articolo di Antonio Socci
Pubblicato su Libero il giorno: 07/09/08
Elena Donazzan. Ricordatevi questo nome. Potrebbe diventare la nostra Sarah Palin. Non arriva dal bianco Alaska, ma dal Veneto bianco. Oggi è assessore regionale e chi la conosce sa che stoffa, che preparazione e che piglio ha. Pure l'aspetto, alquanto piacevole, e la giovane età ne fanno un personaggio. Rodato in quel vivaio di passioni politiche che è Alleanza Nazionale. Dunque la Donazzan è entrata nell'occhio del ciclone per questa sua proposta: rendere obbligatorio l'insegnamento della religione cattolica nelle scuole della sua Regione. Dovrebbe essere un'ovvietà se non fossimo un Paese sciocco e smarrito. Franco Fortini, critico letterario e poeta di estrema sinistra fu il mio professore (più amato) all'università . Un giorno di febbraio arriva in aula e comincia a leggere ad alta voce un magnifico poema. Alla fine chiese se qualcuno sapeva cosa aveva letto. Era il "Mercoledì delle Ceneri" di T.S.Eliot. In effetti quel giorno si celebrava tale ricorrenza liturgica. Fortini ne chiese il significato. La gran parte non lo sapeva. Lui cominciò una filippica. In sintesi disse: «Voi siete in una facoltà di lettere a studiare l'arte, la letteratura, la filosofia, la storia e domani probabilmente andrete nelle scuole a insegnare. Ebbene, non potrete capire mai niente di tutto questo e neanche del Paese dove vivete e di questa città (Siena), senza conoscere perfettamente il contenuto della fede cattolica e quello che ha significato».Parola di un grande professore ebreo e marxista. Più o meno le stesse cose mi "gridò", qualche anno dopo, in una intervista per "Il Sabato", Massimo Cacciari, indignato dalla crassa ignoranza del cattolicesimo che aveva riscontrato, anche lui, nei suoi studenti.Meglio tardi che maiÈ prevedibile che contro la Donazzan ora l'intellighentsia progressista alzerà gli scudi: è la stessa intellighentsia che nei mesi scorsi si è spellata le mani, nelle piazze d'Italia, per applaudire le letture dantesche di Roberto Benigni. Ebbene la Divina Commedia è un compendio perfetto di teologia cattolica e non si capisce neanche una terzina senza conoscere il cattolicesimo.Sostanzialmente eliminata dagli studi scolastici dagli anni Settanta in poi, la Commedia oggi è stata riscoperta da coloro che l'avevano abolita. Meglio tardi che mai. Ma intanto abbiamo derubato i giovani della Bellezza (quella che contiene il Vero e il Bene) e dobbiamo correre ai ripari almeno da questa generazione in poi. I giovani soprattutto hanno bisogno della Bellezza come del pane, la poesia è la loro casa. Noi li abbiamo derubati e sfrattati dalla nostra storia. E ora si trovano stranieri in questa terra italiana ed europea. Apolidi della vita, erranti nel deserto che avanza. E spesso si vendicano del Nulla in cui li fanno vivere con la violenza.Il più grande educatore del nostro tempo, don Luigi Giussani iniziò le sue "lezioni di religione" al liceo Berchet di Milano, nel 1954, leggendo Leopardi. Pensate un po': il poeta "ateo e materialista" era indicato da Giussani come colui che più e meglio di chiunque coglie l'essenziale della vita, la nostra natura desiderante, le domande struggenti che vibrano nelle vene dei giovani e letteralmente ci fanno uomini: chi siamo, che senso ha la vita, perché "tutto passa e quasi orma non lascia", che senso ha il cielo stellato, dov'è la Bellezza le cui scintille si riflettono sul volto di ogni donna…Gesù Cristo è venuto e ha detto di essere lui la risposta a queste domande.Giussani non faceva "propaganda cattolica". No: insegnava a ragionare, a decifrare la condizione umana e a valutare le risposte. Come sa bene chi lo ebbe come professore, lui letteralmente insegnava la libertà, cioè l'uso della ragione che è la cosa più preziosa. Ma è quello che il cattolicesimo ha fatto per secoli con i popoli europei. Tanto è vero che proprio da questi popoli è sbocciata quella straordinaria capacità di indagine e di conoscenza dell'universo che - tradottasi in scienza e tecnologia - ha letteralmente civilizzato il mondo.Lo spiega benissimo il sociologo americano Rodney Stark nel libro "La vittoria della Ragione". Sottotitolo: "Come il cristianesimo ha prodotto libertà, progresso e ricchezza" (Lindau). E anche Thomas E. Woods in "Come la Chiesa Cattolica ha costruito la civiltà occidentale" (Cantagalli) . Dobbiamo ai monaci medievali tutto: perfino il parmigiano, il prosciutto e lo champagne. "Educatori economici" dell'Europa li definì lo storico (laico) Henri Pirenne. E i diritti dell'uomo e il diritto internazionale non sono nati nella teologica "Scuola di Salamanca" ? Perfino Bertrand Russel, nel suo libro più anticristiano, riconosce: "La libertà che vige nei paesi in cui la civiltà ha origine europea (cioè la sola libertà esistente nel mondo, nda) si può storicamente far risalire al conflitto fra Chiesa e Stato nel medioevo".Infatti, si può capire la Costituzione italiana senza le nozioni cattolicissime di "persona", corpi intermedi e sussidiarietà ? Il comunista (cattolico) Franco Rodano spiegò che perfino la bellezza della campagna umbra (e toscana) si deve al cattolicesimo e specialmente alla Riforma tridentina.Il piagnisteo laicoEvitiamo - per favore - il solito piagnisteo laico su questa proposta veneta. Perché la Donazzan ha dalla sua anche il meglio della cultura laica. Innanzitutto Kant in quale era convinto che "il Vangelo fosse la fonte da cui è scaturita la nostra cultura". Poi il "papa laico" Benedetto Croce: «Il Cristianesimo è stato la più grande rivoluzione che l'umanità abbia mai compiuta: così grande, così comprensiva e profonda, così feconda di conseguenze, così inaspettata e irresistibile nel suo attuarsi, che non meraviglia che sia apparso o possa ancora apparire un miracolo».Un altro grande intellettuale laico, Federico Chabod, nella "Storia dell'idea d'Europa", scrive: «Non possiamo non essere cristiani, anche se non seguiamo più le pratiche di culto, perché il Cristianesimo ha modellato il nostro modo di sentire e di pensare in guisa incancellabile; e la diversità profonda che c'è fra noi e gli Antichi, fra il nostro modo di sentire la vita e quello di un contemporaneo di Pericle e di Augusto, è proprio dovuta a questo gran fatto, il maggior fatto senza dubbio della storia universale, cioè il verbo cristiano.Anche i cosiddetti "liberi pensatori", anche gli "anticlericali" non possono sfuggire a questa sorte comune dello spirito europeo».Il simbolo del laicismo italiano, Gaetano Salvemini raccontò un giorno di essersi trovato in una stagione della vita come "sperduto nel buio" e dice di aver trovato una "guida e mi sono trovato bene a lasciarmene guidare. E questa guida è stato Gesù Cristo che ha lasciato il più perfetto codice morale che l'umanità abbia mai conosciuto. Io non so se Gesù Cristo sia stato davvero figlio di Dio o no. Su problemi di questo genere sono cieco nato. Ma sulla necessità di seguire la moralità insegnata da Gesù Cristo non ho nessun dubbio". Infine, per guardare all'estero, Richard Rorty (simbolo del neopragmatismo americano): «Se si guarda a un bambino come a un essere umano, nonostante la mancanza di elementari relazioni sociali e culturali, questo è dovuto soltanto all'influenza della tradizione ebraico-cristiana e alla sua specifica concezione di persona umana».E Karl Loewith: «Il mondo storico in cui si è potuto formare il "pregiudizio" che chiunque abbia un volto umano possieda come tale la "dignità" e il "destino" di essere uomo, non è originariamente il mondo, oggi in riflusso, della semplice umanità, avente le sue origini nell' "uomo universale" e anche "terribile" del Rinascimento, ma il mondo del Cristianesimo, in cui l'uomo ha ritrovato attraverso l'Uomo-Dio, Cristo, la sua posizione di fronte a sé e al prossimo».Elena Donazzan ha colto nel segno. E non va lasciata sola: una nuova scuola produce un'Italia nuova.
www.antoniosocci.it
(All'attenzione di Marco)
5 commenti:
Quando l'ho letto ho pensato a te: per questo motivo con Ambra abbiamo pensato di fartelo leggere
Marco, Crystal si rivolge a te.
Eccomi, scusate l’assenza, non mi collego tutti i giorni, non ci riesco!
Anzitutto ringrazio Chrystal d’aver inserito questo interessante pezzo.
Se posso esprimere un parere devo dire per prima cosa che questo articolo è certamente VERO, però è altrettanto certamente LIMITANTE. La tesi che propone è l’equivalenza fra la civiltà europea ed il cristianesimo. Nessuno può negare che il mondo europeo debba moltissimo al cristianesimo e sia inconcepibile in sua assenza, per cui eliminare dalle scuole lo studio della religione cristiana, in Italia in specie quella cattolica, è un’assurdità che preclude ad una buona comprensione della storia stessa, con tutto ciò che questo comporta.
Però, il cristianesimo stesso è un realtà storicamente composita, in cui convivono eredità ed influssi più diversi: giudaismo, ellenismo orientale, cultura greca propriamente detta, romanità. Inoltre, non si può limitare affatto il mondo occidentale al cristianesimo. Le più antiche origini della nostra civiltà sono anteriori alla fede cristiana stessa, in Grecia e Roma, ed inoltre, nel lungo corso storico europeo, molti altri decisivi fenomeni sono sorti al di fuori, il che non significa necessariamente in opposizione, alla religione egemone.
Dicendo ciò non s’intende proporre una questione confessionale, ma solo ed unicamente storica, in quanto un simile giudizio non concerne in alcun modo la veridicità o falsità della fede cristiana, ponendosi in una prospettiva differente.
Pertanto, se dovessi dare un giudizio, direi che è giusto che l’apprendimento della religione cattolica sia obbligatorio nelle scuole, auspicando altresì che sia ben condotto, diversamente da quanto normalmente accade, però devo aggiungere che, in primis, la conoscenza e lo studio della filosofia, greca, ellenistica, cristiana, moderna, contemporanea, è altrettanto importante per la formazione dello studente, anzi, per la sua preparazione al metodo scientifico persino di più, e risulta preliminare alla comprensione stessa del cristianesimo.
Un discorso analogo si può compiere per la cultura umanistica trasmessa dal liceo classico. Il classico è l’erede della ratio studiorum dei collegi dei Gesuiti, (il cui ordine fu il fulcro della Controriforma), la quale a sua volta si era formata sulla cultura dell’Umanesimo rinascimentale. Eliminare la grecità e la latinità dal nostro mondo culturale, e dalle scuole, equivale a recidere le radici stesse della nostra civiltà.
Scusate se ho risposto di getto e tranciando con la scure giudizi affrettati, la questione è tanto importante e delicata da rendere impossibile pretendere di risolverla in poche battute.
Cordialmente
Marco
Grazie Marco, quando Crystal potrà leggere sarà felice.
Naturalmente la tua presenza qui mi riempie sempre di gioia, ma non devi preoccupati, leggi quando puoi.
Un abbraccio affettuoso
Ambra
Io purtroppo, soprattutto in questo periodo, ho ancora meno possibilità di venire a leggere.
Molto interessanti le considerazioni che hai fatto Marco, considerazioni che condivido totalmente.
Purtroppo ultimamente anche il Liceo Classico non è più quello che era una volta.
Speriamo che la Gelmini metta mano anche a quello, anche se gli insegnanti di oggi avrebbero bisogno di tornare fra i banchi.
Parlo per esperienza indiretta
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