domenica 1 novembre 2009

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Mafia, in arresto 8 boss al giorno

Lucia Esposito
Pubblicato il giorno: 01/11/09

Preso. Meno uno. Un altro nome e un’altra faccia (...)

(...) da depennare dalla lista dei trenta latitanti più pericolosi. L’ultimo irreperibile consegnato alla giustizia è Salvatore Russo, ricercato da quindici anni. L’hanno ammanettato gli uomini della squadra mobile di Napoli guidata da Vittorio Pisani (che ha osato criticare la scorta a Roberto Saviano scatenando ire funeste e sinistre) al ritorno da una battuta di caccia a Somma Vesuviana, poco lontano dalla sua abitazione in provincia di Napoli

Ma questi sono tempi durissimi per i criminali in fuga perché la controffensiva dello Stato alla malavita non è mai stata più agguerrita. E vincente. «Ogni giorno sono stati arrestati otto mafiosi dall’inizio del governo Berlusconi», il ministro dell’Interno Roberto Maroni il dieci ottobre scorso, al termine del consiglio dei ministri, ha quantificato il risultato di questa che è diventata una caccia senza tregua ai criminali che credevano di poter continuare a vivere come degli invisibili: 270 latitanti presi, di cui tredici erano nell’elenco dei “trenta più pericolosi” e trentacinque in quello dei “cento più pericolosi”.

E così, paradossalmente, il governo di Silvio Berlusconi, accusato di essere uno dei referenti politici della mafia dopo la stagione delle stragi, continua a strappare da latitanze, anche ventennali, malavitosi che credevano di averla ormai fatta franca. Proprio venerdì scorso i giudici d’appello del processo contro Marcello Dell’Utri per concorso esterno in associazione mafiosa hanno deciso di sospendere la requisitoria del procuratore generale Nino Gatto per acquisire la deposizione del pentito Giuseppe Spatuzza che, appunto, accusa Berlusconi di contatti con ambienti mafiosi. Ed ecco il controsenso: il Cavaliere sarebbe stato la sponda politica della malavita organizzata e tuttavia, da presidente del Consiglio, ha ingaggiato una guerra senza precedenti per smantellare quelle stesse organizzazioni criminali a cui avrebbe assicurato copertura istituzionale. Salvatore Russo è solo l’ultimo nome sparito dalla lista degli infami. Prima di lui c’era stato il rocambolesco arresto di Giuseppe Setola, il boss dei boss dei casalesi inizialmente sfuggito alla cattura come un topo attraverso le fogne e poi incastrato sui tetti di un casolare del casertano da dove cercava di scappare come un gatto. E prima ancora Giovanni Strangio e suo cognato Francesco Romeo, i presunti killer della strage di Ferragosto a Duisberg, si erano dovuti rassegnare a una vita dietro le sbarre. I due se ne stavano tranquilli nell’appartamento di un condominio di Amsterdam quando i poliziotti della squadra mobile di Reggio Calabria e gli agenti dello Sco interruppero il loro tran tran quotidiano di latitanti.

Il killer della ’ndrangheta Pietro Criaco che si lavava le mani con il sangue delle sue vittime, aveva festeggiato il Natale con moglie e figli in un caseggiato del suo paese, Africo Nuovo, in provincia di Reggio Calabria. Era ancora in pigiama e ha affidato la sua libertà a un ultimo disperato tentativo, la fuga sui tetti della mansarda rustica dov’era nascosto insieme alla moglie Nadia. È entrato in carcere il ventinove dicembre del 2008, era ricercato dal 1997. Giuseppe Bastone, elemento di spicco del clan camorristico degli scissionisti, è stato scovato dentro un tunnel sotto il condominio “Lotto G” di via Labriola a Scampia, alla periferia di Napoli. Il re del narcotraffico internazionale, il boss Salvatore Miceli, si era trasferito in Venezuela, a Caracas. Prima di lui, sono stati presi i camorristi Filippo Abate e Giosuè Fioretto e il superlatitante Patrizio Bosti. E poi Umberto Onda, Gianfranco Antonioli, Raffaele Bidognetti figlio del boss “Cicciott’ e mezzanotte”, Paolo Schiavone, cugino del boss Francesco «Sandokan», Enrichetta Avallone moglie del capoclan latitante Antonio Iovine. Nomi e facce depennate da quell’elenco lunghissimo, mentre la lista degli introvabili si fa sempre più corta perché in un anno e mezzo 270 ex primule rosse sono state portate ad appassire in carcere.

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