sabato 24 gennaio 2009

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A Gaza non rivogliono Abu Mazen, continuano a preferire Hamas

6 commenti:

pasquino ha detto...

Mamma ambra
ho poco tempo. Ma i problemi, almeno per noi, erano due. Individuare il maggior numero di gallerie e quello che ha fatto luca. Il mio invece era più da "ruffiano". Conoscere, Nome cognome e faccia, di che faceva passare tutti perché "amici" o perché "oliati"... Ti assicuro che Al Fatah ha una bella galleria di foto.

ambra ha detto...

Cucciolo mio, le faccende che hanno bisogno di maggior pazienza e sembrano meno piacevoli, toccano sempre ai più piccoli; lo so perché ho una sorella maggiore; ma tant'è siamo necessarie l'una per l'altra e insieme si va a meraviglia.
Sono certa che entrambi avrete svolto egregiamente il vostro compito
Un abbraccio stretto e. ricordate : sempre all'erta.
Che la Vergine sia con voi.

ambra ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Luchy ha detto...

Mi sarebbe piaciuto leggere cosa è stato eliminato.

E' abbastanza presto per avere un cambio di rotta consistente, da parte di chi vive sotto Hamas.

Ma arriverà, per forza e niente amore.

Occhio.

Luchy ha detto...

mercoledì 28 gennaio 2009, 09:57
Gaza, gli israeliani bombardano i tunnel
Gerusalemme - Proseguono gli scontri nella Striscia di Gaza nonostante gli sforzi per consolidare la tregua. Al momento si procede su due strade: da un lato si va avanti con il dialogo e gli incontri diplomatici ai massimi livelli, dall'altro si continuano a usare le armi. Alle prime ore di stamani aerei israeliani hanno bombardato i tunnel per il contrabbando di armi al confine di Rafah fra Gaza e l’Egitto. Gli abitanti di Rafah sono fuggiti dalle loro case, mentre l’aviazione israeliana colpiva a tre riprese. Un portavoce dell’aviazione ha spiegato che l’attacco è una riposta all’esplosione al confine di una bomba comandata a distanza che ieri ha ucciso un soldato israeliano e ne ha feriti tre. L’esplosione, alla vigilia dell’arrivo nella regione del nuovo inviato americano George Mitchell, è stata la prima rottura della tregua nella Striscia di Gaza. Il gabinetto israeliano di sicurezza si riunirà oggi per esaminare la situazione a Gaza.

La risposta Israele aveva già riposto ieri colpendo con un missile lanciato da un aereo il militante palestinese Hussein Abu-Shamaya. L’uomo era ritenuto coinvolto nell’attacco dinamitardo, attribuito a "Global Jihad", un gruppuscolo staccatosi da Hamas e legato ad al Qaeda. In uno scontro a fuoco nella Striscia è poi morto un palestinese, probabilmente un contadino.

Se provocati ci difendiamo Di fronte alle "provocazioni" Israele reagirà per "difendersi": è il monito lanciato dal governo dello Stato ebraico, all’indomani dell’attentato dinamitardo contro una pattuglia militare israeliana nel settore meridionale della Striscia di Gaza, costato la vita a un soldato e il ferimento di altri tre, cui ha fatto seguito una ripresa dei bombardamenti aerei sull’enclave palestinese per la prima volta dal cessate-il-fuoco, proclamato unilateralmente il 17 gennaio.

Chi rema contro la tregua "Israele vuole che continui la calma nel sud", ha puntualizzato il portavoce governativo Mark Regev, "ma il letale attacco di ieri da Gaza è stato un tentativo di metterla deliberatamente a repentaglio. Di fronte a provocazioni così violente", ha avvertito Regev, "agiremo per proteggere noi stessi". L’improvviso inasprimento della situazione rischia di compromettere la tenuta della tregua a Gaza, e di far fallire sul nascere la missione inaugurale di George Mitchell, l’inviato speciale Usa per il Medio Oriente appena nominato dal neo-presidente americano Barack Obama.

Mitchell a Gerusalemme L'inviato americano è atteso in giornata a Gerusalemme, dove sempre oggi il premier israeliano ad interim Ehud Olmert presiederà una riunione del gabinetto ristretto per la Sicurezza, nel corso della quale saranno valutate ulteriori ritorsioni per l’agguato di ieri, oltre ai raid aerei definiti una mera "reazione operativa". Fonti riservate dell’esecutivo avevano infatti ammonito che la vera risposta dello Stato ebraico "verrà". Dal canto suo Tzhai Hanegbi, capo della commissione Esteri e Difesa del parlamento, ha incitato a infliggere un "colpo sproporzionato" ai radicali palestinesi di Hamas. "È un momento di prova che il governo non deve fallire. Ogni altra linea costituirebbe un grave errore", ha affermato Hanegbi.

ambra ha detto...

Ho cancellato solo un doppione.