Il signor Joze Pirjevec proviene da una famiglia di esuli, parte di quei 50.000 Sloveni e Croati che trovarono rifugio in Italia nel 1945, scappando ai propri connazionali ed ottenendo cittadinanza italiana. Tito massacrò nel 1945, al termine del conflitto e poco più tardi, centinaia e centinaia di migliaia di suoi compatrioti slavi. I fuggiaschi in Italia scamparono in tal modo a certa morte da parte dei titini.
Joze Pirjevec crebbe vivendo quasi sempre in Italia, frequentando le scuole italiane ed abitando a Trieste, nel quartiere di S. Giovanni. Sebbene all’anagrafe fosse registrato con nome e cognome sloveni, egli sino al 1973 firmò le sue opere storiche con la forma italianizzata di Giuseppe Pierazzi. Nel 1984 scrisse sul quotidiano di Trieste, “Il Piccolo” un articolo il cui titolo recitava: “Le foibe sono una realtà che brucia sulla coscienza di noi sloveni”.
Dopo la dissoluzione sanguinosa della Jugoslavia, stato nato con la violenza e nella violenza fra le sue varie etnie, e crollato con la violenza e nella violenza fra le sue varie etnie, Pirjevec ha chiesto ed ottenuto la cittadinanza slovena, cumulandola a quella italiana.
Si è candidato più di una volta nelle liste del locale partito ex comunista sloveno (malgrado il nome, il LDS è un partito di post-comunisti, come, mutatis mutandis, il PD italiano), erede ideologico dei “titini” a cui i suoi genitori ed egli stesso sfuggirono solo con la fuga in Italia.
Alcune osservazioni sulla sua attività accademica:
1) Un suo lavoro, scritto e pubblicato unicamente in lingua slovena, s'intitola "Trst je nas" ("Trst je naš!" Boj Slovencev za morje (1848-1954), riprendendo il motto dei titini che invasero l'Istria e Trieste, e presenta la storia della volontà annessionistica slovena verso Trieste, durata per oltre un secolo, dal 1848 al 1954.
2) Un altro suo libro (Vojna in mir na Primorskem), anch'esso scritto e pubblicato unicamente in sloveno, invece adopera la categoria di "Primorskem", ovvero di "Litorale sloveno", per indicare la Venezia Giulia. Il termine ed il concetto di "litorale sloveno" sono storicamente del tutto falsi, poiché gli Sloveni prima del 1945 non abitavano, e non avevano mai abitato, nelle aree costiere, tranne la piccola minoranza di Trieste. In particolare, l'Istria era a maggioranza italiana da sempre, e gli Sloveni risultavano circa il 10% della sua popolazione, e presenti unicamente nell'area più interna e settentrionale. La nozione di "Primorskem" è una creazione dell'ideologia nazionalista slovena per giustificare la propria occupazione di territori, come Capodistria in cui Pirjevec insegna, da sempre, letteralmente da sempre italiani.
3) La sua ultima opera accusa continuamente gli Italiani di “nazionalismo”, “razzismo” verso gli Slavi, e persino di una sorta di revanscismo d’ispirazione fascista, e sulle foibe e l’esodo appoggia le tesi storiografiche della vecchia sinistra comunista e filo-jugoslava.
4) Recentemente, Pirjevec ha commentato le parole del presidente croato Stjepan Mesić, Mesic nel gennaio del 2009 ha affermato che sloveni, oggi, guarderebbero il mare da venti chilometri di distanza se non ci fossero stati i partigiani croati, che negli ultimi giorni della seconda guerra mondiale avevano lanciato vittoriose offensive verso Trieste, "liberando" così l’Istria e il cosiddetto "Litorale". Questa affermazione è stata definita “scandalosa” e “vergognosa” da numerosi esponenti politici di Lubiana.
Pirjevec è intervenuto nella disputa, scrivendo che “La liberazione dell’Istria e del Litorale sloveno è una questione molto complessa che non può venire ridotta all’episodio conclusivo tra l’aprile e il giugno del 1945, anche se il presidente Mesić ha ragione quando mette in rilievo il grande ruolo dei combattenti croati”. Inoltre, ha aggiunto: "Mi rattristano le attuali dichiarazioni di Mesić, perché parlando di alcune tensioni con la Croazia ci spingono a far baruffa su temi marginali. Le baruffe non sono necessarie né alla Slovenia, né alla Croazia, ma rendono felici una terza parte, sapete a chi mi riferisco.”
Pirjevec ha comunque espresso il suo apprezzamento per la figura di Mesic, poiché ha saputo criticare il presidente italiano Napolitano quando ha parlato di "pulizia etnica" in riferimento all'operato degli Slavi in Venezia Giulia.
Insomma, Pirjevec parla di "liberazione" (?) dell'Istria, territorio a maggioranza italiana sino al 1945 e del "cosiddetto "Litorale sloveno" (anch'esso territorio a maggioranza italiana sino al 1945), rivendica il ruolo storico positivo dei combattenti titini del IX corpus (i massacratori delle foibe ed i responsabili dell'esodo) ed invita i politici croati e sloveni a non disputare sugli eventi del 1945, poiché l'Italia potrebbe trarne vantaggio.
E' lecito dire che un simile intervento e tali parole manifestano le preoccupazioni ideologiche e politiche di Pirjevec nel suo occuparsi di storia?
5) Ha avuto dall'associazione slovena "Tigr" un'onorificenza per i propri lavori storici. Il "Tigr" fu un'organizzazione di nazionalisti slavi operante in Venezia Giulia negli anni '20 del XX secolo e responsabile di diversi atti di terrorismo. Quella attuale esistente ne riprende il nome: alcuni suoi membri erano presenti a Corgnale quando torme di Sloveni armati ed inferociti impedirono una manifestazione italiana di commemorazione delle foibe.
Il sottoscritto ha reperito queste informazioni tramite varie interposte persone, e sarà lieto di correggerle od ampliarle qualora si renda opportuno o possibile.
Si lascia ogni commento sulla vicenda umana ed intellettuale di Pirjevec alias Pierazzi al lettore. Chi scrive ha solo una domanda da porre: uno storico può conservare la sua imparzialità ed obiettività, requisiti imprescindibili per la propria attività professionale, anche quando si è candidato in un partito, ed ha ammonito uomini pubblici d'evitare certe diatribe storiografiche per ragioni appunto d'opportunità politica?
lunedì 30 novembre 2009
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6 commenti:
Assolutamente no, non può essere obiettivo chi alla mattina (o in altro momento) scrive i suoi libri di storia contemporanea e alla sera partecipa alle riunioni di partito (o viceversa).
Può essere imparziale una persona del genere?
Purtroppo esempi simili ne abbiamo in tutti i campi con i vari Santoro & C. che pretendono di fare informazione, a loro dire imparziale, con la tessera di partito in tasca, lo stesso dilemma vale per i giudici iscritti a correnti politiche.
Nessuno nega che ognuno ha diritto ad avere una propria opinione ma non si pretenda che quando questa opinione viene resa nota o addirittura sbandierata si continui a considerarli imparziali.
Il Pirjevec poi è un caso clinico, merita forse solo compassione.
Come può un esule scappato dal terrore titino appoggiarlo incondizionatamente ora?
Mari
Assolutamente no, non può essere obiettivo chi alla mattina (o in altro momento) scrive i suoi libri di storia contemporanea e alla sera partecipa alle riunioni di partito (o viceversa).
Può essere imparziale una persona del genere?
Purtroppo esempi simili ne abbiamo in tutti i campi con i vari Santoro & C. che pretendono di fare informazione, a loro dire imparziale, con la tessera di partito in tasca, lo stesso dilemma vale per i giudici iscritti a correnti politiche.
Nessuno nega che ognuno ha diritto ad avere una propria opinione ma non si pretenda che quando questa opinione viene resa nota o addirittura sbandierata si continui a considerarli imparziali.
Il Pirjevec poi è un caso clinico, merita forse solo compassione.
Come può un esule scappato dal terrore titino appoggiarlo incondizionatamente ora?
Mari
Scusa Ambra ma il commento delle ore 15,52 non appariva mai e così l'ho ripetuto alle 17,27 e a quel punto sono comparsi entrambi.
Puoi cancellare uno?
Grazie, bacio.
Mari
Melius abundare quam deficere.
Non cancello un bel niente.
Un abbraccio e due baci schioccanti Ambra
Cara Ambra e cara Marinella,
il nostro amico Pirjevec non finisce di rivelarsi pieno di sorprese: ho dovuto aggiornare il mio povero articolo.
Fra l'altro, mi risulta che Giuseppe Pierazzi abbia ricevuto un'onorificenza da parte dell'associazione nazionalista slovena TIGR.
"Tigr": nomen est omen, dicevano i Romani, nostri antenati.
Buona serata ad entrambe
Dimenticavo.
Pirjevec ha trovato tempo e modo di commentare l'episodio di Corgnale, in cui un gruppo di pacifici manifestanti italiani, ivi recatisi con una croce di legno per pregare sulle salme degli uccisi nella locale foibe è stato assalito ed insultato da gruppi organizzati di nazionalisti sloveni,alcuni dei quali armati. Ciò, come è noto, è avvenuto sotto lo sguardo della polizia slovena, che non è intervenuta, malgrado la manifestazione italiana fosse autorizzata e disarmata, mentre quella slovena era illegale e per di più a mano armata.
Il signor Joze Pirjevec ha detto che il comportamento degli Italiani e la loro volontà di recarsi a Corgnale per commemorare le vittime della foiba costituiva una "menzogna ed una provocazione".
Non mi risulta che abbia speso una sola parola sul comportamento inerte della polizia slovena, e su quello degli esaltati nazionalisti sloveni muniti di bastoni con punte di ferro che hanno impedito la manifestazione italiana.
Pirjevec? Un EX storico, ora politico militante.
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