mercoledì 17 settembre 2008

UNA FAVOLA VERA DALLA SOMALIA


MURRAJA CON IL SUO PAPA', IL COLONNELLO DEGLI ALPINI GAMBETTA GIOACCHINO

Questa sera voglio raccontarti una favola.
La sera del 9 giugno scorso nelle trasmissione CHI L'HA VISTO apparse un Signore anziano parlava dal Kenia ed era un profugo dalla Somalia.
Cercava la sua bambina di allora MURRAJA, diceva che non ne sapeva più niente da quanto la aveva lasciata in un Orfanatrofio a Balad in Somalia.
Mia Moglie mi chiamò subito per sentire, feci un sobbalzo.
Murraja la mascotte del nostro Ospedale da Campo in Somalia.
Era stata ricoverata per una grave malattia
stava malissimo e aveva la febbre altissima.
Durante un passaggio presso l'Orfanatrofio di Balad l'avevo caricata su di una ambulanza e ricoverata in Ospedale.
stava malissimo e aveva la febbre altissima.
Durante un passaggio presso l'Orfanatrofio di Balad l'avevo caricata su di una ambulanza e ricoverata in Ospedale.
Stava malissimo e aveva la febbre altissima.
La situazione sembrava grave, ma la reazione alle cure specifiche era stata immediata e dopo circa un mese era guarita
Dimessa fu riportata nell'orfanatrofio a Balad.
Passai da Balad dopo 3 settimane e in Orfanatrofio chiesi di Murraja, il nome non diceva niente a nessuno, capirai in mezzo ad altro 800 bambini che andavano e venivano con una frequenza impressionante una bambina più o meno, secondo loro non faceva la differenza.
La cercai per tutte le tende insieme ai miei ragazzi finchè la trovammo.
Aveva ancora un vestitino che le Sorelle della CRI gli avevano messo quando era stata dimessa dall'ospedale.
Era sporca e respirava a fatica. Qualcosa non andava.
Gli tolsi il vestitno lurido di dosso tagliandolo con le forbicine del coltellino svizzero, la lavaii con delle bottiglie di acqua minerale, la avvolsi in un lenzuolo di carta monouso e in una coperta e la tenni in braccio fino a Johar all'Ospedale.
I medici la curarono e ancora una volta la reazione alle cure fu veloce e positiva.
Guarita decidemmo di tenerla in Ospedale sperando che prima o poi la famiglia si fosse fatta viva per riprenderla.
Cercammo inutilmente nessuno sapeva più niente, la famiglia sembra fosse scomparsa, qualcuno diceva che i suoi familiari erano stati tutti uccisi.
Abbiamo fatto fare indagini anche dalla Polizia Somala che alla fine mi dissero che una orfana in più o in meno che cosa mi doveva importare.
Visto che dipendevano da me personalmente ti lascio immaginare quello che gli ho risposto.
Ma la situazione era quella, in totale negli orfanatrofi che rifornivamo di viveri c'erano quasi seimila bambini ogni giorno ne arrivavano o erano abbandonati di nuovi.
Mi seguiva tutto il giorno per il campo. Avresti dovuto vederla mangiare i primi giorni, sembrava un cagnolino, chinata sul vassoio che si riempiva la bocca a due mani guardandosi in giro come se qualcuno avesse potuto rubargli il suo cibo.
Piano piano imparò ad usare le posate e l'Italiano bene.
Le sorelle della CRI gli facevano da memme e noi da Papà.
In breve divenne la mascotte del Campo.
Venne il momento del rientro in Italia. Pensai con un mio Collega di fare qualcosa e l'idea di portarla a casa mi attirava. non dissi niente a mia moglie avrei fatto....indovina che viene a cena....
Poi un Sottufficiale che non aveva figli disse che la avrebbe adottata lui.
In poche parole costruimmo un passaporto somalo falso, sui mercatini per pochi dollari erano in vendita passaporti somali in bianco, timbri e controtimbri anche della nostra Ambasciata per il visto e la caricammo su uno degli aerei civili che ci riportavano a casa.
Da tempo mi chiamava Papà Gioacchino ma negli ultimi gioni mi ero un po' allontanato per lasciare spazio al suo futuro Papà.
Nenche a dirlo capitammo sullo stesso aereo e allora mi nascosi in coda per non farmi vedere.
Ma il diavolo ci mette sempre lo zampino.
Scendemmo a Malpensa e Lei con il futuro Papà seguirono una via preferenziale, mentre attendevano la futura Madre che era in ritardo, Murraja fu attratta dalle unghie colorate di mia Figlia Raffaella venuta con mia Moglie e le Sorelle a prendermi.
Ciao come ti chiami...
- Murraja...
- Io mi chiamo Raffaella..ma da dove vieni..
- Vengo dalla Somalia da Johar..
- Allora conosci anche mio Papà che stava a Johar si chiama Gambetta Gioacchino lo conosci....
- Papà Gioacchino è mio Papà e non il tuo ...e incomincio a piangere e ad urlare chiamandomi
Proprio in quel momento uscivo dalla dogana, appena mi vide mi salto addosso abbracciandomi forte.
Ti lascio immaginare la meraviglia di mia Moglie e delle mie Figlie.
Fortunatamente arrivò quasi subito la sua futura Madre, dovettero strapparmela di dosso letteralmente.
Rimanemmo in accordi che se la bambina avesse sofferto del distacco io sarei andato a prenderla e la avrei porta a casa mia.
Durante il viaggio spiegai tutto a mia Moglie e alla Figlie alle quali l'idea di avere una altra figlia e una sorellina attirava molto.
Murraja si abituò alla nuova famiglia.
Ora è grande ha 20 anni e presto incomincerà a frequentare l'Università.

Non è una bella favola ?
Gioacchino

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