No alla festa della Vittoria per tutelare gli immigrati
Alessandra Stoppa
Pubblicato il giorno: 29/10/08
Le celebrazioni del 4 Novembre
Intere classi di studenti italiani parteciperanno alla cerimonia del 4 Novembre, con l’alzabandiera e i fiori ai caduti, altre staranno a scuola per non offendere la sensibilità delle minoranze non italiane e non cattoliche. L’intenzione di disertare la festa di Unità Nazionale è circolata nell’istituto comprensivo, ottocento studenti tra elementari e medie, di Villafranca Padovana. Boicottano il ricordo della Vittoria a una dozzina di chilometri dalla bella Villa Giusti dove la Vittoria fu sancita novant’anni fa. Nella residenza del conte Agostino si firmò l’armistizio che sancì la resa dell’Austria-Ungheria e la fine della Prima Grande Guerra.
La scuola, statale, della cittadina veneta non porterà tutti i suoi alunni alla cerimonia storica. E di certo non li farà assistere a tutti i momenti della commemorazione. «Per tutelare le minoranze». Ragion per cui gli anni passati si disertava la messa, compresa nel programma della festa. Ma questa volta l’intenzione è di non assistere nemmeno all’alzabandiera.
La scuola ha rincarato la dose e il sindaco della cittadina padovana si è ribellato. Ha rivolto un appello ai genitori perché scrivano una lettera chiedendo che ai loro figli non sia negato «un momento così importante per la nostra storia e quindi per la loro formazione». Beatrice Piovan, primo cittadino dell’Udc di Villafranca, dice di non capire più «chi sono gli stranieri e chi gli italiani: sembriamo noi stranieri in patria, visto che vogliamo dimenticarci chi siamo, la nostra storia, la nostra identità». La Piovan guida una cittadina di dieci mila abitanti: gli extracomunitari sono il quattro per cento. «A scuola il dato è rispecchiato: è possibile che il 96 per cento degli studenti debba rinunciare alla propria storia?». A quanto pare la preside (contattata, non ha voluto rilasciare nessuna dichiarazione) «deve avere un errato senso dell’integrazione. Se così non fosse, allora s’insinua la malafede. Anche se non vorrei credere che qualcuno pensi che il Tricolore sia di destra...».
Dall’Ufficio scolastico regionale annunciano accertamenti per chiarire la gestione della vicenda. «Non è la prima volta che questa scuola è sottoposta a ispezioni», spiega la direttrice scolastica regionale del Veneto, Carmela Palumbo: «La festa delle Forze Armate è un fatto educativo e didattico importante, né si capisce cosa c’entri la tutela delle minoranze davanti alla memoria della storia del Paese: mi appare ridicolo». Per il responsabile Scuola di An in Senato, Giuseppe Valditara, è «un fatto gravissimo: la condivisione dei valori unificanti e fondanti la nostra nazione è il cemento dell’integrazione. Invece, si punta su un destino di comunità separate e contrapposte». Quel che si rivendica nella scuola padovana «è un atteggiamento potenzialmente disgregante l’unità nazionale», continua Valditara, prendendo a imponente esempio la storia antica e l’universalismo romano che, dalla Britannia alla Mesopotamia, «presupponeva questa condivisione dei valori unificanti. Venuta meno, l’Impero saltò in aria».
I genitori degli studenti di Villafranca avrebbero la possibilità di presentare, per quel giorno, una giustificazione all’assenza in classe dei loro figli e portarli alla cerimonia, ma c’è il timore della se pur minima ritorsione. Eppure, il Comune ha posticipato le celebrazioni del 4 Novembre a sabato 8, proprio per facilitare la scuola e le famiglie. Non solo. Il programma è stato presentato dalle associazioni dei combattenti in giugno, «proprio per permettere alla scuola di organizzarsi nei dovuti tempi», precisa il sindaco.
«Questo è indicativo di come si debba uscire da una certa ipocrisia», precisa la direttrice scolastica regionale, «perché certi atteggiamenti tradiscono una grave rigidità». Per chiarire, racconta che se ci sono da organizzare le “notti bianche” di protesta contro la riforma Gelmini, le porte della scuola vengono spalancate immediatamente, senza nemmeno contattare l’ente locale proprietario dell’istituto. Quando, invece, si tratta di un’iniziativa culturale e formativa «vengono richieste delibere, permessi, autorizzazioni, quasi a ostacolare la fattibilità della partecipazione».
E pensare che gli studenti di Villafranca, prima di approdare a elementari e medie, hanno frequentato tutti, italiani e non, minoranze e non, le stesse scuole materne, che nella cittadina padovana sono tutte cattoliche.
http://www.libero-news.it/articles/view/371313
Alessandra Stoppa
Pubblicato il giorno: 29/10/08
Le celebrazioni del 4 Novembre
Intere classi di studenti italiani parteciperanno alla cerimonia del 4 Novembre, con l’alzabandiera e i fiori ai caduti, altre staranno a scuola per non offendere la sensibilità delle minoranze non italiane e non cattoliche. L’intenzione di disertare la festa di Unità Nazionale è circolata nell’istituto comprensivo, ottocento studenti tra elementari e medie, di Villafranca Padovana. Boicottano il ricordo della Vittoria a una dozzina di chilometri dalla bella Villa Giusti dove la Vittoria fu sancita novant’anni fa. Nella residenza del conte Agostino si firmò l’armistizio che sancì la resa dell’Austria-Ungheria e la fine della Prima Grande Guerra.
La scuola, statale, della cittadina veneta non porterà tutti i suoi alunni alla cerimonia storica. E di certo non li farà assistere a tutti i momenti della commemorazione. «Per tutelare le minoranze». Ragion per cui gli anni passati si disertava la messa, compresa nel programma della festa. Ma questa volta l’intenzione è di non assistere nemmeno all’alzabandiera.
La scuola ha rincarato la dose e il sindaco della cittadina padovana si è ribellato. Ha rivolto un appello ai genitori perché scrivano una lettera chiedendo che ai loro figli non sia negato «un momento così importante per la nostra storia e quindi per la loro formazione». Beatrice Piovan, primo cittadino dell’Udc di Villafranca, dice di non capire più «chi sono gli stranieri e chi gli italiani: sembriamo noi stranieri in patria, visto che vogliamo dimenticarci chi siamo, la nostra storia, la nostra identità». La Piovan guida una cittadina di dieci mila abitanti: gli extracomunitari sono il quattro per cento. «A scuola il dato è rispecchiato: è possibile che il 96 per cento degli studenti debba rinunciare alla propria storia?». A quanto pare la preside (contattata, non ha voluto rilasciare nessuna dichiarazione) «deve avere un errato senso dell’integrazione. Se così non fosse, allora s’insinua la malafede. Anche se non vorrei credere che qualcuno pensi che il Tricolore sia di destra...».
Dall’Ufficio scolastico regionale annunciano accertamenti per chiarire la gestione della vicenda. «Non è la prima volta che questa scuola è sottoposta a ispezioni», spiega la direttrice scolastica regionale del Veneto, Carmela Palumbo: «La festa delle Forze Armate è un fatto educativo e didattico importante, né si capisce cosa c’entri la tutela delle minoranze davanti alla memoria della storia del Paese: mi appare ridicolo». Per il responsabile Scuola di An in Senato, Giuseppe Valditara, è «un fatto gravissimo: la condivisione dei valori unificanti e fondanti la nostra nazione è il cemento dell’integrazione. Invece, si punta su un destino di comunità separate e contrapposte». Quel che si rivendica nella scuola padovana «è un atteggiamento potenzialmente disgregante l’unità nazionale», continua Valditara, prendendo a imponente esempio la storia antica e l’universalismo romano che, dalla Britannia alla Mesopotamia, «presupponeva questa condivisione dei valori unificanti. Venuta meno, l’Impero saltò in aria».
I genitori degli studenti di Villafranca avrebbero la possibilità di presentare, per quel giorno, una giustificazione all’assenza in classe dei loro figli e portarli alla cerimonia, ma c’è il timore della se pur minima ritorsione. Eppure, il Comune ha posticipato le celebrazioni del 4 Novembre a sabato 8, proprio per facilitare la scuola e le famiglie. Non solo. Il programma è stato presentato dalle associazioni dei combattenti in giugno, «proprio per permettere alla scuola di organizzarsi nei dovuti tempi», precisa il sindaco.
«Questo è indicativo di come si debba uscire da una certa ipocrisia», precisa la direttrice scolastica regionale, «perché certi atteggiamenti tradiscono una grave rigidità». Per chiarire, racconta che se ci sono da organizzare le “notti bianche” di protesta contro la riforma Gelmini, le porte della scuola vengono spalancate immediatamente, senza nemmeno contattare l’ente locale proprietario dell’istituto. Quando, invece, si tratta di un’iniziativa culturale e formativa «vengono richieste delibere, permessi, autorizzazioni, quasi a ostacolare la fattibilità della partecipazione».
E pensare che gli studenti di Villafranca, prima di approdare a elementari e medie, hanno frequentato tutti, italiani e non, minoranze e non, le stesse scuole materne, che nella cittadina padovana sono tutte cattoliche.
http://www.libero-news.it/articles/view/371313
1 commento:
Se questa "direttrice" fosse coerente con i SUOI principi, dovrebbe cancellare l'intero insegnamento della storia e letteratura italiane, perché anch'esse sarebbero "discriminatorie" verso gli stranieri.
Non si domanda inoltre se un tale comportamento non sia discriminatorio, ed in misura gravissima, verso gli Italiani: ogni paese al mondo insegna e trasmette la propria cultura.
Ancora, se si domanda d'accedere ad una comunità, sia essa politica, religiosa, nazionale ecc., quale appunto la nazione italiana, se ne devono rispettare i principi. Per fare un esempio banalissimo, non posso chiedere d'iscrivermi all'associazione bocciofila, e poi pretendere di servirmi delle sedi dell'organizzazione per giocare a rugby.
Una simile "direttrice" andrebbe cacciata via subito, con ignominia.
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