martedì 28 ottobre 2008

Afganistan: ricordando Gayle

Gayle Williams, 34 anni, volontaria inglese di religione cristiana uccisa lunedì a Kabul solo per esserlo.
Don Sandro De Petris, italiano, detenuto a Gibuti dal 27 febbraio 2007 solo perché sacerdote. India: 100 cristiani massacrati, 177 chiese assalite, 4300 case bruciate negli ultimi tre mesi.
E’ triste vedere che per questi casi l’Europa non c’è, è distratta e comunque gira il viso (e la coscienza) dall’altra parte.
Perché non “fa fino” ricordare queste cose: meglio protestare per difendere i cuccioli di foca, oppure fare crociate per altri mille ma non sempre altrettanti nobili principi.
Nessuna manifestazione, nessun corteo invece per i cristiani martiri anche nel XXI secolo e allora - senza rancore per alcuno - diamo almeno atto di questa testimonianza.
La prossima settimana si vota il rinnovo della nostra missione italiana in Afghanistan dove non solo l’Islam è legge di stato ma è assolutamente vietato qualsiasi altro culto o religione, perfino per i nostri soldati.
Cercherò di fare approvare un ordine del giorno dove si chiede al Governo più fermezza nel pretendere da quello stato un maggiore rispetto per i non musulmani, libertà di coscienza e religione come dovrebbe avvenire in tutti i paesi, qualsiasi essi siano.
Ma non mostriamoci pudichi o codardi a perlomeno denunciare e protestare per troppe impunite atrocità.
Marco Zacchera

1 commento:

Marco De Turris ha detto...

Non voglio fare lo jettatore, però ritengo che la guerra in Afghanistan sia ormai perduta, a meno dell'afflusso di molte altre unità e di un cambiamento risoluto della politica del Pakistan, eventi ambedue al momento del tutto improbabili.
Anche se le perdite militari NATO sono rimaste assai basse, l'erosione militare e soprattutto politica del governo centrale afghano è innegabile, tanto che la sua esistenza dipende ormai solo dalla presenza delle forze straniere, il che equivale a dire che è condannato. Inoltre, i territori controllati dai Talebani non hanno fatto altro che crescere a partire dal 2002 con ritmo costante, ed oggigiorno oltre metà del territorio è nelle loro mani. Infine, buon ultimo, le basi della guerriglia sono in Pakistan, quindi del tutto al sicuro, poiché questo paese, fornito d'un valido esercito e dotato anche di armi atomiche, non può essere attaccato.