
venerdì 28 marzo 2008
lunedì 24 marzo 2008
Il ColMoschin
domenica 23 marzo 2008
MEDITIAMO
L'apostata | ![]() | ![]() | ![]() |
Scritto da Fausto Carioti | |
domenica 23 marzo 2008 | |
![]() ... Primo. Da questo momento Allam, per gli islamici, è un "murtadd", un apostata. E la punizione che l'islam prescrive per gli adulti sani di mente che abbandonano la fede in Allah è la morte. Complimenti ad Allam per il coraggio. |
sabato 22 marzo 2008
venerdì 21 marzo 2008
Più attenzione al ruolo dei militari
Molti anni di missioni all’estero, spesso nelle più importanti aree di crisi internazionali, costituiscono il più importante biglietto da visita di Barbara Contini.
Dr.ssa Contini, nel suo piano operativo per gli italiani nel mondo, risulta una sezione dedicata ai militari all’estero. Per quale motivo?
Lei ha operato negli anni decorsi a fianco delle nostre missioni militari, in Bosnia, in Iraq. Le sue valutazioni sulle operazioni condotte.
Le nostre missioni militari, in particolare quella in corso in Afghanistan, sono spesso avvolte da ricorrenti polemiche politiche, soprattutto quando si verificano episodi drammatici che coinvolgono direttamente i soldati italiani. Qual è il suo giudizio in merito?
Con quale ottica la politica deve, a suo avviso, affrontare la questione delle missioni militari estere?
Ritiene che le operazioni militari all’estero siano necessarie anche nei prossimi anni ?
Come è cambiato il nostro sistema Difesa?
http://cca.analisidifesa.it/it/magazine_8034243544/numero86/article_834460576267470480455665564065_4772136123_0.jsp
mercoledì 19 marzo 2008
Il massacro tibetano
Le foto del massacro tibetano
Una serie di immagini che testimoniano la violenza del regime cinese contro i manifestanti che, in questi ultimi giorni, hanno chiesto a Pechino più libertà.
Roma (AsiaNews) – Negata da Pechino, la violenta repressione dei manifestanti e dei monaci tibetani viene illustrata da una serie di foto particolarmente violente, inviate dalla dissidenza tibetana in occidente. Si tratta di immagini particolarmente crude, inviate dal monastero di Kirti al Free Tibet Campaign.
Le foto sono state scattate il 16 marzo scorso nella provincia tibetana autonoma di Amdo, che attualmente fa parte della provincia settentrionale cinese del Sichuan. Secondo il Free Tibet Campaign, il massacro è iniziato dopo che i religiosi del monastero di Kirti hanno inneggiato al “Tibet libero” ed al Dalai Lama. Ai monaci si sono aggiunte 400 religiose buddiste e gli studenti della scuola media tibetana locale.
La polizia cinese, che controllava a vista il monastero sin dall’inizio delle proteste (il 10 marzo scorso), ha aperto il fuoco contro la folla. Secondo i dati del governo tibetano in esilio, circa 20mila tibetani del Sichuan hanno protestato in segno di solidarietà con i monaci tibetani. Delle 20 vittime accertate della repressione, 9 sono state identificate: fra questi, ragazzi di 15 e 17 anni.
Riportiamo di seguito le foto delle vittime (clicca sul numero per vederle).
1
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http://new.asianews.it/index.php?l=it&art=11805#
martedì 18 marzo 2008
L'Italia è la mia patria

Herat 18/3/2008
Ho poco tempo, come sempre. Dovrei dedicarlo ad un po'di riposo. Invece preferisco trascorrerlo per fare qualche riflessione, partendo dal titolo del blog.
Per due anni abbiamo avuto la sensazione che l'Italia, almeno una sua parte, ci avesse come diseredati, non ci considerasse come suoi figli. Che avevamo fatto di male? Semplicemente il nostro dovere di soldati. Di "PeaceMakers".
Quando qualcuno di noi venifa ferito, o peggio, ucciso, noi speravamo che qualcosa cambiasse, ma nulla si muoveva. Ricevevamo solo parole vuote, sterili. Come se rappresentassimo una vergogna da nascondere. Le notizie che giungevano da casa parevano confermare questa tendenza.
Ora invece il vento sta cambiando. Avrei preferito che le missioni all'estero non entrassero nella campagna elettorale, almeno non con le attuali regole d'ingaggio. Il livello di sicurezza, almeno qui da noi, è stato riportato al massimo. Ora speriamo che le informazioni da noi raccolte siano utili per evitare all'Italia una nuova Atocha!
Comunque come si suol dire è bello sentirsi nuovamente in famiglia.
lunedì 17 marzo 2008
domenica 16 marzo 2008
DA LIBERO
sabato 15 marzo 2008
Afghanistan, italiani in prima linea

Sale la tensione nell’ovest, dove gli italiani si preparano alla guerra
A Herat, sede occidentale del contingente italiano, comincia a fare caldo. Non solo dal punto di vista climatico. Negli ultimi giorni si sono registrati attacchi e sabotaggi contro centraline e ripetitori telefonici e un’ondata di rapimenti senza precedenti che ha suscitato proteste tra la popolazione locale, sempre più preoccupata per il deterioramento della sicurezza nella zona.
Una situazione confermata, pochi giorni fa, dalla relazione annuale dei servizi segreti italiani che parlano di “sensibile deterioramento della cornice di sicurezza” a Herat con “aumento degli attentati” e afflusso di “cellule ostili” provenienti dal sud, ovvero dalla provincia di Farah.
Forze speciali schierate stabilmente sul fronte sud. E proprio a Farah, il fronte più caldo del settore italiano, nelle scorse settimane è stato dislocato in via permanete il contingente di forze speciali italiane, la Task Force 45, che finora erano basate a Herat. Assieme alla Task Force 45 – che pare sia stata rinforzato con un centinaio di paracadutisti della Folgore appena arrivati dall’Italia – sono stati mandati a sud anche i cinque elicotteri da combattimento italiani Mangusta della Task Force Fenice.
Uno schieramento ‘in prima linea’ delle nostre truppe da combattimento che coincide, forse non casualmente, con l’avvio di un’offensiva alleata anti-talebana proprio nella provincia di Farah. Ufficialmente, le forze italiane partecipano alle operazioni solo con un ruolo di “supporto”: definizione ambigua che in passato a mascherato un coinvolgimento diretto degli italiani ai combattimenti.
Il gioco delle tre carte: più truppe da combattimento a Herat. D’ora in avanti, la partecipazione italiana alla guerra contro i talebani non farà che aumentare.
L’apparentemente innocuo progetto di “spostamento” del contingente italiano da Kabul a Herat senza incrementi di truppe, annunciato una settimana fa dal capo di Stato Maggiore dell’esercito Fabrizio Castagnetti, maschera infatti l’invio di forze fresche da combattimento che andranno a costituire il famoso Battle Group da impiegare per contrastare la minaccia talebana nel settore occidentale.
I circa 750 soldati italiani (truppe non da combattimento) che verranno rimossi da Kabul (il cui comando regionale, temporaneamente italiano, verrà assegnato stabilmente alla Francia – Sarkozy lo ha preteso in cambio dei rinforzi che invierà a combattere a Kandahar) non verranno infatti trasferiti di peso a Herat: saranno rimpatriati e al posto loro verranno schierate nell'ovest un numero uguale di truppe da combattimento, tra le quali sicuramente la brigata aeromobile Friuli, stando a quanto scrive l’esperto militare Gianandrea Gaiani su Analisi Difesa).
Enrico Piovesana
http://www.peacereporter.net/dettaglio_articolo.php?idc=0&idart=10430
venerdì 14 marzo 2008
Andrea Angeli

giovedì 13 marzo 2008
DA LEONE 20 A PERENNE MONITO
Si racconta che quando Dio creò il mondo, affinchè gli uomini prosperassero, decise di concedere loro due virtù. E così fece:
a. Gli svizzeri li fece ordinati e rispettosi delle leggi.
b. Gli inglesi perseveranti e studiosi.
c. I giapponesi lavoratori e pazienti.
d. I francesi colti e raffinati.
e. Gli spagnoli allegri e accoglienti.
Quando arrivò agli italiani si rivolse all'angelo che prendeva nota e gli disse: "Gli italiani saranno intelligenti, onesti e di sinistra!"
Quando terminò con la creazione, l'angelo gli disse: "Signore, hai dato a tutti i popoli due virtù ma agli italiani tre, questo farà sì che prevarranno su tutti gli altri". "Perbacco! E' vero! Ma le virtù divine non si possono più togliere. Allora che gli italiani abbiano tre virtù! Però ogni persona non potrà averne più di due insieme".
Fu così che:
a.. L'italiano che è di Sinistra ed onesto, non può essere intelligente.
b...Colui che è intelligente e di Sinistra, non può essere Onesto.
c.. E quello che è intelligente e onesto non può essere di sinistra.
mercoledì 12 marzo 2008
martedì 11 marzo 2008
URANIO IMPOVERITO
commissione parlamentare d'inchiesta sull'uranio impoverito che i
militari italiani morti per tumore in undici anni di missioni
all'estero sono settantasette. La cifra -ha però chiarito
onestamente- configura un'incidenza inferiore alla media della
popolazione maschile nello stesso periodo considerato. Parisi ha
giustamente concluso che l'unico effetto sortito finora dal balletto
di cifre sull'argomento è stato quello di creare ingiustificato
allarme tra i nostri soldati impegnati in teatri operativi come
Balcani, Afghanistan, Iraq e Libano.
Ma il presidente della commissione, Felice Casson (Pd), non sente
ragioni e vuole l'audizione dei capi del Sismi che si sono succeduti
dal 1996 al 2006 per accertare in quali luoghi sia stato usato
l'uranio impoverito. Insomma, sul banco degli imputati c'è sempre
lui, l'uranio impoverito, che ha sul collo addirittura una
commissione d'inchiesta apposita.
Già, perché la stessa parola «uranio» fa venire in mente la bomba
atomica, le radiazioni e, dunque, i tumori maligni. Eppure, più che
i capi del Sismi, si dovrebbe ascoltare gli scienziati, almeno per
sapere se il colpevole è stato trovato o si sta condannando un
innocente senza processo. Un amico medico mi ha spiegato che di
radiazioni viviamo attorniati, essendo esse emanate da un'infinità
di minerali. Tra le più pericolose ci sono quelle «gamma», emesse
dagli apparecchi ospedalieri per radiografie.
Ma basta uno schermo al piombo per neutralizzarle. Per giunta, per
poter giovarsi a qualunque scopo (civile o militare) della
radioattività
materiali radioattivi. Il piombo, dicevamo, la blocca per via della
sua alta densità e un foglio di piombo è sufficiente perché i
rilevatori «geiger» di radiazioni smettano di ticchettare.
Il piombo ha gli atomi così strettamente vicini da impedire il
passaggio delle radiazioni «gamma» e, a maggior ragione, quelle,
molto più deboli, «alfa» e «beta». Perché in guerra si usano
talvolta munizioni all'uranio al posto di quelle tradizionali di
piombo? Per la semplice ragione che l'uranio ha peso atomico 238 ed
è più denso del piombo (peso atomico 207), perciò più efficace
contro la corazza dei carri armati. Si tratta di uranio "impoverito"
perché, appunto, ha perso gran parte della sua carica radioattiva e
non può essere più utilizzato come combustibile per centrali
atomiche. Usarlo per certi tipi di proiettile è un sistema ingegnoso
per riciclare tale metallo. Metallo, attenzione, non gas o polvere.
Ciò significa che il proiettile all'uranio impoverito penetra
l'acciaio delle corazzature e, al massimo, si fonde con esso per il
calore dell'esplosione. Per giunta, essendo "impoverito" è
scarsissimamente radioattivo. Dunque, non si espande nell'aria e,
qualche eventuale scheggia (di dimensioni minutissime)
peso ricadrebbe a pochi metri.
Per avere una (innocua) traccia di radioattività sugli uomini
occorrerebbe che un soldato andasse a piazzarsi proprio sul punto
d'impatto e ci stesse alcune ore seduto sopra. Eppure, questa storia
della letalità dell'uranio impoverito sembra avere la forza del
pacificamente accertato. Non sarà che tutto fa brodo pur di dare
addosso al «satana» americano?
Rino Camilleri
9-3-2008
lunedì 10 marzo 2008
L'UOMO E' PESANTEMENTE DISCRIMINATO
· Azioni affermative L'introduzione della discriminazione sessuale chiamata "azione affermativa" va a precludere al giovane di sesso maschile alcune possibilita' di formazione professionale e di accesso al lavoro.
· Diritto alla paternità Una donna ha biologicamente la possibilità di avere un bambino anche senza doversi legare stabilmente ad un uomo. Il divieto all'adozione per i single vieta invece all'uomo una pari facoltà.Inoltre il padre non ha possibilità di salvare il proprio bambino qualora la madre decida di abortire.
· Affidamento figli Nel 95% dei casi i tribunali dello Stato in caso di separazione affidano i figli alla madre riducendo la paternita' alla sola voce economica "mantenimento"
· Diritto al rifiuto della paternità Una donna dopo il concepimento conserva il diritto di rifiutare la maternità, tramite l'aborto oppure non riconoscendo il figlio alla nascita. Un uomo non può impedire al figlio non desiderato di nascere, ma non può decidere nemmeno liberamente di rifiutare il riconoscimento, che gli puo' essere imposto.
· Trattamento pensionistico Un uomo è costretto a pagare i contributi per 5 anni in più per godere di 12 anni di pensione in meno rispetto ad una donna.
· Situazioni di emergenza Lo stato si attiene scrupolosamente al principio "Prima le donne" in ogni situazione di emergenza, come dimostrano il trattamento preferenziale riservato alle donne nell'accoglienza dei profughi, incurante del fatto che in tutte le situazioni di guerra o di crisi sono gli uomini a rischiare di piu'.
· Allocazione fondi I fondi allocati dallo stato per programmi aventi connotazioni di "genere" sono sempre destinati alle donne. A tutti i livelli, nazionale e locale, vengono predisposti programmi di supporto che escludono gli uomini. Nessun programma che si connoti come maschile viene mai presentato o finanziato.
· Permessi carcerari Molte donne possono evitare il carcere perché hanno da assistere bambini piccoli. La possibilita' per i detenuti maschi di ottenere gli arresti domiciliari per stare vicini ai loro bambini viene, salvo rarissime eccezioni, negata.
· Pene detentive I giudici tendono a condannare le donne, a parità di reato, a pene detentive minori di quelle degli uomini
· Violenza carnale La legge italiana sulla violenza carnale spezza l’equilibrio che deve essere fra accusa e difesa (indispensabile, per cercare d’evitare da una parte che un colpevole sia assolto, dall’altra che un innocente sia condannato) e rende quest’ultima fortemente svantaggiata rispetto alla prima, con la norma assurda per cui è sostanzialmente possibile far condannare un uomo per stupro in base alla semplice denuncia d’una donna, senza prove. Infatti, con violazione d’un fondamentale principio giuridico, secondo la legge italiana è l’accusato a dover dimostrare la sua innocenza, ciò che non accade per nessuna altra imputazione.
· Quote elettorali Il meccanismo delle quote elettorali e' stato bocciato dalla Corte Costituzionale come illecita forma di discriminazione sessuale, ma la sentenza è stata aggirata con una modifica d’un articolo secondario della costituzione. Alcuni uomini non trovano il posto in lista, anche se meritevoli, semplicemente in virtù del proprio sesso. Il principio d’uguaglianza della costituzione italiana è inequivocabile: non afferma che si debba essere uguali, bensì che si deve ricevere un trattamento uguale dalla legge nell’affermare le proprie capacità e meriti. La norma delle quote elettorali è quindi palesemente discriminatoria poiché fa sì che la legge non sia uguale per tutti. Inoltre crea un precedente gravissimo che può essere esteso alle categorie ed agli ambiti più differenti, finendo col produrre una società corporativa.Specificita' biologiche Mentre le specificita' biologiche della donna, come la maternità, sono riconosciute e tutelate con apposite normative volte a creare un sistema a misura di donna, nessuna tutela è presente per le specificità biologiche dell'uomo, come la minore aspettativa di vita (pensioni od esenzioni dovrebbero scattare per l'uomo adeguatamente prima).
giovedì 6 marzo 2008
24 marzo 1944 - Un'intervista chiarisce alcuni aspetti sui quei tragici fatti.
Ogni tanto torna a galla il dramma delle Fosse Ardeatine, 24 marzo 1944. Adesso il particolare permesso di lavoro concesso all’ex ufficiale nazista Erik Priebke.
CANZANO - Come mai si parla sempre dell’eccidio delle Fosse Ardeatine e mai dell’attentato in via Rasella del giorno prima e che poi portò alla strage nelle cave di via Ardeatina?
LUBRANO – C’è un principio della fisica credo che reciti più o meno così: ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e/o contraria. I 335 martiri barbaramente giustiziati il 24.3.44 devono il loro triste destino all’inutile attentato che il giorno prima, organizzato da comunisti assassini, era costato la vita di 33 soldati del battaglione Bolzen Polizei che ogni giorno intorno alle ore 15.30 risalivano per via Rasella per tornare in caserma. I morti furono in realtà di più perché oltre al povero bimbo Piero Zuccheretti tagliato in due dall’esplosione ci furono almeno 5 vittime tra i civili e, altri soldati di quel battaglione morirono nei giorni successivi per le ferite riportate.
CANZANO – Da chi fu organizzato l’attentato di via Rasella?
LUBRANO – Quel tipo di crimine fu ispirato, organizzato e diretto politicamente da Giorgio Amendola, capo dei partigiani comunisti che si servì come manovalanza assassina di Rosario Bentivegna autore materiale dell’omicidio, di Franco Calamandrei e di tale Carla Capponi.
CANZANO – C’è un perché per via Rasella?
LUBRANO – No. Gli alleati allora impegnati sul fronte di Cassino dove trovarono molta difficoltà a superare gli uomini del generale Albert Kesterling sarebbero comunque arrivati a Roma (4 giugno ’44); gli stessi tedeschi stavano trattando con le varie formazioni partigiane operanti sul territorio romano per garantirsi una via d’uscita tranquilla. I comunisti del PCI pensavano che ci volesse un atto forte che avrebbe portato alla sollevazione della città di Roma contro i nazisti. La strage di via Rasella portò solo alla rappresaglia che costò la vita a 335 persone, barbaramente trucidate e all’allontanamento di Amendola da Roma a Milano.
CANZANO – Ma erano solo ebrei i trucidati nelle fosse Ardeatine?
LUBRANO – Su 335 vittime 75 erano ebrei, le persone più povere della comunità ebraica romana. Ma 68 dei trucidati facevano parte del più importante movimento partigiano comunista romano noto come “Bandiera Rossa”.
CANZANO – Comunisti che fanno uccidere i comunisti?
LUBRANO – Si, il PCI ufficiale era ancora allora super impegnato contro i seguaci di Trosky, in nome delle supreme direttive del compagno Stalin. I comunisti di “Bandiera Rossa” non riconoscevano assolutamente le pretese di egemonia del PCI sul movimento partigiano romano. Da qui ad essere additati come traditori troskisti il passo fu breve e, mani sapienti seppero bene inserire nella famosa lista dei giustiziandi i ragazzi di “Bandiera Rossa”.
DOMANDA – Però gli unici che ricordano i loro motivi sono solo i rappresentanti della comunità ebraica di Roma…
LUBRANO – Vero e giusto. Ai comunisti, e, pure ai socialisti, non conviene ricordare quei 68 ragazzi proprio perché per inserire quei nomi di partigiani di “Bandiera Rossa” nei famosi elenchi l’attentato di via Rasella cadeva come il cacio sui maccheroni. Capito il nesso? Per sua ulteriore informazione, Angelo Fochetti al cui nome è dedicata la strada romana dove oggi ha sede la redazione del quotidiano “La Repubblica” trucidato alle Fosse Ardeatine, era uno dei 68 compagni di “Bandiera Rossa”.
BIOGRAFIA Giovanni Lubrano di Scorpaniello (si firma Giovanni Lubrano) è giornalista professionista e storico. Laureato in Scienze Politiche (Università di Roma Luglio 1970) oltre alle centinaia di articoli-inchieste per l’AVANTI!, è stato capo redattore della Rivista Finsider e direttore di “Aciaio”, il mensile della federacciai aderente a Confindustria. Tra la fine degli anni ’70 e i primi anni ’80 ha diretto, quale direttore responsabile, l’agenzia di stampa della corrente del PSI facente capo a Francesco De Martino. In tale corrente, “Riscossa e Unità Socialista” fu eletto membro di Comitato centrale dei Congressi Socialisti di Genova del 1972, Roma nel 1976 e Torino nel 1978. Nella seconda metà degli anni ’80 ha lavorato nell’ufficio stampa di Rino Formica, al ministero del Lavoro (87-89) e poi in quello delle finanze (89-92). Da tempo si occupa di Storia patria, politica e militare, non disdegnando qualche escursione in politica estera. Da segnalare i suoi articoli su Giacomo Matteotti e Bruno Buozzi pubblicati su l’Opinione; la serie di articoli (a puntate) sui mezzi di assalto della Marina da guerra ne secondo conflitto mondiale, l’articolo pubblicato quest’anno da il ‘Roma’; l’intera pagina, a sua firma, pubblicata dal quotidiano napoletano il 6 agosto 2005, in occasione del 60° anniversario del lancio della prima bomba atomica U.S.A. nella città giapponese di Hiroshima. E’ in corso la pubblicazione nella stessa testata partenopea (sono usciti i primi due articoli) sul modo in cui la D.C. si ‘liberò’ nel 1978, prima di Aldo Moro e poi di Giovanni Leone. Collabora con i siti internet nell’VAAR’ e di ‘NOGOD’; nel primo a giorni dovrebbe uscire una serie di interventi dedicati al 20 dicembre 1870. E’ Autore di diverse recensioni di libri. E’ commentatore della Repubblica dal 2 giugno 2003.
Il 24
lunedì 3 marzo 2008
domenica 2 marzo 2008
ALL'ITALIA E AGLI ITALIANI.
Trova il tempo di pensare
Trova il tempo di pregare
Trova il tempo di ridere
È la fonte del potere
È il più grande potere sulla Terra
È la musica dell'anima.
Trova il tempo per giocare
Trova il tempo per amare ed essere amato
Trova il tempo di dare
È il segreto dell'eterna giovinezza
È il privilegio dato da Dio
La giornata è troppo corta per essere egoisti.
Trova il tempo di leggere
Trova il tempo di essere amico
Trova il tempo di lavorare
E' la fonte della saggezza
E' la strada della felicità
E' il prezzo del successo.
Trova il tempo di fare la carità
E' la chiave del Paradiso.
(Iscrizione trovata sul muro
della Casa dei Bambini di Calcutta.)
sabato 1 marzo 2008
Una lettera da Marsiglia....

Marsiglia, 22.11.43
Mamma papà e Cetta miei,
poche righe perchè questo marinaio deve partire alla volta dell'Italia. Non so se avete ricevute le mie numerose lettere che vi ho inviate con mille mezzi.-
Da voi mai nessuna risposta e non so più nulla di coloro che più amo al mondo.- Questa mancanza continua di notizie mi rende questa vita impossibile e prego Iddio perchè tutto possa finire al più presto.-
Spero, come già vi ho scritto, che Cetta e la sua mamma saranno vostre ospiti e che così non sentiranno la lontanza dei loro due uomini * prigionieri. - Se non fossero ancora presso di voi, Vi prego di farvele venire subito così io sarò più tranquillo e qualunque cosa succeda in Italia io la saprò con voi.- Per me non datevi pensiero perchè so trarmi benissimo d'impaccio..Lavoro ora per i tedeschi i quali ci trattano abbastanza bene e sono arrivati al punto di prometterci la apertura di prossime licenze per l'Italia. Altro sogno questo che s'infrangerà come quello dell'8 settembre!.-
Vi prego di scvrivere, qualora non l'aveste ancora fatto,a questo indirizzo: Serg. Magg. E. Montorsi- Feldpost N° 26333 e speriamo mi giunga qualche cosa.-
Vorrei scappare per ritornare in Italia ma le voci che qui corrono non sono certamente buone sulla vita interna del nostro paese e per ora preferisco rimanere qui.-
Questo marinaio che imbucherà la lettera in Italia io non l'ho mai visto e consegno la lettera ad un altro.-
Sono rimasto senza completamente vestiti, biancheria,soldi perchè ho perduto tutti i miei bagagli prima di essere fatto prigioniero dai tedeschi. I primi giorni di campo di concentramento sotto una tenda e con una sola coperta sono un lontano ricordo.- Sono rimasto con dei vecchi camerati: Bonora, Peo, Masera ecc. e con questi ci facciamo tanta compagnia.-
L'altra sera ho pianto tanto guardando le vostre foto e in quel momento avrei fatto qualunque cosa pur di partire e di venire presso di voi.-
Mamma e papà cari, state tranquilli e aspettate con fiducia il vostro Ermanno.-
Cetta mia, aspettami fiduciosa che presto ritornerò e finalmente saremo felice per sempre.- Che desiderio ho di leggere una tua lettera, di stringerti fra le mie braccia e ripeterti quanto grande sia il mio amore.-
Ora vi lascio e con la speranza di rivedervi assai presto vi unico tutti nel medesimo amplesso e vi bacio con tanta tenerezza e tanto amore
vostro
Ermanno