ha detto...

Non mi sbizzarrirò di certo, cara Ambra, in un sito che ha per titolo "L'Italia è la mia Patria" perchè ritengo sia bene entrarvi tenendo ben presente la finalità che è celata in quelle parole. Tu sai bene che non sono un infatuato nazionalista, che son vissuto con un piede di qua e uno al di là di molte etnìe foreste e che la penso un pò come Ivo Andric, senza odiare nessuno. E che infine desidero goethianamente essere cittadino del mondo. Mi limiterò pertanto a introdurre qualcosa di valido, così spero, di natura precipuamente storica. Perchè se di "Italia Patria nostra" dovessi parlare incapperei probabilmente in molte contestazioni ricordando trascorse intraprendenze partite dalle sabaude rive del Po, le tre "S" di Sedan Sadowa e Solferino, alcuni paesi del meridione tra cui Casalduni,una repubblicana eredità di accorpati territori, una popolazione specificatamente multietnica,....-
No cara Ambra, sarà bene lasci spazio a chi sostiene con esuberante entusiasmo che "una Italia è la sua Patria ". Sono troppo amareggiato, sulla dirittura di arrivo degli Ottanta, nel constatare come naviga l'Italia su questo mare di sprovveduta indifferenza. Un caro saluto da Adalberto

4 febbraio 2008 17.08

7 commenti:

Marco De Turris ha detto...

Caro Signor Adalberto,
capisco ma non condivido. A prescindere dalle Sue considerazioni storiche sull'Unità d'Italia (che credo non propriamente esatte), non accolgo l'idea d'una contrapposizione necessaria ed inevitabile fra l'appartenenza ad una nazione, della quale anche Lei, volente o nolente, è membro a tutti gli effetti (Lei quando pensa o sogna, in quale lingua lo fa?), ed il cosmopolitismo.
Secondo quanto hanno insegnato molti, fra cui Dante, essi sono pienamente conciliabili, anzi il Poeta insegnò come essere Italiani perché cosmopoliti e cosmopoliti perché Italiani.
In quanto a Goethe, Lei certamente saprà meglio di me come i suoi ideali universalistici si siano affermati in pratica proprio dopo il suo viaggio in Italia e la sua scoperta della cultura classica.
Mi permetto di stuzzicarLa: immagino che Lei sia legato a questo paese anche più di me e di molti altri, però, per un misto di decoroso riserbo e delusione, preferisca non palesarlo, forse neppure a se stesso.
In quanto alla Sua età, una persona con molte meno primavere di Lei come il sottoscritto si permette umilmente d'osservare come ciò che i Romani definevano nobilmente "senectus" non è il termine della vita (il "tramonto", come Lei lo ha chiamato malinconicamente sul Legno), ma semmai il suo compimento.
Rimane comunque indubbio che ciò a cui s'assiste in questa nostra Patria (anche Sua, anzi più Sua che mia, essendo Lei un Ufficiale) desta sgomento per la decadenza che ci colpisce.
Un sincero saluto
Marco Giulio

adalberto ha detto...

Orpo signor De Turris, alias stimatissimo signor Lucius de Lucedio ovvero....., constato che ci stiamo rincorrendo anche da queste parti!
"A prescindere dalle sue considerazioni storiche sulla Unità d'Italia (che credo non propriamente esatte)....." - ma perchè non si decide una buona volta a scendere a terra chiarendo bene quale è il suo pensiero sulle opinioni altrui anzichè volteggiare genericamente lassù nei cieli dell'indefinito????????
"...volente o nolente....contrapposizione tra cosmopolitismo...Dante.....in quanto a Goethe... Lei non mi stuzzica, illustre signor De Turris: lei mi forcona con una polemica quasi ossessiva attribuendomi un riserbo e delusione che non ho avendole entrambi elegantemente superate da tempo con il mio spirituale cosmopolitismo all'insegna del "cittadino del mondo", caro il mio signor Marco!
Senectus...tramonto....compimento....potrebbe esimersi, di grazia, dal continuare ad addottorarmi con romantiche qualifiche di contrasto?
E cosa significa essere comunque in una Patria più mia che sua, per il fatto di essere stato un militar soldato? La nobiltà d'animo e l'amor patrio si misura forse con la quantità di galloni cuciti su una uniforme?
Le confesserò, carissimo mio polemico a ruota libera, che io mi accorgo di amare l'Italia (pur nel mio radicato cosmopolitismo da "cittadino del mondo") quando con gli occhi lucidi di commozione e con un cuore in tumulto che vorrebbe entusiasticamente tuonare un "Viva!!!" (o in un Heil!!!??? dato che la lingua usata non conterebbe in quel particolare stato d'animo , ...dicevo quando assisto a qualcosa di elevato, di nobile, di generoso, di altruista, di eroico che si chiama "italiano".
Un cordiale saluto a lei da Adalberto

adalberto ha detto...

...e si pensa e si sogna sempre "non" in una determinata lingua, ma secondo la voce "cosmopolita" del proprio cuore e della propria anima!
Ritiene altresì che continuare a menar la viola dell'"ufficiale" possa "redimermi" a un più infuocato nazionalismo?

Marco De Turris ha detto...

Illustre signor Adalberto,
voglia credere come non fosse mia intenzione quella di polemizzare con Lei, anche se la mia maldestra goffaggine può ben avere dato tale impressione.
Le assicuro che d'ora innanzi eviterò rigorosamente ogni parola che possa apparire aggressiva, critica o polemica, limitandomi unicamente al più essenziale ragionamento.
Si coglie l'occasione per porgere cortesi saluti
Marco

adalberto ha detto...

Non occorre proprio venga io a rassicurarla anche qui che lei per me rimane sempre una squisita e ben degna persona da considerare encomiabilmente!
Adalberto

ambra ha detto...

Non sia mai che vi debba venire a trovare dietro il Convento delle Carmelitane, mi siete entrambi troppo cari

adalberto ha detto...

Lucius è fin troppo raffinato e gentile e io forse fin troppo comprensivo e alla mano perchè ti possa capitare di farci da testimone dietro il Convento delle Carmelitane Scalze, carissima Ambra!
Mi rammarica solo il fatto che stia pregando ormai da troppo tempo assieme ai monaci: le "visite" in Legno Storto al suo thread son già 10.200 (!) Come posso continuare a "tener su il discorso" se non lo impreziosisce con le sue contestazioni? Vedi se puoi metterti in contatto con lui, magari in una ora di ricreazione in quel convento.
Un affettuoso come sempre saluto da Adalberto